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http://hdl.handle.net/2307/4464
Cinwaan: | Narrazione autobiografica, politica e formazione | Qore: | Nanni, Silvia | Tifaftire: | Covato, Carmela | Ereyga furaha: | narrazione autobiografica politica memoria formazione |
Taariikhda qoraalka: | 10-Jun-2013 | Tifaftire: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | Nell’ambito della narrazione, lo specifico della narrazione di sé, dell’autobiografia, risulta una prassi che accompagna la storia dell’uomo occidentale sin dal tempo in cui i Greci coniarono la nota espressione epimelestai eautou (occupati di te stesso). La pratica autobiografica è divenuta uno dei topoi della ricerca contemporanea in ambito letterario, psicologico, sociologico e, non ultimo, pedagogico per una ragione in particolare: il ritorno al centro nella cultura post-moderna del soggetto, un soggetto che vive a pieno la propria crisi. Nel cuore di questo processo si inserisce la narrazione autobiografica, intesa come assunzione di responsabilità e “cura di sé”, come interrogazione sulla propria identità di soggetto. L’autobiografia si presenta come uno strumento che permette di rimandare agli autori - e ai lettori - un senso di empowerment e di restituire loro il valore dell’unicità della propria esistenza. Come spiega anche Duccio Demetrio, antesignano di questi studi, la narrazione autobiografica è un valido strumento per la ricomposizione della propria identità, un viaggio formativo necessario per accettare se stessi, un passo decisivo per recuperare il proprio potere personale. A ragione quindi la narrazione di sé è considerata un vero e proprio processo di Bildung: è nel ripercorrersi e nel ripensarsi che risiede il tentativo auto-formativo di cercare un approdo di senso e di prendersi carico di sé. Il lavoro sarà suddiviso in tre sezioni rispettivamente riguardanti la narrazione autobiografica, la politica e la formazione, così da seguire e chiarire i tre “approdi” a cui tende il titolo della ricerca. Nel primo capitolo si cercherà di assumere e sintetizzare alcune delle diadi che il comune denominatore della narrazione autobiografica stabilisce con altri termini ed elementi della riflessione non solo pedagogica ma delle scienze dell’educazione, con cui inesorabilmente entra in relazione, in un virtuoso “circolo ermeneutico”: pedagogia, storia di genere, politica, psicologia. Il secondo capitolo, che rappresenta il nucleo del discorso, tratterà e cercherà di sciogliere i nodi della nostra riflessione pedagogica che, partendo dalle parole di Antonio Gramsci, intende l’autobiografia «concepita politicamente». La narrazione autobiografica assume così la doppia valenza di formazione individuale e collettiva, sociale, storico-culturale, prospettiva, quest’ultima troppo spesso dimenticata e a cui forse non si è ancora dedicata la giusta attenzione. Il lavoro, che non ha alcuna pretesa di esaustività, vuole piuttosto fungere da stimolo, da imput a che si torni ad interrogarsi sulla formazione non più solo del singolo ma della società attraverso la lente d’ingrandimento della pratica e della riflessione autobiografica. Non a caso si è voluto prendere in esame il concetto di memoria nello specifico della memoria autobiografica, in continuità con il primo capitolo, e memoria collettiva, anche quest’ultima funzionante secondo meccanismi di tipo politico. Il terzo capitolo, relativo alla riflessione sul termine “formazione”, principia dall’intenzione di mettere in rapporto l’azione narrativa e quella formativa con un accento particolare al concetto, all’idea legata alla “formatività” umana, come percorso che continuamente si da e si fa tra l’azione, appunto, e l’evento, il caso, l’occasione che in genere produce, anche inconsapevolmente, il blackout narrativo. La visione pedagogica definita della resistenza o del dissenso, termini richiamati a più riprese, che accompagna l’intero lavoro, parte dall’assunto che resistere e dissentire sono posizioni che si riferiscono a quell’ampia e articolata visione ideologica del mondo, sorta tra Ottocento e Novecento, che ha perseguito, e persegue, la finalità di progettare un “uomo nuovo” e una realtà politica e sociale profondamente altra rispetto a quella omologante attuale, che unisce dialetticamente il singolo e la collettività. Pedagogia, come scienza del dissenso, in quanto sguardo critico sulla società, perennemente rivolto in avanti, sul domani, sul possibile, sull’utopia. L’esempio dell’autobiografia di Aldo Capitini, filosofo e pedagogista del dissenso perugino, riportata integralmente, palesa il suo sforzo di ricerca del cambiamento, di miglioramento, nella convinzione che quanto personalmente vissuto fosse necessario scriverlo, renderlo fruibile, condiviso da più persone. Ecco che la dimensione personale, di resistenza e di dissenso nel suo caso, diviene pensiero comune, movimento, partecipazione, una “scossa” per la collettività. Le riviste, gli archivi, le biblioteche, concepiti come luoghi e strumenti di conservazione e diffusione della memoria, rivestono una delicatissima finalità pedagogica di formazione del soggetto, in una parola aiutano a stimolare e ad alimentare quel processo che, a partire dalla riflessione di Paulo Freire, possiamo definire di “coscientizzazione” dell’uomo. L’obiettivo dell’intero percorso di ricerca è stato quello di sottolineare il rapporto diretto, indissolubile e inesauribile che intercorre tra formazione dell’uomo e formazione della società attraverso uno sguardo eminentemente pedagogico nella convinzione che questo non dovesse tralasciare il portato della politica - intesa non come esercizio del potere ma come progettualità democratica, di formazione e trasformazione dei soggetti e della società - e delle altre scienze dell’educazione, preso da un’angolatura particolare quella della narrazione autobiografica. Il “congegno” autobiografico collegato alla storicità si caratterizza quindi per una intrinseca politicità, per una progettualità pensata in funzione dell’emancipazione del soggetto intesa come «scelta di valore», come vettore guida della trasformazione della società e della formazione del soggetto. | URI : | http://hdl.handle.net/2307/4464 | Xuquuqda Gelitaanka: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Wuxuu ka dhex muuqdaa ururinnada: | Dipartimento di Scienze della Formazione T - Tesi di dottorato |
Fayl ku dhex jira qoraalkan:
Fayl | Sifayn | Baac | Fayl | |
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Tesi dottorato Silvia NANNI - XXV Ciclo.pdf | 672.59 kB | Adobe PDF | Muuji/fur |
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