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http://hdl.handle.net/2307/40790
Titolo: | Il medico condotto nella Capitanata della seconda metà del Novecento : la storia, il vissuto, il racconto | Autori: | Romano, Cristina | Parole chiave: | Salute Relazione terapeutica Condotta medica |
Data di pubblicazione: | 11-apr-2019 | Editore: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | La figura del medico condotto rappresenta uno dei primi tentativi di raccordo tra le tre dimensioni, strettamente connesse tra loro, della salute, della medicina e della sanità. Istituzionalizzata con la Legge Crispi-Pagliani n. 5849 del 1888, tale professione ha visto il proprio terminus ad quem nel 1978 con la Legge n. 833 ed ha attraversato quasi un secolo di storia della medicina e della sanità italiana. Non è esagerato affermare che la condotta medica abbia rappresentato, per alcuni versi, l’atto di inizio della medicina sociale in Italia, cercando “con l’aiuto delle autorità costituite, di tutelare la salute pubblica, prevenendo contagi, pestilenze e, negli anni del Dopoguerra del Novecento, situazioni nocive per le persone, soprattutto per le più bisognose” (Simeoni, 2009, p. 17) e prefigurando un modello di relazione tra medico e paziente improntato alla fiducia, alla disponibilità e al contatto costante. Il presente lavoro di ricerca si propone di investigare la figura del medico condotto nel contesto territoriale della Capitanata della seconda metà del Novecento, nel periodo compreso tra il 1950 e il 1978, l’anno di emissione della già citata Legge n. 833, che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale e, di fatto, liberava i comuni dalle mansioni di gestione della salute e della cura medica dei cittadini. Di qui il proposito di dare “voce” a chi della condotta medica è stato protagonista principale, ovvero il medico, condotto appunto, di cui ricercare, attraverso la pratica narrativa, la testimonianza, il racconto, il ricordo. Ecco, dunque, l’idea di una ricerca che percorra due strade, l’approccio storico e l’approccio biografico, reso possibile, quest’ultimo, dalla vicinanza cronologica degli anni indagati, che vedono ancora in vita una discreta parte dei soggetti coinvolti nell’indagine. Attraverso la somministrazione di un’intervista a medici ex-condotti, molti dei quali ormai in pensione, e il reperimento e l’analisi di scritti a firma di medici, quali diari, studi di caso, appunti (materiali completamente sconosciuti e mai indagati, spesso non pubblicati o, al limite, stampati dall’autore o dai suoi familiari ad esclusivo uso privato), si è proceduto ad una mappatura dello stato di salute dei piccoli centri abitati della provincia di Foggia, in contesti sociali ed economici a carattere per lo più rurale, e ad una ricognizione sulla pratica medica e sulle malattie più ricorrenti e diffuse negli anni che costituiscono il riferimento temporale della ricerca. Accanto a tale tipologia di dati pregnanti e concreti, contemplabili all’interno del campo d’azione della storia della medicina e della storia locale, la lettura delle fonti orali e scritte ha fatto emergere altri aspetti che si potrebbero definire “intangibili”, connessi alla modalità del medico condotto di interagire con i pazienti e all’evolversi della relazione terapeutica. Parte integrante del lavoro è stata anche l’individuazione e l’analisi dei dati provenienti da documenti conservati presso l’Archivio Storico Comunale del paese di pertinenza di uno dei medici intervistati, Celle San Vito, materiali sottoposti per la prima volta ad un’operazione di lettura e di studio, con lo scopo di rintracciare informazioni relative alla condotta medica e ad eventi connessi con la sanità locale. L’indagine è stata dunque guidata dalla volontà di comprendere quali fossero le modalità (i luoghi, i tempi, le azioni, gli strumenti, i soggetti coinvolti) dell’attività del medico condotto nei piccoli centri abitati della Capitanata nella seconda metà del Novecento; come si caratterizzasse la relazione medico-paziente nel passato della pratica della condotta; quale possa essere, ai nostri giorni, l’utilità del ricordo e della testimonianza di eventi e contesti appartenenti alla storia, seppur recente, della medicina, sia per coloro che del racconto sono le voci narranti, sia per i tanti che intendono approcciarsi o già vivono l’ambito professionale della medicina generale, che della condotta medica è la naturale prosecuzione. Nel primo capitolo del lavoro di tesi si delineano i contorni storici, geografici e socio-culturali degli argomenti oggetto di investigazione. Ci si sofferma pertanto sull’istituto della condotta medica, che viene esplorato nelle fasi che ne hanno caratterizzato la storia normativa, e sull’attenzione riservata alla figura professionale del medico condotto nella letteratura scientifica nazionale o, nel panorama più ampio della ricerca all’estero, a figure assimilabili, attive anch’esse nella medicina del territorio in piccoli centri abitati o in contesti rurali. Del medico condotto si cerca di fornire un ritratto a tutto tondo, che tenga conto anche della sua presenza nella produzione letteraria del tempo, senza trascurare l’editoria periodica di tipo specialistico, il cui panorama era già piuttosto ricco nell’Ottocento per quel che riguardava l’ambito sanitario. Il capitolo si propone anche di mettere a fuoco il contesto locale della provincia di Foggia nella seconda metà del Novecento, di cui si analizza il vissuto sociale ed economico, con particolare attenzione alle questioni sanitarie e al legame con l’Ordine dei Medici di Foggia, istituito nel 1944. L’iniziale operazione di studio del cosiddetto “stato dell’arte” sull’evoluzione della medicina condotta nello scenario politico e sociale della penisola italiana negli scorsi secoli, sebbene abbia dichiarati ed espliciti caratteri di ricerca storica, proponendosi dunque l’evidente obiettivo di ricavare dati e notizie relativi a tale istituto, non si trattiene dal guardare da un punto di vista più interno, quasi introiettato, alle biografie e ai profili dei tanti medici condotti di cui le fonti storiche e le opere letterarie e artistiche hanno tramandato nomi, voci e storie, cercando di recepirne le soddisfazioni, le esitazioni, le difficoltà connesse al lavoro da essi svolto. Nei capitoli successivi si entra nel vivo dell’operatività del lavoro di ricerca, dando spazio alle tre “azioni”, ai tre strumenti di indagine cui si è fatto ricorso. Il secondo e il terzo capitolo ospitano quindi le testimonianze e le memorie di medici condotti, raccolte per mezzo della proposta di interviste e della lettura di eventuali scritti a carattere diaristico. L’analisi dei vari materiali offre molteplici possibilità di interpretazione aprendo la strada a diversificati spazi di indagine, che affiancano alla prospettiva prettamente storica (nella fattispecie, di storia della medicina, della legislazione sanitaria, della società, della cultura, dell’economia, del territorio) anche utilizzi di natura più squisitamente pedagogica, che guardano all’atto stesso del raccontare e del raccontarsi, da parte degli intervistati, come persone e come professionisti. Il quarto capitolo invece ha il compito di censire i documenti inerenti questioni medico-sanitarie reperiti presso l’Archivio di Celle San Vito. Tale ricognizione ha consentito di elevare il paese in questione, facilmente analizzabile nel suo essere il più piccolo in Capitanata per numero di abitanti, a caso-tipo tra i tanti centri abitati della provincia di Foggia e, più in generale, del Mezzogiorno d’Italia, nell’ultima fase di vita della condotta medica e della secolare stagione di gestione della questione sanitaria a carico delle amministrazioni comunali, aggiungendo un ulteriore tassello al mosaico degli studi sul tema a carattere locale. La domanda di ricerca iniziale ha dunque trovato risposte quantitativamente e qualitativamente rilevanti dal punto di vista di una più capillare conoscenza delle azioni e delle competenze professionali del medico condotto, con particolare attenzione a quella fase “ultima” della storia normativa e operativa della condotta medica ancora poco indagata dalla letteratura scientifica sull’argomento, ovvero il trentennio compreso tra la fine del secondo conflitto mondiale e l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, nello scenario idealtipico di alcuni piccoli centri abitati della provincia di Foggia. Parallelamente alla lettura di carattere specificatamente storico, è poi possibile guardare alla ricerca da diverse angolazioni, che riflettono prospettive e chiavi interpretative diverse e aprono la strada a spunti di riflessione che si potrebbero icasticamente e sinteticamente definire “umani”, quali quelli connessi alla dimensione della vecchiata, vista l’anziana età dei medici coinvolti, e ad una questione “di genere”, alla luce della constatazione della totale assenza – nell’ambito delle varie azioni della ricerca – di donne che abbiano ricoperto la professione di medico condotto. Le possibili e positive ricadute d’uso della ricerca in iniziative di formazione per i medici generale, diretti “eredi” del medico condotto, rappresentano l’ipotesi di prosecuzione a lungo termine dell’indagine. In tale prospettiva, l’esempio storicamente fondato del medico condotto ha una indiscutibile pregnanza. Un medico presente e disponibile, calato nel territorio, in diretto contatto con il suo paziente e il contesto familiare e sociale in cui vive, un professionista il cui agire è investito “di una valenza non solo diagnostica-terapeutica, ma anche pedagogica, curativa, tutelare” (Cosmacini, 2000, p. 153) nei confronti del paziente, il cui stato di benessere deve essere considerato con uno sguardo onnicomprensivo, olistico. Non si tratta chiaramente di riportare in vita la “benemerita” figura del condotto ottocentesco, ma di “consentire al medico generale di recuperare la nozione globale della propria attività, ispirata ad un paradigma ippocraticamente perenne, dove l’interesse per i fattori somatici e psichici di equilibrio interno si prolunga nell’interesse per i fattori esterni di salubrità” (Cosmacini, 2006, p. 386), rimettendo in moto il circolo virtuoso tra salute, medicina e sanità di cui il medico condotto ha costituito per secoli la viva e capace incarnazione. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/40790 | Diritti di Accesso: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
È visualizzato nelle collezioni: | Dipartimento di Scienze della Formazione T - Tesi di dottorato |
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