Indagine sociologica, metodologie compositive e fonti scientifiche nel testo naturalista

Abstract

La tesi intende dimostrare che Giovanni Verga ed Émile Zola, in quanto scrittori realisti, si avvalsero entrambi di paradigmi epistemologici e storici al fine di inquadrare oggettivamente l’epoca di profonde trasformazioni, sia sul piano economico sia sul piano sociale, in cui essi si trovarono a vivere. A tale scopo nei capitoli centrali e d’impianto storiografico ho ricostruito i contatti, le influenze reciproche e le affinità tematiche che accomunano le opere di narrativa di questi due autori. Nella seconda parte della tesi, ovvero nei due lunghi capitoli conclusivi, l’analisi filologica dei manoscritti preparatori del romanzo Au Bonheur des Dames (1883) mi ha consentito di sostanziare le ipotesi di carattere metodologico sostenute nella prima parte della trattazione; lo studio comparativo e la relazione emergente dal confronto tra gli esiti della fase osservativa e i risultati sperimentali, di cui il romanzo era la prova, ha quindi favorito la messa in evidenza delle tre fasi della metodologia creativa adottata da Zola – una prima fase etnografica di studio “sul campo” del milieu prescelto per la narrazione, una seconda fase di riflessioni autoriali e, in ultimo, la concentrazione dei contenuti e delle considerazioni all’interno di una trama e di un dramma sperimentali. All’elaborazione zoliana del testo – fondata sui principali paradigmi scientifici dell’epoca e su una forte allegorizzazione interna – ho potuto contrapporre la metodologia dei veristi Giovanni Verga e Luigi Capuana, i quali, rifiutando la scientifizzazione dell’arte, si affidarono, sin dalle prime prove veriste intorno al 1880, al potere rievocativo e inverante dell’osservazione storica e d’impronta sociologica.