Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/3900
Titolo: Archeologia e storia di un paesaggio urbano : l'area a nord di via delle Botteghe oscure
Autori: Facchin, Giulia
Relatore: Santangeli Valenzani, Riccardo
Data di pubblicazione: 19-apr-2011
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La presente ricerca è stata intesa a narrare la storia e l’archeologia del paesaggio urbano di una parte del centro di Roma dalla sua prima strutturazione architettonica al situazione contemporanea, con una particolare attenzione alle dinamiche di re-impiego e di distruzione operate sulle varie costruzioni via via presenti sul terreno. Il metodo adottato è stato duplice, regressivo e induttivo a seconda delle finalità perseguite. È stata una ricerca archeologica nell’approccio al paesaggio in quanto questo è stato considerato in tutti i suoi aspetti materiali di presenze e assenze di elementi strutturali sul terreno. Ma lo studio si è poi avvalso di un’ampia serie di fonti per arrivare ad una ricostruzione storicodiacronica, nei limiti del possibile, quanto più organica. Si è attinto quindi a fonti letterarie, epigrafiche, numismatiche, archivistiche, cartografiche, iconografiche, mantenendo sempre fisso l’obiettivo dell’analizzare le modalità di mantenimento o cambiamento del contesto paesaggistico. Il settore preso in considerazione è l’insieme degli isolati perimetrati dagli odierni corso Vittorio Emanuele II a nord, via dell’Aracoeli a est, via delle Botteghe oscure a sud e via di san Nicola dei Cesarini a ovest. L’area era caratterizzata in antico prima da un tempio (fine II sec. a.C.), che sorgeva solitario in un vasto spazio aperto e poi, in età domizianea (81-96 d.C.), da un grande quadriportico, la porticus Minucia, che recintava il tempio ed era probabilmente destinato alle distribuzioni a prezzo calmierato del frumento alla popolazione urbana. A seguito degli interventi di spoliazione e della ripetuta esposizione al degrado, dinamiche avvenute in epoca tardo antica (IV-VIII sec. d.C.), entrambe le strutture ne sono ri-emerse nel corso dell’alto Medioevo prive della loro valenza pubblica e, il quadriportico in particolare, del suo aspetto centripeto e geometricamente codificato. Quello che in antico era quindi un sito pubblico entra ora a far parte dell’abitato residenziale privato della Roma medievale. L’ampio edificio di forma rettangolare che definiva il paesaggio antico è frantumato a costituire una serie di isolati dalle forme più varie che in epoca basso-medievale sono gradualmente occupati da serie di case, basse, strette e profonde, di proprietà soprattutto del ceto mercantile. Questo è il paesaggio che si mantiene fino all’epoca della Controriforma, quando i monumenti antichi sono ormai cancellati e il tessuto edilizio parcellizzato è convogliato verso la strutturazione di grandi palazzi di proprietà di alcune famiglie notabili (Ruggeri, Ginnasi, Petroni), o di enti ecclesiastici (Collegio Calasanziano). Sono questi gli stessi palazzi che fisicamente ancora caratterizzano l’area. Ultimi avvenimenti che hanno prodotto sostanziali trasformazioni nell’area oggetto della ricerca intervengono con l’Unità di Italia e il trasferimento della capitale a Roma. Nel delineare la nuova Roma dei Ministeri e della burocrazia, il tessuto medievale e moderno è modificato soprattutto in funzione dell’apertura delle grandi arterie di traffico, celebrative della nuova epoca e dell’apertura al confronto con il mondo estero. Corso Vittorio Emanuele II, prima, e via delle Botteghe oscure, poi, saranno soggette a massicce demolizioni per allargarne la sede stradale. Parte del tessuto residenziale affacciato sulle strade è distrutto e così facendo riemerge al contempo il tessuto antico ormai dimenticato. Riemerge anche l’elemento da cui la ricerca era iniziata: il tempio anticamente elemento isolato in uno spazio aperto, è ora ingabbiato in una temporanea, ma ormai radicata, sistemazione ad area archeologica che isola l’antico dal contemporaneo, dando il senso di come attualmente passato e presente non sappiano che convivere stridendo.
URI: http://hdl.handle.net/2307/3900
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione
T - Tesi di dottorato

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