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http://hdl.handle.net/2307/6054
DC Field | Value | Language |
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dc.contributor.advisor | Trapani, Mario | - |
dc.contributor.advisor | Ferrajoli, Luigi | - |
dc.contributor.author | Effer Lopez Kelly, Tatiana | - |
dc.date.accessioned | 2018-07-13T10:56:52Z | - |
dc.date.available | 2018-07-13T10:56:52Z | - |
dc.date.issued | 2016-05-16 | - |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/2307/6054 | - |
dc.description.abstract | Obiettivo della mia ricerca è evidenziare i punti deboli della teoria della pena e la necessità dell’integrazione del garantismo penale in relazione alla sanzione penale. La realtà della pena esige il suo ripensamento e il suo adeguamento ai principi dello Stato costituzionale, poiché palesa l’assenza di efficaci garanzie dei diritti fondamentali. Benché ogni pena consista in una menomazioni di diritti, un sistema garantista deve assicurare a chiunque subisca una pena la tutela di tutti i diritti la cui menomazione non sia legalmente prevista. In altre parole, deve tutelare il condannato dall’esercizio sregolato e indebito del potere punitivo. Tuttavia, tradizionalmente si percepisce come una grande ingiustizia la condanna dell’innocente e non l’eccessiva afflittività della condanna di coloro ritenuti colpevoli. I principi assiologici dell’odierno costituzionalismo esigono un novo paradigma di definizione, comminazione ed esecuzione delle pene, che consideri il condannato come soggetto di diritto (non come oggetto di una punizione), e la pena, di conseguenza, come l’imposizione di obblighi e/o divieti. Non può essere irrogata, ma prima ancora comminata, una pena il cui contenuto non sia predeterminato tassativamente dalla legge. Perché l’esecuzione penale non si converta in una pratica di dominio e violenza dell’uomo sull’uomo, la legge penale deve rispettare il canone della tassatività - oltre che nella qualificazione dei reati - nella configurazione delle sanzioni, connotandone esattamente il contenuto afflittivo in termini di diritti limitati o sospesi. Questa prospettiva rileva l’illegittimità della reclusione in quanto irriducibile a obblighi predeterminabili tassativamente. La cultura giuridica ha da tempo delegittimato le fattispecie in bianco. È necessario fare altrettanto con le pene in bianco e rendere compatibile lo stato di detenzione con lo stato di diritto. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.publisher | Università degli studi Roma Tre | it_IT |
dc.subject | Giustizia penale | it_IT |
dc.subject | Tassativita' reclusione | it_IT |
dc.subject | Garantismo | it_IT |
dc.title | La pena in bianco. La legalità "nella misura del possibile" | it_IT |
dc.type | Doctoral Thesis | it_IT |
dc.subject.miur | Settori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche | it_IT |
dc.subject.miur | Settori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche | it_IT |
dc.subject.anagraferoma3 | Scienze giuridiche | it_IT |
dc.rights.accessrights | info:eu-repo/semantics/openAccess | - |
dc.description.romatrecurrent | Dipartimento di Giurisprudenza | * |
item.languageiso639-1 | other | - |
item.grantfulltext | restricted | - |
item.fulltext | With Fulltext | - |
Appears in Collections: | Dipartimento di Giurisprudenza T - Tesi di dottorato |
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