Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/5993
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dc.contributor.advisorTrapani, Mario-
dc.contributor.authorJacoangeli, Alessandro-
dc.date.accessioned2018-07-11T15:37:37Z-
dc.date.available2018-07-11T15:37:37Z-
dc.date.issued2016-05-16-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/5993-
dc.description.abstractIl lavoro di tesi si propone di indagare il contenuto e la portata precettiva del principio di precauzione nell’ambito del diritto penale. A tal proposito si è suddivisa l’attività di ricerca in tre distinte parti. All’interno della prima, si è inteso offrire un inquadramento dogmatico del principio di precauzione, da intendersi come criterio giuridico finalizzato a prevenire eventi pregiudizievoli in un contesto di incertezza scientifica. In parte qua, ci si è confrontati con le numerose fonti di diritto internazionale che hanno, per prime, sancito l’ingresso della logica precauzionale in diversi ambiti di interesse giuridico: dalla tutela dell’ambiente a quella del consumatore, dagli OGM ai rischi connessi alla produzione industriale. Nella seconda parte, si è cercato di svolgere una ricognizione accurata delle fonti di diritto interno che risultano ispirate, più o meno esplicitamente, al principio di precauzione. In questo senso, si è proceduto all’analisi della disciplina dettata in materia di OGM e MOGM dai decreti legislativi 206/2001 (attuazione della Direttiva 98/81/CE), n. 224/2003 (attuazione della Direttiva 2001/18/CE) e n. 70/2005 (che tipizza le disposizioni sanzionatorie per la violazione dei Regolamenti CE 1829/2003 e 1830/2003). Particolare attenzione è stata, inoltre, dedicata al tema della responsabilità di tipo precauzionale riveniente dalla distribuzione di prodotti destinati al commercio. La terza parte del lavoro affronta, infine, il tema della compatibilità della logica precauzionale con alcune categorie dogmatiche del diritto penale classico. In particolare ci si interroga se l’istituto di cui è questione, fondato sull’assenza di un saldo coefficiente di certezza scientifica, sia conciliabile con il principio condizionalistico sancito dagli artt. 40 e 41 c.p. e con le esigenze di accertamento che vi sono connesse. Si è inoltre analizzato se il modello precauzionale possa fungere da parametro di integrazione del criterio di imputazione soggettiva della colpa, soprattutto in relazione ai canoni di prevedibilità ed evitabilità dell’evento dannoso, posti dall’art. 43 c.p.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.subjectPrecauzioneit_IT
dc.subjectRischioit_IT
dc.subjectPericoloit_IT
dc.subjectDiritto penaleit_IT
dc.subjectCausalitàit_IT
dc.subjectResponsabilitàit_IT
dc.title“Il principio di precauzione nel diritto penale del rischio”it_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO PENALEit_IT
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Lawit_IT
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheit_IT
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.languageiso639-1other-
item.grantfulltextrestricted-
item.fulltextWith Fulltext-
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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