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http://hdl.handle.net/2307/5947
DC Field | Value | Language |
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dc.contributor.advisor | Sabatini, Gaetano | - |
dc.contributor.advisor | Bozzo, Anna | - |
dc.contributor.author | Conte, Giampaolo | - |
dc.date.accessioned | 2018-07-09T10:28:02Z | - |
dc.date.available | 2018-07-09T10:28:02Z | - |
dc.date.issued | 2016-06-27 | - |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/2307/5947 | - |
dc.description.abstract | In questo studio si ritiene rilevante evidenziare il sottile e duplice ruolo, politico ed economico, giocato dall’Italia all’interno del Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico ottomano quale strumento non solo di politica di potenza da parte del governo di Roma, ma anche, congiuntamente con una fase di forte sviluppo industriale, come strumento per i tentativi di espansione italiana nella regione tra il 1881 ed il 1914. Il ruolo di non secondaria importanza nonché la posizione di centralità ricoperta dall’Italia all’interno del consiglio del debito è stata fino ad oggi ampiamente sottovalutata. Le stesse scelte operate da Roma nell’ambito delle funzioni strutturali e decisionali del consiglio internazionale, spesso ben distanti da posizioni di passività e di assoggettamento al volere delle grandi potenze europee, sono state espressione di ferma capacità e chiari intenti propulsivi e propositivi. Alcuni rappresentanti italiani, spesso in disaccordo con lo stesso governo, non mancarono di dare la loro impronta ad un’istituzione finanziaria non infrequentemente veicolo di azioni speculative ed ingerenze pericolose nella vita economica dell’impero ottomano. La crescente ambizione italiana nel consiglio del debito e i maggiori successi economici in patria portarono allo stabilirsi di due importanti istituti bancari italiani nella capitale dell’impero. Se il caso del Banco di Roma e della Società Commerciale d’Oriente verranno analizzati sia separatamente che all’interno di un contesto fosco di concorrenza fatto di invidie e colpi bassi, si vuole al contempo sottolineare il filo rosso esistente tra tali istituti bancari e la presenza italiana nel consiglio del debito quale anello di congiunzione e trampolino di lancio per iniziative finanziarie sia pubbliche che private. Peculiarità del nostro lavoro vuole essere la capacità di analizzare alcuni aspetti inerenti le attività italiane nell’impero ottomano attraverso un’analisi che inquadri tali imprese in un contesto sociale, economico e politico di una realtà ottomana che resta il centro della nostra ricerca, il punto focale del nostro lavoro. | it_IT |
dc.language.iso | it | it_IT |
dc.publisher | Università degli studi Roma Tre | it_IT |
dc.subject | storia dei paesi islamici | it_IT |
dc.subject | storia economica | it_IT |
dc.title | Politica e finanza italiana nel Tardo Impero Ottomano : la partecipazione al Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico Ottomano ed il ruolo della Società Commerciale d'Oriente e del Banco di Roma (1881-1914) | it_IT |
dc.type | Doctoral Thesis | it_IT |
dc.subject.miur | Settori Disciplinari MIUR::Scienze economiche e statistiche::STORIA ECONOMICA | it_IT |
dc.subject.isicrui | Categorie ISI-CRUI::Scienze economiche e statistiche::Economics | it_IT |
dc.subject.anagraferoma3 | Scienze economiche e statistiche | it_IT |
dc.rights.accessrights | info:eu-repo/semantics/openAccess | - |
dc.description.romatrecurrent | Dipartimento di Studi Umanistici | * |
item.grantfulltext | restricted | - |
item.languageiso639-1 | other | - |
item.fulltext | With Fulltext | - |
Appears in Collections: | Dipartimento di Studi Umanistici T - Tesi di dottorato |
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