Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/535
Titolo: Collezionismo e mercato di disegni a Roma nella prima metà del Settecento : protagonisti, comprimari, comparse
Autori: Guerrieri, Marzia
Relatore: Sapori, Giovanna
Data di pubblicazione: 10-mag-2010
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Nel I capitolo (Lo stato degli studi) ho compiuto una ricognizione bibliografica sulla storia del collezionismo di disegni e stampe cercando di analizzare i problemi ancora aperti sull’argomento. Il capitolo successivo (Il contesto : mecenati, artisti, dilettanti delle arti) è dedicato alla ricostruzione della rete di relazioni che caratterizzò l’ambiente antiquario romano di primo Settecento. Partendo dalla figura di Nicola Pio ho potuto chiarire meglio i suoi legami con l’antiquario Pietro Santi Bartoli e il canonico Vincenzo Vittoria, oltre a ricostruire il suo entourage attraverso l’individuazione di personaggi quasi sconosciuti come il protonotario Odoardo de Silva, i collezionisti Lazzaro e Ludovico Leonetti, il padre cistercense Giovanni Guerrero. Ho inoltre ricostruito la figura del priore Francesco Antonio Renzi, una delle più interessanti all’interno di questa ricerca e analizzato la figura del cardinal Gualtieri attraverso lo studio della sua corrispondenza e del suo Diario conservati a Londra. Sulla scorta di un manoscritto conservato a Bologna ho trovato ulteriori notizie sull’ambiente antiquario romano e su Vittoria, attraverso il carteggio tra il pittore Ludovico Antonio David e il biografo Pellegrino Orlandi, in rapporto anche con il priore Renzi. Nel III capitolo (Le principali raccolte romane: formazione, consistenza, allestimento, modelli e percorsi comuni), dopo una breve introduzione storica sulle tipologie delle raccolte di grafica, le sue teorizzazioni e i suoi archetipi nel Cinquecento, ho cercato di isolare le categorie più ricorrenti nelle collezioni di disegni e stampe che coincidono con le “classi” identificate da Quiccheberg nel 1565 (artificiosa, naturalia, instrumenta, figure concettuali) e di verificarne la presenza nelle raccolte dei dilettanti romani, allo scopo di individuare una matrice culturale comune ad essi. Mi sono soffermata sulla funzione del disegno come strumento di conoscenza, e quindi sulla concezione, comune ai vari collezionisti, di raccolta intesa come strumento per tracciare un disegno storico dell’arte italiana. Infine ho indagato la metodologia che accomuna la formazione delle principali raccolte romane, individuando in padre Resta un modello di riferimento per i dilettanti romani, in particolare Nicola Pio, Francesco Antonio Renzi e Vincenzo Vittoria. Il IV e ultimo capitolo (La dispersione delle collezioni: il silenzio delle fonti) si apre con una panoramica sulla dispersione delle principali raccolte romane intorno alla metà del Settecento malgrado i provvedimenti pontifici di tutela del patrimonio artistico. Ho analizzato la difficoltà di ricostruire e documentare le vendite delle maggiori raccolte alienate all'estero per una sostanziale mancanza di documenti, e ho esposto le direzioni di ricerca esplorate, purtroppo senza risultati considerevoli: schede Garampi presso l’ASV. Archivio di Michel-Ange de La Chausse a Nantes e archivio Gualtieri a Londra e ho illustrato i problemi relativi alle ricerche intorno alle raccolte di Vittoria, Pio, Renzi, Pier Leone Ghezzi, ecc. I documenti emersi nel corso della ricerca sono integralmente trascritti nell'Appendice Documentaria.
URI: http://hdl.handle.net/2307/535
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione
T - Tesi di dottorato

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