Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/5079
Title: Riforme al sistema giudiziario nel biennio costituzionale dello stato pontificio (1846-1848)
Authors: Pinto, Maria Gemma
Advisor: Alvazzi Del Frate, Paolo
Keywords: giustizia
Stato pontificio
1848
Issue Date: 6-Jun-2013
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Il nostro elaborato si propone l’obiettivo di ricostruire l’organizzazione dell’ordinamento giudiziario civile e penale durante il lungo pontificato di Pio IX, analizzando quelli che furono i momenti e gli obiettivi delle riforme, soprattutto nel periodo che va dal 1846 al 1848 (periodo costituzionale). L’intento che ci proponiamo è quello di offrire un quadro completo e scientifico di come venne amministrata la giustizia nell’ultima fase di vita dello Stato pontificio, mettendo in evidenza come le riforme che investirono l’ordinamento giudiziario abbiano rispecchiato perfettamente i diversi indirizzi politico-amministrativi assunti dal Pontefice e dagli uomini che ressero la cosa pubblica nella seconda metà del XIX secolo. Le ricerche sono state condotte principalmente presso l’Archivio di Stato di Roma, presso l’Archivio Segreto Vaticano, la Biblioteca vaticana e la Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. L’approccio con gli argomenti trattati si è rivelato da subito molto interessante, in quanto finora la complessiva valutazione degli elementi del riformismo di Pio IX si è basata su interpretazioni assai valide, ma che il più delle volte non hanno nascosto alcune note critiche negative. Si può dire che si è pervenuti ad un giudizio complessivo sul primo Pio IX abbastanza univoco nel riconoscere «la bontà delle intenzioni del papa, ma anche nel sottolineare l’incauta impoliticità dei suoi atteggiamenti, stretti tra l’impulso a portare avanti l’idea di una Chiesa come baluardo contro la rivoluzione, e l’esigenza di riprendere, sulla base di un sincero sforzo di collaborazione e anzi di un vero e proprio sentimento di reciproco amore, il dialogo da lungo tempo interrotto con la comunità dei fedeli.» E’ di questo parere Alberto Maria Ghisalberti, quando afferma, inoltre, a proposito della scarsa incisività delle riforme di Pio IX, che «qualche cosa, tuttavia, si faceva, a conferma delle buone intenzioni pontificie e a soddisfazione di quanti avrebbero voluto, come la maggior parte dei moderati e dei rappresentanti del Corpo diplomatico, che Pio IX si incamminasse da solo e decisamente per la via di un temperato ma convinto riformismo.» Si potrebbe quasi dire che oggi non vi sia spazio per chi volesse riconsiderare la stagione delle riforme fiorita nel primo biennio del regno di Pio IX. Tuttavia sembra che se oggi ci sia un tema su cui valga la pena di avviare un’ ulteriore riflessione sia proprio quello del riformismo e in particolare quello di Pio IX, a patto di inserirlo nella dialettica delle forze politiche con cui ebbe a confrontarsi e da cui fu in un modo o nell’altro condizionato. Non può infatti ignorarsi innanzitutto che ciò che per qualunque altro Stato si sarebbe potuto considerare solo un modesto lavoro di rifacimento di strutture ormai ossificate, acquistava un significato profondamente diverso se riferito allo Stato della Chiesa e al potere temporale, perché entrambi erano stati da sempre intesi come i presupposti di una società apoditticamente perfetta e perciò non suscettibile di revisioni di sorta né bisognosa di operare le eventuali correzioni sotto la pressione di spinte provenienti dall’esterno. Una analisi approfondita e una riscoperta di documenti già noti ma per lungo tempo sottovalutati, ci ha permesso di approcciarci con una dimensione nuova dello Stato Pontificio, che, per quanto riguarda il tema oggetto del nostro studio, l’amministrazione della giustizia, ha condotto a risultati sorprendenti. Ci siamo trovati di fronte ad una realtà vivacissima, composta da un gran numero di giuristi desiderosi di rinnovare le arcaiche e ingarbugliate strutture del sistema giurisdizionale pontificio, protagonisti di un dibattito giuridico dal quale traspare tutto il fervore per i mutamenti culturali e politici che stavano interessando la maggior parte degli Stati italiani nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Per quanto riguarda l’aspetto sostanziale e strutturale del nostro elaborato, abbiamo proceduto ad una suddivisione in tre capitoli. Nel primo è stato fornito un quadro generale di come era organizzato il sistema giudiziario prima dell’avvento di Pio IX, a partire dalla seconda Restaurazione fino a tutto il pontificato di Gregorio XVI; il secondo capitolo è stato invece dedicato alla descrizione delle riforme giudiziarie durante la prima fase del pontificato di Pio IX, negli anni 1846 e 1847; nel terzo e ultimo capitolo è stato invece dato ampio spazio a quelle che furono le riforme più importanti del pontificato di Pio IX per quanto riguarda il sistema dell’amministrazione della giustizia, attraverso lo studio dell’iter formativo di due regolamenti giudiziari messi a punto dai nuovi organi costituzionali creati da Pio IX nel cosiddetto “periodo costituzionale” (1847-1848), la Consulta di Stato e il Consiglio di Stato, all’interno dei quali si sviluppò un vivo dibattito sull’attuazione di quelle riforme giudiziarie che avrebbero potuto dare un volto nuovo all’antico sistema di giustizia dello Stato pontificio. Nell’appendice documentaria, a completamento del lavoro di ricerca, sono inoltre stati inseriti documenti inediti contenenti le trascrizioni dei dibattiti consiliari conservati nei fondi dell’Archivio di Stato di Roma.
URI: http://hdl.handle.net/2307/5079
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato

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