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http://hdl.handle.net/2307/4781
Title: | Sorveglianza e cultura visuale : dispositivi, pratiche ed esperienze tra cinema, arte e spazio urbano | Authors: | Romano, Erica | Advisor: | Zagarrio, Vito | Keywords: | war-movies cultura visuale sorveglianza geolocalizzazione social media |
Issue Date: | 4-Jun-2015 | Publisher: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | William J. T. Mitchell ha definito il pictorial turn come un rinnovato interesse nell’ambito degli studi umanistici per le immagini e per la visualità nel suo complesso all’indomani del linguistic turn, che aveva informato la riflessione critica sulle forme culturali a partire dagli anni Settanta. Per Mitchell non si tratta della necessità di una cieca adesione allo studio del “visuale”, bensì della presa di coscienza del fatto che le immagini portano con sé un alto grado di problematicità nelle indagini ad esse dedicate. Sulla scia di queste considerazioni questo studio analizza il rapporto tra i dispositivi di visione e quelli di sorveglianza per comprendere come si sia sedimentato a partire dalla modernità e in quali delle attuali pratiche di visione ed esperienza urbana si configura. La questione della sorveglianza, soprattutto nella declinazione foucaultiana, ha orientato molti degli approcci più interessanti nell’ambito degli studi visuali. Partendo da questa consapevolezza si tenterà di definire e comprendere i termini di due polarità che informano la cultura delle immagini sin dall’Ottocento: quella della sorveglianza e quella dello spettacolo. Nella prima parte del seguente lavoro si seguirà un approccio genealogico alle questioni della visione, per dar conto della dimensione storica nella quale la dialettica tra spettacolo e sorveglianza, traggono origine. Si analizzarà la visione in una prospettiva storica, che è quella adottata dagli studi visuali: i modi della percezione umana mutano, in quest’ottica, al mutare delle condizioni e delle epoche storiche e il rapporto tra la storia della percezione e l’evoluzione dei media cinema e fotografia è da porre necessariamente in relazione con la società moderna e le dinamiche economiche che la animano, nonchè con le interruzioni e le discontinuità che hanno animato questo processo di evoluzione della visione e che hanno favorito, in epoca moderna, la nascita di un nuovo soggetto percipiente. Nella seconda parte della tesi il tentativo di storicizzazione del rapporto tra sorveglianza e visione cederà il passo a un excursus sullo stato della metropoli contemporanea, per poi arrivare all’analisi delle pratiche quotidiane nelle quali è possibile rintracciare le intersezioni tra l’orizzonte del controllo e i social media. La convergenza dei media, la diffusione di una rete invisibile e immateriale di dati digitali, la proliferazione degli schermi e la circolazione delle immagini digitali hanno notevolmente modificato il nostro rapporto con la città e ridefinito l’esperienza urbana. Una ricognizione delle principali teorizzazioni su metropoli e globalizzazione sarà utile a definire quello spazio urbano in cui sono all’opera nuovi dispositivi e pratiche di visione. Lo studio delle nuove esperienze urbane rientra infatti a pieno titolo nell’orizzonte degli studi visuali nel momento in cui si propone di mettere a fuoco la visualità negli ambienti mediali urbani. Successivamente, nel terzo capitolo, si tenterà di analizzare la questione della sorveglianza in Rete, tentando di rivedere il concetto di partecipazione in chiave critica. Si analizzerà il funzionamento di alcune piattaforme e applicazioni locative con un focus sulla geolocalizzazione, oggi opzione incorporata in tutti i dispositivi mobili, nuova modalità per esperire e rappresentare lo spazio. La videosorveglianza e i nuovi sistemi di geolocalizzazione insieme al moltiplicarsi degli ambienti di circolazione delle informazioni visive e alla crescente proliferazione degli schermi negli ambienti urbani, hanno ridefinito la spazialità contemporanea; la pervasività di Internet ha imposto negli ultimi anni una ricombinazione ed una convergenza di linguaggi differenti. La cultura visuale contemporanea è stata fortemente influenzata dal paradigma visuale della sorveglianza. Il cinema ha oggi assecondato un nuovo tipo di estetica dell’ibridazione e in molti esiti del cinema hollywoodiano contemporaneo è rintracciabile l’integrazione del regime visuale della sorveglianza all’interno della narrazione. Lo “sguardo del controllo” è divenuto un codice rappresentativo che ha ampiamente informato il cinema contemporaneo, i videogiochi e il lavoro di molti artisti che negli ultimi anni hanno avviato una riflessione sul tema del controllo. Nel quarto capitolo si darà quindi conto della tendenza del cinema americano contemporaneo a replicare questo sguardo. Il regime scopico della sorveglianza, soprattutto all’interno del filone dei war-movies, interroga lo statuto stesso dell’immagine cinematografica nell’epoca del digitale, portando alla luce nuovi nuclei di riflessione sulle questioni dell’indessicalità, del valore testimoniale delle immagini e sulla natura metamediale del cinema contemporaneo. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/4781 | Access Rights: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Appears in Collections: | Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo T - Tesi di dottorato |
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