Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/4488
Titolo: Le pratiche commerciali aggressive nelle strategie di marketing
Autori: Cavallo, Claudia
metadata.dc.contributor.referee: Del Moral Dominguez, Lourdes Fernández
Data di pubblicazione: 18-apr-2011
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Lo studio del tema di ricerca assegnato parte dall’analisi della direttiva 2005/29/CE, concernente le “pratiche commerciali scorrette tra professionisti e consumatori”, e del relativo d.lgs. n. 146 del 2 agosto 2007 che ne ha permesso il recepimento nel nostro ordinamento. Il d.lgs. del 2007 ha, infatti, permesso l’introduzione della normativa sulle pratiche commerciali scorrette all’interno del Codice del Consumo (introdotto, a sua volta, dal d.lgs. n. 206 del 6 settembre 2005) modificandone gli artt. dal 18 al 27 e consentendo l’inserimento dei nuovi artt. 27-bis, 27-ter e 27-quater. Dalla lettura degli stessi testi normativi, si desume facilmente che, ai sensi dell’art. 20, comma 2, del Codice del Consumo, una pratica commerciale può dirsi scorretta se: a) è falsa o comunque idonea a falsare, in misura rilevante, il comportamento economico del consumatore medio al quale è rivolta, o del membro medio del gruppo considerato qualora la pratica commerciale sia diretta ad un determinato gruppo di consumatori; e b) se è contraria alle norme sulla diligenza professionale. Al contempo, invece, ai sensi dell’art. 24, comma 1, del Codice del Consumo, una pratica commerciale può dirsi aggressiva allorquando, mediante molestie, coercizione, compreso il ricorso alla forza fisica o all’indebito condizionamento, la pratica commerciale limiti o sia idonea a limitare considerevolmente la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio in relazione al prodotto e, pertanto, lo induca, o sia anche soltanto idonea ad indurlo, ad assumere una decisione di natura economica e commerciale che altrimenti non avrebbe preso. Il lavoro si compone di tre parti fondamentali. Nella prima parte, si analizzerà il carattere aggressivo di una pratica commerciale con particolare attenzione all’impatto che la stessa può esercitare sul consumatore, e in particolar modo sulla figura del consumatore medio, nonché osservare il rapporto che intercorre tra la normativa dettata in materia di pratiche commerciali aggressive e quella relativa alla “diligenza professionale”, intesa, ai sensi dell’art. 18, comma 1, lett. h, del Codice del Consumo, quale il normale grado di competenza, di cura e di attenzione che i consumatori possono ragionevolmente attendersi che i professionisti adotteranno nei loro confronti. Nella seconda parte della tesi, si esaminerà il rapporto intercorrente tra le pratiche commerciali aggressive e le strategie di marketing. Le imprese, infatti, nell’ottica di incrementare il proprio volume d’affari e massimizzare i livelli di profitto raggiungibili, possono dar vita, nel normale svolgimento della loro attività, ad un notevole ricorso a pratiche commerciali, o anche strategie di vendita, in grado di influenzare la libera formazione del processo decisionale del consumatore fino a farlo addivenire a delle decisioni di natura economica e commerciale assolutamente non libere, non informate e non consapevoli. Si esamineranno, dunque, le singole fattispecie che compongono la categoria delle pratiche commerciali aggressive, (distinte tra pratiche commerciali moleste, coercitive e indebitamente condizionanti, nonché le pratiche commerciali da considerarsi “in ogni caso” aggressive, che si dividono, a loro volta, in pratiche commerciali minatorie, petulanti e defatiganti), ivi inclusa l’attività del telemarketing. La terza ed ultima parte della ricerca sarà improntata, infine, allo studio della tutela predisposta per il consumatore dalle pratiche commerciali aggressive. Dopo aver considerato, per ogni singola categoria di pratica commerciale aggressiva, alcuni dei provvedimenti deliberati dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, si andranno ad esaminare i rimedi (sia di natura individuale che collettiva) messi a disposizione del consumatore per tutelarsi adeguatamente dalle pratiche commerciali scorrette, in generale, e dalle pratiche commerciali aggressive, in particolare. In quest’ultimi anni, in effetti, si è potuto assistere ad un incremento dei poteri riconosciuti all’Autorità Garante in materia di pratiche commerciali aggressive, la quale potrà, infatti, intervenire non soltanto sulla base di una diretta segnalazione da parte dei soggetti interessati,(ad es.: i consumatori, le associazioni, etc.), ma potendo contare, inoltre, sulla “procedibilità d’ufficio”, nonché sulla possibilità di intervenire mediante l’applicazione di sanzioni di importo sempre più elevato. Tale inasprimento ha uno scopo puramente deterrente volto soprattutto a scoraggiare i professionisti dal tenere determinati comportamenti aggressivi (rectius generalmente scorretti), ed evitare, in questo modo, di incappare in controlli sempre più attenti e capillari e, di conseguenza, nell’applicazione di sanzioni sempre più pesanti, da parte dell’Autorità Garante.
URI: http://hdl.handle.net/2307/4488
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Scienze aziendali ed economico-giuridiche
T - Tesi di dottorato

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