Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/4212
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dc.contributor.advisorSabatini, Gaetano-
dc.contributor.authorZaganella, Marco-
dc.date.accessioned2015-04-10T12:47:21Z-
dc.date.available2015-04-10T12:47:21Z-
dc.date.issued2013-06-21-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/4212-
dc.description.abstractQuella di Giuseppe Di Nardi è una figura ignota alla storiografia, alla quale sono stati dedicati pochi brevi lavori. Eppure, il percorso teorico e professionale dell’economista di Spinazzola fornisce un contributo importante per una comprensione più approfondita della storia economica dell’Italia nella seconda metà del Novecento. Di Nardi ricoprì un numero sterminato di incarichi all’interno di istituzioni pubbliche e private italiane ed europee. A fianco dell’attività accademica svolta presso le Università di Bari, Napoli e Roma, egli fu, tra l’altro, fondatore e direttore dell’Ufficio studi della Cassa per il Mezzogiorno fino alla metà degli anni Sessanta e poi consulente della stessa fino alla liquidazione dell’Istituto, membro della delegazione italiana al Comitato Spaak per l’elaborazione del Trattato della Cee, amministratore della Bei, membro della Commissione nazionale per la programmazione economica e di numerose altre commissioni istituite dai ministeri del Tesoro, dell’Industria, dalla Presidenza del Consiglio del ministri, tra cui ricordiamo in particolare quella per l’attuazione delle Regioni a statuto ordinario. La molteplicità di cariche rivestite da Di Nardi consente di rileggere in maniera organica un complesso di interventi posti in atto dallo Stato nella seconda metà del Novecento per promuovere lo sviluppo e la modernizzazione del Paese. Si tratta di un aspetto che la storiografia fino ad oggi ha prevalentemente ignorato, perché concentrata su singoli aspetti (la programmazione economica oppure l’intervento straordinario per il Mezzogiorno, oppure la storia delle istituzioni regionali), senza metterne specificatamente a tema le connessioni e dunque la “visione di sistema” con cui, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta, si tentò di “governare” lo sviluppo dell’Italia. La figura di Giuseppe Di Nardi consente di cogliere invece il nesso tra politica di intervento straordinario e programmazione economica, il rapporto tra dimensione nazionale e dimensione regionale nell’elaborazione delle politiche di sviluppo, il collegamento tra il processo di integrazione europea e l’intervento straordinario nel Mezzogiorno, infine le conseguenze della nascita dell’ordinamento regionale sul risultato degli interventi posti in essere della Cassa per il Mezzogiorno. Si tratta di un insieme di interventi che Di Nardi seguì da una prospettiva interna alle istituzioni – in particolare dall’interno della Casmez – come tecnico incaricato di elaborare le politiche di sviluppo che poi la classe politica avrebbe dovuto attuare. L’itinerario di Di Nardi chiama così in causa anche il rapporto tra i “tecnici” e la politica. Un rapporto che, nella lettura dell’economista di Spinazzola, si incrina a partire dalla nascita del centrosinistra nel 1963. Da quel momento in poi il contributo dei tecnici allo sviluppo del Paese finì per essere progressivamente ridotto, a beneficio di un allargamento del campo d’azione della classe politica. A farne le spese fu in primo luogo l’intervento straordinario per il Mezzogiorno. A tal proposito, Di Nardi scriveva che a partire dalla metà degli anni Sessanta “La Cassa ha smesso di pensare”, perché le sue funzioni di elaborazione degli interventi di sviluppo furono assorbite dalla segreteria di Giulio Pastore, presidente del Comitato dei ministri per il Mezzogiorno. Poi, dagli anni Settanta, la Casmez fu definitivamente subordinata agli interessi delle neonate istituzioni regionali (che sancivano il definitivo trionfo della classe politica sulle competenze tecniche). Più in generale, a pagare fu il modello italiano di intervento pubblico in economia, che subì un processo di trasformazione e degenerazione tale da renderlo irriconoscibile rispetto alla fisionomia che esso aveva invece assunto dalla sua completa elaborazione negli anni Trenta fino al periodo del “miracolo economico”.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.subjectmezzogiornoit_IT
dc.subjectintervento pubblicoit_IT
dc.subjectprogrammazione economicait_IT
dc.titleOltre il "nuovo meridionalismo" : intervento pubblico e politiche di sviluppo per il mezzogiorno nell'itinerario di Giuseppe Di Nardi (1911-1992)it_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche::STORIA CONTEMPORANEAit_IT
dc.subject.miurScienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche-
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche::Historyit_IT
dc.subject.isicruiScienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche-
dc.subject.anagraferoma3Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologicheit_IT
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Studi Umanistici*
item.grantfulltextrestricted-
item.fulltextWith Fulltext-
item.languageiso639-1other-
Appears in Collections:Dipartimento di Studi Umanistici
T - Tesi di dottorato
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