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Titolo: I CONFINI MOBILI DELLA FUNZIONE DI GARANZIA COSTITUZIONALE: NUOVE TENDENZE SUL RISPETTO DELLA DISCREZIONALITÀ LEGISLATIVA DA PARTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE
Autori: GIUBILEI, ANDREA
Relatore: COLAPIETRO, CARLO
Parole chiave: CORTE COSTITUZIONALE
LEGISLATORE
Data di pubblicazione: 7-apr-2020
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Nella tesi vengono analizzati i più recenti e rilevanti mutamenti che stanno caratterizzando la giurisprudenza costituzionale sul rispetto della discrezionalità legislativa. Attualmente, infatti, è in via di consolidamento un inedito indirizzo giurisprudenziale della Corte costituzionale, che tende sempre più a svincolarsi dalla necessaria sussistenza di un’unica soluzione costituzionalmente obbligata per adottare pronunce di natura manipolativa. Ciò, molto spesso, rappresenta il frutto del protrarsi dell’inerzia legislativa a seguito di precedenti decisioni della Corte in cui vi è stato un embrionale accertamento di incostituzionalità. In tali casi, la Corte sceglie di tornare sui propri passi ed accogliere questioni precedentemente dichiarate inammissibili per rispetto della discrezionalità legislativa, pur nella perdurante presenza di molteplici soluzioni astrattamente compatibili con la Costituzione, la cui scelta – che si è sempre ritenuta tradizionalmente riservata al legislatore – viene autonomamente effettuata dalla Corte, per scongiurare le ripercussioni più gravose della fatale combinazione tra il peso dello scorrere del tempo e l’inerzia legislativa. Questa nuova tendenza emerge in maniera evidente nell’ambito del diritto penale, ove la Corte ha recentemente adottato numerose decisioni di estremo interesse, in alcuni casi di del tutto singolari. Basti pensare all’orientamento avviato con la sentenza n. 236 del 2016 – in cui viene abbandonato l’elemento del tertium comparationis per dichiarare l’incostituzionalità di un trattamento sanzionatorio illegittimo – o alle innovazioni apportate dalle sentenze n. 222 del 2018 e n. 40 del 2019. Proprio queste ultime hanno segnato una sorta di “rivoluzione di metrica”, alla luce della qua le la Corte dichiaratamente ha deciso di poter prescindere dalla presenza di un’unica soluzione compatibile con la Costituzione ai fini di un accoglimento manipolativo della questione, con il con seguente superamento delle tradizionali “rime obbligate”, in favore delle più flessibili “rime adeguate”. Nell’ultima parte del lavoro, vengono sviluppate alcune considerazioni alla luce della nota ordinanza n. 207 del 2018, sul c.d. “caso Cappato”. Con tale decisione, la Corte ha tentato di collaudare un inedito strumento di collaborazione con il legislatore, per garantire il rispetto della legittimità costituzionale e, al contempo, dell’esercizio della discrezionalità legislativa, disponendo il rinvio della decisione sulla questione di legittimità ad una data fissa. L’opportunità che si cela nell’utilizzo (o meglio: nel consolidamento) di una tecnica come quella dell’ordinanza n. 207 del 2018 consiste nella possibilità di indicare un termine oltre il quale l’incostituzionalità non è più tollerabile, arginando così i tempi dell’incertezza e garantendo che la preminenza del principio di legittimità costituzionale non rimanga compromessa sine die.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40873
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato

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