Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/4084
Title: Luigi Rognoni : una fenomenologia in musica
Authors: Di Dino, Chiara
Advisor: Matassi, Elio
Issue Date: 10-Jun-2013
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: L’ambito in cui si sono svolte le nostre ricerche è stato il Fondo Rognoni, che si trova presso il dipartimento Aglaia della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. È risaputo infatti che tale Fondo è capace di testimoniare fedelmente oltre cinquant’anni dell’attività dello studioso Milanese. Il Fondo raccoglie circa quattromila fra libri di argomento musicologico, programmi di sala di opere e concerti, periodici e tesi di laurea curate da Rognoni in qualità di relatore, settecentosettanta volumi di musica a stampa, più altre seicentocinquantanove edizioni musicali a cui vanno aggiunti oltre trenta manoscritti autografi e composizioni dello stesso Rognoni. Problematico, nonostante la mole di materiale presente in archivio è stato comunque trovare ambiti particolari di ricerca non ancora esplorati in maniera specifica sia da terzi che dallo stesso Rognoni. Rognoni infatti oltre ad avere estremo rigore nell’archiviare tutto quanto produceva, era uso pubblicare sempre i frutti della propria speculazione. Non neghiamo quindi che sia stato oltremodo complesso trovare qualcosa che non fosse già edito e soprattutto che non fosse già stato oggetto di precedenti studi. All’interno del Fondo Rognoni, presso il centro Aglaia di Palermo, dobbiamo inoltre aggiungere che è possibile trovare soltanto materiale di argomento specificamente musicologico, infatti la parte di studi e di scritti di interesse filosofico di Rognoni è confluita nella biblioteca dell’amico di Enzo Paci. Abbiamo comunque condotto il nostro lavoro analizzando il materiale di interesse musicologico, cercando in tali documenti qualcosa che potesse focalizzare l’attenzione su aspetti poco noti dell’attività di Rognoni e che potesse nascondere al suo interno qualche nesso con la filosofia. Sulla scorta della definizione che Rognoni dava di se stesso: “fenomenologo della musica radicale” si è scelto di cominciare al esporre i nostri argomenti partendo dall’ analisi del contenuto delle conferenze tenute da Rognoni sul suo maestro Antonio Banfi. Con le nostre ricerche abbiamo inoltre scoperto che Rognoni fu oltretutto l’editore di una pubblicazione di estetica di Banfi titolata La vita dell’arte. Tale opera è stata pubblicata dalla Casa editrice Minuziano posseduta da Rognoni, nel 1947. In tale testo è inoltre presente l’inedito E15. Dalle dichiarazioni dello stesso Rognoni si evince che fu egli stesso a suggerire a Banfi la stesura di tale inedito, contribuendo altresì a fornire al maestro materiale pratico per tale elaborazione. Sempre continuando l’analisi dell’operato di Rognoni rimanendo sulle tracce della fenomenologia si è analizzata la natura del contributo fornito dal milanese all’Istituto di Fonologia di Milano che il nostro, insieme ad altre figure intellettuali e ad altri musicisti, fondò nel 1955. Questa parte dell’elaborato ha risvegliato in noi un estremo interesse giacché nel periodo in cui si stavano portando avanti tali ricerche la casa editrice Ricordi1 ha pubblicato un volume in lingua inglese su tale argomento. Abbiamo notato però che l’attenzione riservata a Rognoni in questo testo non è adeguata alla portata del contributo di Rognoni all’interno di tale studio. Presso il Fondo Rognoni il materiale relativo all’attività svolta dal musicologo milanese presso il centro di viale Sempione a Milano è assai abbondante e composito. Tale materiale oltre a rivestire un interesse di carattere storico, dovuto anche al fatto che a seguito della distruzione della sede gran parte del materiale ivi contenuto è andato perso, rappresenta un significativo contributo scientifico per quanto concerne gli aspetti timbrici ed acustici del suono sui quali Rognoni indagava. Tale argomento ha inoltre permesso di guardare alla posizione assunta da Rognoni nei confronti della Neue musik. Sulla scorta di tale posizione sono state inoltre condotte analisi successive, di assoluto interesse ai fini della ricerca, che hanno portato ad analizzare un carteggio intercorso fra Rognoni ed i suoi allievi, in cui veniva analizzato il punto di vista di Rognoni sulla Nuova Musica. Riportare tale carteggio crediamo che abbia sicuramente valore storico rilevante giacché all’interno di queste lettere Rognoni presenta la sua reale posizione sulla Nuova musica, ma anche perché permette di valorizzare il senso della presenza di Adorno nel capoluogo siciliano e sulla sua probabile influenza su alcune importanti scelte operate da Rognoni. Va comunque notato che tali lettere, conservate presso il fondo, risultano talora illeggibili e la carta sulla quale sono scritte è in qualche punto deteriorata. La loro riproduzione, anche se parziale, è stata fatta per riuscirne a salvare il contenuto che è sembrato importante anche per le notizie di carattere filosofico che contengono. Tali lettere inoltre sono inedite. Tutto il materiale a cui facciamo riferimento è contenuto in schede riguardanti il Gruppo Giovanile di Nuova Musica. Accanto al ciclo di concerti del GUNM, si è inoltre analizzata anche un’altra rassegna concertistica realizzata nel contempo dall’Orchestra Sinfonica Siciliana. Rognoni, massimo esperto in ambito nazionale della musica eseguita durante tale rassegna, fu consigliere della programmazione e spesso invitato a tenere conferenze sull’argomento presso l’Orchestra Sinfonica Siciliana. Dobbiamo inoltre aggiungere che le notizie che si possono acquisire sull’argomento GUNM, che noi abbiamo deciso di trattare, sono molto disordinate. La ricostruzione degli accadimenti relativi a tale esperienza musicale siciliana, non è stata infatti agevole giacché molti documenti non sono reperibili e i diretti testimoni di tali vicende in alcuni casi sono deceduti, mentre coloro ancora in vita, non riescono a fornire notizie assai precise sugli accadimenti. Ma aldilà della ricostruzione delle programmazioni, argomento fondamentale sul quale si è scelto di indagare è stata l’individuazione della reale causa del distacco di Rognoni dal GUNM, e la ricerca della possibile fonte che lo determinò. Abbiamo trovato che tale distacco fu causato dalle scelte di programmazione operate dalla direzione artistica del Festival ma anche e soprattutto della rinnovata prospettiva estetica di Rognoni, che vedeva la necessità di un netto contatto fra le teorie di De Saussure e la musica. Tale contatto, secondo il nostro doveva inevitabilmente produceva ad avviso di Rognoni l’innegabile beneficio della ritrovata funzionalità e capacità comunicativa della musica. Dietro tali posizioni abbiamo intravisto il forte legame che sussisteva fra Rognoni ed Adorno. Sulla scorta di tale vincolo, comprovato dalle attività svolte in seno al GUNM, sono infine stati condotti gli studi presentati nella parte finale del testo, in cui si sono analizzate alcune composizioni musicali scritte dallo stesso Rognoni. Inizialmente si è scelto di analizzare la lettura fornita da Rognoni dell’operato del suo maestro Alfredo Casella ed in seguito si è proceduto analizzando soltanto sei fra le composizioni di Rognoni, quelle scritte per voce e pianoforte. Si è scelto di lavorare su tali composizioni giacché troviamo che tale produzione denota il forte legame di Rognoni con la vocalità. Di tale connessione si sono trovate le origini sia nella ricostruzione diretta della vita di Rognoni, che nell’analisi dell’attività svolta dal medesimo presso lo Studio di fonologia di Milano. Dobbiamo aggiungere che tale lavoro compositivo di Rognoni è stato analizzato sotto un profilo comparativo con il lavoro di Adorno. L’analisi della musica dei due a confronto, ne ha disvelato un significativo legame. Tale affinità è poi il motivo conduttore che accompagna gran parte del nostro lavoro di ricerca, confermata inoltre dalle introduzioni che scrisse Rognoni ai testi di Adorno: Filosofia della musica moderna e Introduzione alla sociologia della musica. La prima di queste due è anche un capitolo del testo scritto da Rognoni Fenomenologia della musica radicale, pubblicato da Laterza nel 1966. Tale affinità è rilevabile inoltre nel taglio che Rognoni decise di dare al suo corso di Fenomenologia della musica durante le sue lezioni tenute nel 1978-79 presso il DAMS di Bologna. Tale rapporto si è creato nel tempo anche aldilà di quelli che furono i suggerimenti che Banfi aveva dato a Rognoni, consigliandoli di tenersi sempre lontano da Adorno e dalla negatività che questi esprimeva costantemente nel suo pensiero. Scrive infatti Rognoni nel suo saggio Ricordo di Antonio Banfi2: […]Dirò soltanto che, negli ultimi anni della sua vita, Banfi fu soltanto perplesso dal mio vivo interesse per la sociologia di Adorno e la Scuola di Francoforte che giudicava deviante e pericoloso (del resto lo fu anche Paci con cui ebbi accese discussioni). Ed era logico per Banfi, proprio perché la sua ragione “teoretica”mirava sempre al positivo. Del resto l’ottimismo banfiano non può essere inteso se non come un pensiero che scaturisce e abbraccia tutta quanta l’esperienza e la fenomenologia della cultura e della vita.
URI: http://hdl.handle.net/2307/4084
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo
T - Tesi di dottorato

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