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http://hdl.handle.net/2307/40824
DC Field | Value | Language |
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dc.contributor.advisor | COSTA, SIMONA | - |
dc.contributor.author | ONORII, SIMONA | - |
dc.date.accessioned | 2022-06-24T11:32:13Z | - |
dc.date.available | 2022-06-24T11:32:13Z | - |
dc.date.issued | 2020-03-27 | - |
dc.identifier.uri | http://hdl.handle.net/2307/40824 | - |
dc.description.abstract | Alla luce della più recente attenzione critica nei confronti dell’opera dannunziana, e soprattutto del teatro, grazie in particolar modo agli studi di Annamaria Andreoli e di Giorgio Zanetti, si è riusciti a mettere da parte la mitografia del personaggio e la leggenda dei Divi-amanti per esaminare più da vicino influenze e originalità dell’operazione condotta da Gabriele d’Annunzio. Proprio sulla scia della reinterpretazione dell’esperienza drammaturgica dannunziana, non più sentita come secondaria o accessoria alla sua vocazione poetica, si inserisce questo lavoro di ricerca. Il teatro in lingua di d’Annunzio è stato indagato attraverso una prospettiva focalizzata sulla spazialità, sui luoghi e sui paesaggi, su tutto quanto collabora alla realizzazione dell’ambientazione attraverso un’analisi attenta al dialogo tra le fonti e alla contaminazione di eterogenei modelli, e soprattutto al dibattito coevo con il quale d’Annunzio si confronta, facendo emergere un’istanza politica chiara e definita: quella di un’ispirazione mediterranea. Il rapporto tra geografia e letteratura, tra spazio e narrazione, è presentato in un chiaro quadro teorico in cui si tiene conto delle più importanti riflessioni critiche: dall’ esperienze d’oltralpe, segnatamente l’importante ruolo svolto nel dibattito internazionale da Betrand Westphal e dalla geocritica, agli studi esemplari di Franco Moretti, Giulio Iacoli, Sergio Luzzatto e Gabriele Pedullà, tracciando così una fotografia ragionata dello stato dell’arte. Si ricostruisce poi la situazione dell’Archivio dannunziano così com’è stato lasciato dal suo autore dall’atto testamentario del 1923 per indagare la presenza di testi particolarmente significativi per la composizione dello spazio nelle tragedie esaminate. Questa parte dello studio deriva dall’esperienza condotta presso gli Archivi del Vittoriale degli Italiani, sul lago di Garda, presso i quali è stato possibile rintracciare – nel corso di alcuni periodi di studio – la cospicua presenza di Guide più o meno turistiche le quali costituiscono una parte rilevante del laboratorio d’autore. Dalle informazioni ivi raccolte si è potuto appurare quanto questo corpus sia consistente e quanto sia stato letto, annotato e studiato da d’Annunzio per poi essere inserito, in modi del tutto originali e secondo modalità diverse, in occasione della composizione. Per ogni piecès si è elaborata una approfondita analisi tenendo ben presente che l’opera, nata in una determinata forma letteraria, ha successivamente dovuto fare i conti con le molteplici voci agenti sul palcoscenico (dagli attori al capocomico, dagli scenografi ai costumisti), subendo a volte delle compromissioni rispetto all’ispirazione iniziale d’autore. Proprio per l’alto tasso di letterarietà delle tragedie si è scelto di mantenere costante il dialogo con il testo in ogni sua parte, anche negli apparati extradiegetici. Le dodici tragedie (Sogno d’un mattino di primavera, Città morta, Sogno d’un tramonto d’Autunno, La Gioconda, La Gloria, Francesca da Rimini, La figlia di Iorio, La fiaccola sotto il moggio, Più che l’amore, Nave, Fedra e Parisina) sono così state esaminate con l’attenzione puntata sul tipo di spazio portato in scena, su come i personaggi si muovono in questo spazio e sulle dinamiche che si creano sulle sue assi. Strumento utile ai fini di questa indagine è stata la mappa, o meglio le varie mappe realizzate attraverso le quali si sono potuti mettere in luce alcuni elementi rimasti in ombra. Questo lavoro collabora a far emergere un nuovo aspetto dell’attività del drammaturgo impegnato a viva forza nella grande scommessa che è stata il recupero delle tematiche classiche proiettate però nel teatro contemporaneo, non estraneo a quanto le sperimentazioni internazionali coeve andavano proponendo. | en_US |
dc.language.iso | it | en_US |
dc.publisher | Università degli studi Roma Tre | en_US |
dc.subject | D'ANNUNZIO | en_US |
dc.subject | TEATRO | en_US |
dc.title | PAESAGGIO E SPAZIALITÀ NEL TEATRO DI GABRIELE D’ANNUNZIO: DAL SOGNO D’UN MATTINO DI PRIMAVERA ALLA FEDRA | en_US |
dc.type | Doctoral Thesis | en_US |
dc.subject.miur | Settori Disciplinari MIUR::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::LETTERATURA ITALIANA | en_US |
dc.subject.isicrui | Categorie ISI-CRUI::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::Literature | en_US |
dc.subject.anagraferoma3 | Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artistiche | en_US |
dc.rights.accessrights | info:eu-repo/semantics/openAccess | - |
dc.description.romatrecurrent | Dipartimento di Studi Umanistici | * |
item.languageiso639-1 | other | - |
item.grantfulltext | restricted | - |
item.fulltext | With Fulltext | - |
Appears in Collections: | Dipartimento di Studi Umanistici T - Tesi di dottorato |
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