Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40803
Title: DEFORME/INFORME : PARADIGMI DEL MOSTRUOSO NEL TEATRO SHAKESPEARIANO
Authors: COMPAGNONI, MICHELA
Advisor: DEL SAPIO GERBERO, MARIA
Keywords: MOSTRUOSO
SHAKESPEARE
INFORME
Issue Date: 27-Apr-2020
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Emblema della cultura che lo produce, il mostruoso occupa da sempre gli spazi aporetici e le opacità dei sistemi che ne definiscono forme e strutture. La sua intrinseca complessità liminale lo rende uno strumento privilegiato attraverso cui leggere i momenti di coesistenza tra e di passaggio da un paradigma epistemico all’altro. Questa sua funzione ermeneutica è tanto più evidente nel teatro shakespeariano, nel quale la mostruosità si muove a cavallo di tematiche centrali della cultura early modern, che la parola shakespeariana intercetta e a cui dà voce, offrendosi come chiave per comprenderne le sfaccettature. Il presente lavoro si inserisce nel panorama di studi sul teatro di Shakespeare e sul rinascimento inglese, con l’intento di offrire un contributo al dibattito sulle diverse configurazioni della mostruosità del tempo e precisamente sulle loro rese drammatiche shakespeariane. La categoria portante che si predilige è quella del mostruoso deforme/informe, una formulazione qui coniata al fine di condensare un insieme dicotomico di malformazioni – corporee ed epistemologiche – e dei loro esiti informi. L’analisi è incentrata sulle manifestazioni del mostruoso deforme/informe in Richard III, Othello, Macbeth, King Lear e The Tempest, drammi che catalizzano in maniera spiccata discorsi legati al mostruoso e li articolano attorno alle tre coordinate cardine del mio studio: il corpo, lo sguardo, la lingua. L’indagine si muove lungo questi tre binari, che si offrono come isotopie dominanti: intese nelle loro accezioni rinascimentali e filtrate dalle suggestioni critiche dei secoli XX e XXI che a questi temi hanno dato valenza paradigmatica, esse permettono di mappare i molteplici discorsi – capillari e complessi – aperti dai testi di Shakespeare attorno al concetto di ‘mostro’. Il lavoro è articolato in quattro capitoli, uno di natura teorico-metodologica e tre analitici. Il primo fornisce un quadro di riferimento critico e teorico sulle differenti nozioni rinascimentali di mostro e sugli snodi epistemici attorno ai quali si strutturano rispettivamente i capitoli successivi: le ridefinizioni della corporalità nella cultura early modern, la crescente centralità del regime della vista e la lingua come vettore di mostruosità nei cortocircuiti del rapporto fra il soggetto e l’immaginario del suo tempo. Il secondo capitolo è incentrato sul tema del corpo e sulle modalità in cui esso si fa generatore di mostri in relazione a Richard III e Caliban, portatori di una deformazione mostruosa e, tuttavia, irriducibilmente informe: benché continuamente ridefinita e risignificata, essa risulta inscritta nel legame con il materno, esibito come lo stigma della loro alterità. Nel terzo capitolo, l’enfasi viene posta su Macbeth e Othello e, in particolare, sul passaggio dallo sguardo eletto a strumento conoscitivo primario allo sguardo deformato come tratto distintivo del dubbio radicale di matrice cartesiana, che coglie (o immagina di cogliere) deformazioni delle sovrastrutture della cultura early modern. Particolare attenzione viene dedicata ai mostri dell’immaginario generati dai giochi distorsivi della vista e dalle malattie dello sguardo scettico. Infine, l’ultimo capitolo offre una disamina della messa in scena del mostruoso di Poor Tom in King Lear, qui identificata come una performance originata da precisi processi linguistici che la preannunciano e la plasmano. Proprio Poor Tom si configura come quintessenza del deforme/informe, poiché egli unisce all’alterazione visibile del corpo l’impalpabile e invisibile mostruosità del linguaggio alienato, polifonico e stratificato, che guida tutto il suo processo metamorfico. Benché radicate in un ampio dibattito critico, al quale per molti aspetti sono debitrici, le riflessioni qui proposte esplorano una tematica – quella del mostruoso – che, almeno per quanto riguarda le prospettive, gli obiettivi e le metodiche adottate, è stata finora trascurata e che ha permesso di mettere in luce alcuni aspetti inediti di una testualità eccezionalmente densa e fertile.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40803
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere
T - Tesi di dottorato

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