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Titolo: Studio sistematico delle ostracofaune dulcicole del pliocene-pleistocene (gelasiano) italiano
Autori: Medici, Maria Chiara
Relatore: Gliozzi, Elsa
Data di pubblicazione: 8-apr-2011
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: In questo lavoro si sono estese le conoscenze sistematiche della ostracofaune dulcicole e salmastre del Pliocene – Pleistocene inferiore (Gelasiano) dell’Italia centro-settentrionale provenienti da tre aree: Bacino di Villafranca d’Asti dell’Italia nord – occidentale, Bacino di Valdelsa ubicato in Toscana nell’Italia centrale e Bacino Tiberino in Umbria, Italia Centrale. Tale studio si è reso necessario per colmare lacune esistenti sulla conoscenza delle ostracofaune in questo intervallo di tempo e costituire così una caratterizzazione di quelle ostracofaune endemiche tipiche soltanto di questi bacini esaminati. A tale scopo si è effettuata anche un’analisi dell’evoluzione geologico-stratigrafica dei bacini e si è ricostruita la loro evoluzione paleogeografica e paleoambientale, particolarmente importante poiché si tratta di un intervallo di tempo che segue la Crisi di Salinità Messiniana, che ha sconvolto dal punto di vista geologico e paleobiologico, l’intera area mediterranea. Lo studio sistematico ha portato al riconoscimento di di 22 generi, rappresentati da 46 specie, di cui 24 riferite a specie già note in letteratura, 16 nuove specie (alcune in via di istituzione durante lo svolgimento di questa tesi), e 6 lasciate in nomenclatura aperta a causa della scarsità del materiale o perché costituite esclusivamente da valve giovanili. Le ostracofaune rinvenute nel Bacino di Villafranca d’Asti non sono molto abbondanti, sono caratterizzate da una marcata oligotipia (1-5 specie) e talvolta costituite esclusivamente da valve giovanili. Esse mostrano specie per lo più a distribuzione oloartica (C. (N.) neglecta, C. candida, I. gibba, C. ovum e H. salina), con una specie cosmopolita (H. incongruens). È presente inoltre una specie nuova, Cyprideis n.sp., che per morfologia risulta affine a specie rinvenute nel lago Tanganyika. Le ostracofaune del Bacino di Valdelsa sono abbondanti e ben conservate e mostrano uno elevato grado di endemismo. Le analisi di abbondanza delle specie hanno evidenziato una netta dominanza di C. rectangularis e subordinate P. dictyonalis, P. toscana, C.(N.) neglecta, C.(N.) dorsoreticulata, C.(N.) sambucensis, C.(N.) subtilis, tutte specie endemiche del bacino ad eccezione di C.(N.) neglecta. In particolare le neglectoidi presentano affinità con specie rinvenute nel Pliocene nella Penisola Balcanica. Il Bacino di Valdelsa è caratterizzato da un ambiente oligo-mesoalino in cui è stato possibile ricostruire l’andamento oscillante della salinità, grazie alla presenza in percentuale di valve tubercolate o lisce di Cyprideis rectangularis all’interno del campione. Un particolare interesse suscita, nel Sintema del Fiume Pesa, la presenza di Mixtacandona tabacarui, specie fino ad ora nota solo nell’attuale, e di Pseudocandona eremita che è nota dal Pleistocene medio a oggi. Questi ritrovamenti anticipano l’età delle due specie al Pliocene inferiore. Il Bacino Tiberino è costituito da due diverse associazioni ad ostracodi: di facies profonda e di facies litorale. L’ostracofauna rivenuta nella parte più profonda del Bacino Tiberino (affioramenti di Cava Toppetti e Fosso Bianco) è esclusivamente endemica oligotipica (una-otto specie) e monotona, costituite da forme di acque dolci caratterizzate da guscio estremamente sottile, per cui si può pensare ad un ambiente lacustre, relativamente profondo, permanente e stabile. È costituita da un’associazione peculiare con la sola presenza di Candonidae e Limnocytherinae. All’interno di questa associazione si riconosce una possibile linea evolutiva del genere Caspiocypris che indicherebbe una speciazione intralacustre con l’originarsi di uno “species flock” tipico di laghi longevi e stabili (Ancient Lakes). La presenza di specie endemiche di Candoninae, la longevità del Lago, stimata tramite dati di sedimentologia e paleomagnetismo noti dalla letteratura, e la presenza di uno “species flock” suggeriscono che il Bacino Tiberino Plio-Pleistocenico possa essere considerato un “Ancient Lake” fossile. I campioni di Dunarobba sono riferiti ad una zona litorale dell’antico Lago Tiberino. Gli ostracodi nel complesso sono risultati abbondanti; la maggior parte delle specie rinvenute è stata attribuita a specie note in letteratura, mentre due sole specie sono endemiche. L’area della Foresta Fossile di Dunarobba è caratterizzata alla base da un ambiente lacustre litorale con acque dolci; successivamente si instaurò un bacino lacustre poco profondo caratterizzato da acque oligo-mesoaline.
URI: http://hdl.handle.net/2307/4078
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Scienze geologiche
T - Tesi di dottorato

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