Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/40723
Titolo: Storie minori : migrazioni non accompagnate
Autori: Palmisano, Danilo
Relatore: Tognonato, Claudio Alberto
Parole chiave: minori
MSNA
stranieri
Data di pubblicazione: 12-apr-2019
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La presenza di minori stranieri non accompagnati (MSNA) non è più una novità nello scenario migratorio europeo. Almeno a partire dagli anni Novanta del secolo scorso, si sono registrate presenze sempre più numerose di minori arrivati in Italia senza adulti di riferimento. Tuttavia è solo a partire dai primi anni duemila che il fenomeno ha acquisito consistenza e ha attirato l’attenzione istituzionale. Nel corso degli anni si sono registrate differenti fasi, con la prevalenza di alcuni gruppi nazionali piuttosto che altri, di volta in volta come effetto di dinamiche politiche, economiche e geopolitiche internazionali. Dalla crisi dei Balcani degli anni Novanta, al massiccio afflusso di minori dell’est Europa a inizi anni duemila, fino alla presenza di minori afghani prima e subsahariani dopo, la geografia della migrazione dei minori soli è una geografia della crisi, riflette le turbolenze politiche, belliche ed economiche degli ultimi decenni. Tuttavia a queste provenienze si sono da sempre affiancati flussi provenienti da alcuni paesi con cui l’Italia ha una storia migratoria consolidata. È il caso dei minori del Marocco agli inizi del millennio, a cui sono seguiti i minori dell’Albania, che hanno rappresentato una costante nel corso degli anni, fino alla massiccia presenza di minori egiziani nell’ultimo periodo. Dal 2014 al 2017 i minori non accompagnati arrivati in Italia, sono stati 66.963, secondo le fonti ministeriali. A partire dalla seconda metà del 2017 e nel 2018, anche la componente minorile è diminuita, in linea con la tendenza generale. Nel 2018 sono arrivati in Italia circa 3500 minori non accompagnati. Un numero decisamente inferiore ai 15.779 arrivati via mare nel 2017, e ai 25.846 arrivi via mare registrati nel 2016. La ricerca affronta principalmente due temi. Il primo è il flusso migratorio dei minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia negli ultimi anni. La storia del viaggio, le motivazioni alla base della scelta migratoria, i contesti attraversati, sono tutti ambiti che possono offrire spunti di riflessione e che spero possano contribuire ad aumentare il livello di complessità nella lettura del fenomeno migratorio. L’idea di un’Europa che attira magneticamente immigrati da ogni dove, è da ponderare con le storie di vita dei singoli migranti, che ci restituiscono una totalizzazione più articolata, fatta di scelte, indecisioni, dubbi, incontri, drammi o casualità. Molte delle voci ascoltate ci parlano di viaggi molto lunghi, spesso faticosi, alcune volte tragici, in cui la scelta di arrivare in Europa viene presa spesso durante il viaggio, o si impone come unica alternativa per l’impossibilità di tornare indietro. Altre volte, come fra gli altri nel caso dei minori egiziani, c’è una progettualità più definita, in cui la scelta migratoria si compie all’interno di un contesto che sembra muoversi in sincrono in direzione dell’Italia. Il secondo nucleo tematico è relativo al sistema di “accoglienza” che questi ragazzi incontrano una volta arrivati sul territorio italiano. Una pluralità di istituzioni deputate alla gestione migratoria, la cui connotazione «emergenziale» continua ad essere preponderante, nonostante il flusso, anche di Minori stranieri non accompagnati, sia da molto tempo oramai, un aspetto strutturale della nostra società. È proprio il sistema di “accoglienza” a costituire un laboratorio di analisi privilegiato, in quanto si rivela un contesto poroso, con finalità molteplici, in cui istanze securitarie e umanitarie si saldano, dove controllo e accoglienza divengono prassi che convivono in modo problematico negli stessi luoghi. Da questo punto di vista è il sistema di “accoglienza” a rivelarci i limiti e le contraddizioni di una gestione politica della migrazione sempre più orientata da una visione securitaria. Le «politiche di accoglienza» rischiano così di essere piegate a designare l’opposto, a tradursi in una politica di confinamento e di esclusione, in cui la gestione poliziesca e amministrativa della mobilità umana diviene il metodo con cui gestire gli “indesiderabili”. L’approccio di ricerca adottato è di tipo qualitativo con l’utilizzo di storie di vita e di osservazioni partecipanti. Ho registrato una trentina di storie di vita fra ex-minori stranieri non accompagnati e operatori sociali che a vario titolo hanno lavorato sul campo. A queste voci, che è stato possibile registrare, alcune volte dopo numerosi incontri, si sono aggiunte una quantità innumerevole di conversazioni che non mi è stato possibile documentare, ma che spesso, si sono rivelate molto ricche di informazioni, riflessioni, dubbi e hanno ciclicamente “messo in crisi” la ricerca stessa. Di questi incontri ho tenuto memoria attraverso la redazione di un diario. Nel marzo del 2017, ho svolto un’osservazione sul campo di 10 giorni in vari centri di accoglienza della Sicilia. La scelta di osservare da vicino questa Regione, oltre al contesto di Roma, che resta il punto focale della ricerca, è dovuta all’alto numero di centri di accoglienza che ospita. Negli ultimi anni la percentuale dei centri per MSNA della regione Sicilia è stata spesso intorno al 40% del totale nazionale. Un’asimmetria nella distribuzione dei centri che trova certamente origine in ragioni strettamente geografiche, essendo la Sicilia la “porta d’accesso” all’Europa. Tuttavia tale asimmetria ci restituisce allo stesso tempo uno sguardo sulla mancata pianificazione delle politiche di accoglienza nel nostro Paese, che continuano ad essere concepite come misure d’«eccezione», e i cui profili di provvisorietà influiscono negativamente sulla qualità dei servizi, sulle professionalità coinvolte, sull’inadeguatezza delle stesse strutture destinate a questo scopo. Alla breve parentesi siciliana si aggiunge l’esperienza di osservazione più lunga, senza la quale questa ricerca avrebbe avuto esiti certamente differenti. Nel mio caso più che di una “osservazione partecipante” si è trattato di una “partecipazione osservante”, dato che sono stato dal 2010 al 2015 un operatore del sistema di accoglienza per MSNA, in centri di prima e seconda accoglienza di Roma. Molte delle osservazioni presenti nella ricerca si riferiscono quindi alla mia esperienza sul campo come lavoratore del sistema di accoglienza. Un’esperienza molto densa, entusiasmante, ricca, faticosa che spero di essere riuscito a tradurre almeno parzialmente nelle pagine di questo lavoro. Ho cercato di privilegiare le storie che potessero essere rappresentative delle varie nazionalità presenti nel segmento dei MSNA, e che allo stesso tempo potessero essere emblematiche di alcune dinamiche proprie del fenomeno migratorio dei minori. Allo stesso modo, nella ricerca degli operatori con cui relazionarmi, ho cercato di far emergere le differenti istituzioni che i MSNA incontrano nel loro percorso: Hotspot, Centri di Prima accoglienza, Centri di seconda accoglienza, Sprar. Le registrazioni sono state compiute nei luoghi più disparati: molto spesso a casa dei ragazzi; altre volte nei parchi pubblici; nei luoghi in cui lavorano o talvolta a casa mia. Gran parte delle conversazioni si sono svolte in Italiano, ad eccezione di pochi casi in cui è stato necessario il supporto di un mediatore linguistico culturale. Come è ovvio, la migrazione dei minori è indissolubilmente intrecciata alle dinamiche migratorie più generali. Gli arrivi dei minori in Italia sono cresciuti con il crescere delle migrazioni, che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi decenni. E allo stesso modo sono diminuiti quando sono cresciuti gli ostacoli alla mobilità, che le politiche migratorie europee perseguono in modo sempre più marcato. Tuttavia, come analizzato nella ricerca, in alcune fasi, la mobilità dei MSNA ha avuto delle dinamiche proprie, discostandosi dalle tendenze generali delle migrazioni adulte, soprattutto relativamente alle nazionalità presenti in Italia, e mostrando una rapida reattività rispetto ai quadri giuridici, all’evoluzione di questi, agli interstizi che talvolta offrono rispetto alle strette maglie burocratiche per regolarizzare la propria condizione di stranieri. La categoria di Minori stranieri non accompagnati (MSNA) può offrirci un angolo prospettico attraverso cui guardare al fenomeno migratorio in generale. Per alcuni versi è una lente di ingrandimento attraverso cui interpretare come i soggetti scelgono la via della migrazione, attraverso quali prassi amministrative viene gestita la migrazione, in che modo si accolgono queste persone una volta arrivati sul territorio italiano.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40723
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:Dipartimento di Scienze della Formazione
T - Tesi di dottorato

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