Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40688
Title: I nomophylakes tra riflessione platonico-aristotelica e documentazione epigrafica
Authors: D'Antonio, Bianca Nicoletta
Advisor: Ragone, Giuseppe
Keywords: nomophylakes
regni macedoni
epigrafi
Issue Date: 5-Apr-2019
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Obiettivo precipuo della ricerca era in origine quello di studiare, in modo completo ed esauriente, la carica dei nomophylakes, funzionari prettamente greci menzionati in diversi documenti storico-letterari e attestati per via epigrafica in molte regioni della Grecia. Punto di partenza dell’indagine è stato quindi lo spoglio sistematico di tutte le fonti letterarie, storiografiche, lessicografiche ed epigrafiche menzionanti il sostantivo nomophylax o contenenti espressioni a vario titolo afferenti al concetto di “custodia delle leggi”. Lo studio preliminare così condotto ha permesso di cogliere una particolare diffusione di tali magistrati nelle aree coincidenti con i regni dei diadochi o con i territori comunque a predominante influenza macedone, nonché l’esistenza, per queste stesse zone, di un forte legame tra l’istituzione della magistratura in esame e le riflessioni filosofico-politiche elaborate da Platone e Aristotele sul tema (e sulle teorizzate forme istituzionali) della “custodia delle leggi”. Alla luce di tali elementi ci si è in seguito proposti di approfondire l’indagine sul rapporto tra i nomophylakes e le riflessioni filosofiche sul tema, al fine di comprendere se, ed eventualmente in quali modalità, le considerazioni teoriche sviluppate da Platone e Aristotele possano aver costituito un punto di riferimento per l’introduzione di tale magistratura. Nella sua fase finale, la ricerca è stata pertanto dedicata all’approfondimento della nomophylakia così come è teorizzata dai due filosofi, nonché al riesame specifico, alla luce delle considerazioni risultanti, dei testi epigrafici relativi alle aree menzionate in precedenza. Nello specifico, si sono analizzati i casi di Atene e Cirene, dove l’introduzione dei nomophylakes sembra inserirsi nell’àmbito delle grandi riforme costituzionali messe in atto rispettivamente da Demetrio del Falero e Tolomeo I, entrambi fortemente influenzati dal pensiero peripatetico; i casi delle neo-(ri)fondazioni macedoni di Kassandreia e Demetrias, poleis ritenute costituzionalmente ispirate al modello civico elaborato da Platone nelle Leggi; i casi di Pergamo; Korkyra e Gonnoi. Si è infine ipotizzato di attribuire l’introduzione dei nomophylakes a Sparta all’iniziativa di Cleomene III, probabilmente influenzato dalle soluzioni politiche adottate già da tempo da diversi sovrani ellenistici. Quanto alle motivazioni sottese all’introduzione dei nomophylakes nei diversi contesti civici analizzati, si è ipotizzato che essa possa inserirsi in quell’ampio panorama di sperimentazione politica di cui molti sovrani ellenistici furono artefici. Molti governatori/diadochi, infatti, nel quadro di una basileia intesa come miglior forma di governo, decisero di (ri)fondare alcune città (Kassandreia; Demetrias) e/o di basarne l’ordinamento su criteri funzionali e razionali in grado di garantire la sovranità della legge (Atene; Cirene; Sparta). L’ampia diffusione che i nomophylakes sembrano aver avuto in questo periodo potrebbe pertanto essere giustificata dall’efficacia che si riteneva essi potessero avere rispetto a tali propositi. Considerando infine che le funzioni demandate a tali magistrati nelle poleis prese in esame afferiscono prevalentemente all’àmbito probuleutico (Kassandreia; Demetrias) e a quello di controllo costituzionale (Atene; Cirene) e amministrativo (Pergamo; Demetrias; Korkyra; Sparta), si è ipotizzato che la presenza dei nomophylakes possa essere contemporaneamente connessa all’esigenza dei sovrani macedoni di restringere lo spazio decisionale delle comunità locali e controllare che le scelte politiche delle poleis si adeguassero agli interessi politici ed economici della dinastia al potere, cosicché potesse essere garantita la stabilità delle costituzioni da essa emanate. Proprio in conseguenza di tali considerazioni, si è ritenuto, contrariamente a quanto ipotizzato in un precedente studio condotto da M. Faraguna, che le mansioni originarie di tali magistrati non fossero quelle, di ordine pratico e materiale, connesse alla conservazione e archiviazione dei testi normativi, ma piuttosto quelle, di ordine politico e istituzionale, volte ad assicurare la costituzionalità degli atti deliberativi dell’Assemblea, a sorvegliare l’attività amministrativa e a controllare l’operato dei magistrati, punendo i funzionari inottemperanti. L’esercizio di tali mansioni, infatti, più idoneo allo scopo che nel contesto di questa ricerca si è attribuito ai nomophylakes, avrebbe consentito a questi magistrati di rispondere perfettamente alle necessità illustrate in precedenza.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40688
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Studi Umanistici
T - Tesi di dottorato

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