Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/40671
Titolo: Batir un Empire?" Recherches sur le concept d'"Empire assyrien": l'interpretation de la documentation archeologique de la Mesopotamie du Nord, XIXeme-XXeme siecles de notre ere.
Autori: DEFENDENTI, FEDERICO
Relatore: DOLCE, RITA
Data di pubblicazione: 8-dic-2018
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La tesi di dottorato si prefigge lo scopo di indagare il concetto di “impero” applicato alla civiltà assira e di ricostruire la formazione e lo sviluppo dell’immagine storiografica degli Assiri, dall’Antichità fino all’epoca contemporanea. Nell’introduzione si presentano le scelte metodologiche e i limiti geografici e temporali della tesi. Ci si è occupati infatti della tradizione storiografica riguardante la Mesopotamia del Nord, escludendo tutte le regioni che hanno visto formarsi una tradizione autonoma di studi nel corso dei decenni. Uno sguardo privilegiato è stato poi riservato alla ricerca archeologica e in particolare all’urbanismo e all’architettura palaziale, ritenendo queste tematiche un luogo privilegiato per poter ricostruire il cammino dell’Assiriologia e dell’interpretazione del potere regale. Il primo capito ripercorre la nascita e la formazione dell’immagine storiografica degli Assiri dall’Antichità. Le fonti antiche – bibliche e classiche – sono analizzate al fine di trovare quei pregiudizi che si sono formati e che hanno influenzato le ricerche dei primi esploratori e dei primi archeologi. Arrivando poi all’età moderna, l’attenzione si è posta sui primi viaggi di esplorazione della Mesopotamia del Nord fino poi a ricostruire nei dettagli le prime campagne di scavo di P.E. Botta e A.H. Layad, i padri dell’Assiriologia. Oggetto di indagine sono anche il processo di deciframento del sistema cuneiforme e i dibattiti scientifici dell’epoca. Il capitolo si conclude con lo studio dei successori di Botta e Layard, arrivando così alla fine del XIX secolo. Il secondo capitolo si apre con il dibattito di Babel und Bibel e le straordinarie scoperte fatte ad Assur da W. Andrae e la sua equipe. Le campagne di esplorazione e scavo in Siria e in Mesopotamia (Tell Halaf, Til Barsip, Khorsabad e gli altri siti) sono state contestualizzate e analizzate in rapporto alla crescente produzione storiografica che ha portato alla redazione sia di strumenti di lavoro filologico – lessici, vocabolari e enciclopedie – sia di studi storici d’ampio respiro. Particolare attenzione è stata riservata alla missione archeologica italiana condotta da G. Furlani a Qasr Shemamok, nel contesto dell’Italia fascista. Il terzo capitolo prosegue la ricostruzione critica delle missioni archeologiche e delle innovazioni teoriche e pratiche che hanno caratterizzato la ricerca archeologica in Mesopotamia dal primo dopo guerra fino al 2011, anno di riapertura dei lavori nella regione autonoma del Kurdistan Iracheno. Le influenze politiche e economiche, già analizzate anche negli altri capitoli, hanno trovato un maggiore spazio a causa delle riflessioni teoriche che hanno riguardato la pratica archeologica dagli anni ’60 del ‘900. Il lavoro di edizione e interpretazione dei testi e la conseguente nuova stagione di scavi è stata analizzata nel suo insieme con un focus particolare sull’archeologia delle province assire – Dur Katlimmu, Tell Masailkh e Tell Taynat -. Le nuove tecnologie applicate alla ricerca e le sfide che caratterizzano le missioni archeologiche nel Kurdistan Iracheno di recente apertura concludono il capitolo. Nelle conclusioni si riprende la tesi iniziale, sommando il materiale analizzato e arrivando a rifiutare l’applicazione della categoria di “imperialismo” per il mondo assiro e proponendo alcune piste di lavoro, seguendo le riflessioni di Hobson e Arendt. Le influenze politiche, sociali ed economiche che hanno influenzato – e talvolta guidato – la ricerca assiriologica sono quindi studiate nel loro insieme, arrivando a sottolineare alcuni aspetti inediti dell’immagine storiografica degli Assiri e della loro formazione politica.
Depuis l’Antiquité, l’expérience politique assyrienne (XIVème - VIIème siècles av. J.-C.) a été définie comme un « Empire ». Les sources classiques et bibliques ont créé une image historiographique des Assyriens caractérisée par une violence militariste, par une sexualité excessive et par un urbanisme exagéré. En plus, la théorie de la translatio imperii indiquait dans l’Empire assyrien le premier Empire de l’histoire. À partir du milieu du XIXème siècle la découverte des vestiges des villes royales en Mésopotamie du Nord et surtout des bas reliefs, qui ornaient les palais royaux, a donné accès à une quantité d’informations directes sur les Assyriens. L’interprétation historiographique de ces données a eu comme modèle l’Empire romain, déjà bien connu par les savants. Le déchiffrement du système cunéiforme et la conséquente lecture des sources écrites assyriennes a certifié l’image impériale puissante et militariste suggérée par les sources anciennes. À partir de cette époque jusqu’à nos jours, les informations concernant les Assyriens sont augmentées constamment. Au même temps, le travail d’interprétation historiographique a été influencé tant par les différentes doctrines économiques et politiques, que par les intérêts des nations qui finançaient les recherches. Pour décrire l’expérience politique assyrienne ont été employées par les Assyriologues des catégories typiquement modernes, telles que l’impérialisme et le colonialisme, ou plus récemment, la globalisation. L’objectif de cette thèse de doctorat est de reconstruire le chemin épistémologique du concept d’« Empire assyrien », avec une attention spécifique à l’apport de la recherche archéologique en Mésopotamie du Nord.
Since the Antiquity the political experience of the Assyrians has been defined as an “Empire”. Biblical and ancient sources have created a historiographical image of the Assyrians, which was characterized by military violence, an excessive sexuality and an exaggerated urbanism. Moreover, following the theory of the translatio imperii, the Assyrian Empire should have been the first empire of history. Starting from the middle of the XIX century the discovering of the vestiges of the royal cities in the north of Mesopotamia, and especially of the bas reliefs which adorned the royal palaces, gave access to an enormous quantity of direct information about the Assyrians. The historiographical model which was employed in order to interpret this data was the roman empire, which was already very well-known by scholars. The deciphering of the cuneiform system and the consequent possibility of accessing to Assyrian written sources certified the powerful and militaristic image suggested by the ancient sources. Since that period and during the next excavations up until today, the information about the Assyrians has constantly increased. At the same time the work of historical interpretation has been influenced not only by the different economic and political theories but also by the interests of the nations which financed the researches. In order to try to understand the Assyrian political experience, typically modern categories have been employed by Assyriologists, such as imperialism and colonialism, or more recently the globalization. The aim of this doctoral thesis consists in reconstructing the epistemological course of the concept of “Assyrian Empire”, with a specific attention to the contribution of archaeological researches in the Northern Mesopotamia.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40671
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:Dipartimento di Studi Umanistici
T - Tesi di dottorato

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