Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/40591
Titolo: LA RIFORMA DEI REATI AMBIENTALI: DAL DISASTRO INNOMINATO AL DISASTRO AMBIENTALE
Autori: Ferraro, Maria Giuseppina
Relatore: Trapani, Mario
Parole chiave: DISASTRO INNOMINATO AMBIENTALE
Data di pubblicazione: 29-mag-2017
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Questo lavoro si propone di ripercorrere le tappe più rilevanti della tutela penale dell’ambiente, dando maggiore rilievo alla fattispecie che ha causato più problemi interpretativi, ossia quella del disastro ambientale. La ricerca si sviluppa in tre capitoli. Nel primo, si approfondisce il concetto di “ambiente” e il suo rapporto con il bene della salute. Ci si sofferma sulla distinzione tra la concezione antropocentrica e quella ecocentrica della tutela ambientale, al fine di verificare l’eventuale cambiamento di impostazione con la riforma del 2015. Si affronta l’evoluzione del diritto penale dell’ambiente in Italia, alla luce dell’emanazione della direttiva 2008/99/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, la quale obbliga gli Stati membri ad introdurre nei loro ordinamenti penali alcune fattispecie di reato con lo scopo di rendere più efficace la tutela dell’ambiente. In particolare, si propone un resoconto del sistema di tutela penale dell’ambiente in Italia, affrontandone le criticità. Infine, nel medesimo capitolo, si approfondisce il tema della tutela di funzioni, questione strettamente correlata alla tutela penale dell’ambiente. Nel secondo capitolo, si volge lo sguardo verso la norma che ha suscitato particolare scalpore nelle aule dei giudici di merito e di legittimità, ossia l’art. 434 del codice penale. In primis, si illustra la sentenza della Corte Costituzionale in merito all’incostituzionalità dell’art. 434 c.p., ove il giudice delle leggi non critica l’operato della giurisprudenza sull’applicazione del disastro innominato al disastro ambientale, ma ne rileva le problematicità, invitando il legislatore a risolverle. Quindi, si trattano i due profili interessanti della fattispecie ai fini di un ulteriore approfondimento nel prosieguo della tesi (quando viene esaminato il nuovo disastro ambientale): il bene giuridico dell’incolumità pubblica e la forma di reato di pericolo. Si affronta, così, una disamina completa dell’art. 434 c.p. in tutti i suoi elementi costitutivi. Da ultimo, nel secondo capitolo, si richiamano i processi e i procedimenti penali che hanno sussunto il disastro ambientale sotto la fattispecie del disastro innominato. Il capitolo conclusivo dedica ampio spazio all’esame della legge 22 maggio 2015, n. 68. Dopo un breve excursus sulle nuove fattispecie introdotte nel codice, si dà rilievo particolarmente all’inquinamento ambientale – art. 452-bis c.p. – e al disastro ambientale – art. 452-quater – quali fattispecie idealmente risolutive delle problematiche connesse al vuoto legislativo. Si mettono, così, in evidenza tanto i risvolti positivi, quanto quelli più deludenti a fronte delle attese di una riforma ben più efficace di quella posta in essere. Particolare attenzione, in tal senso, è rivolta ai temi dell’accertamento del nesso causale e delle tecniche di incriminazione impiegate. In sede conclusiva, si ipotizza l’ulteriore passo in avanti che potrebbe fare il sistema di tutela penale dell’ambiente, da poco entrato in vigore in Italia, emulando i sistemi di protezione stranieri, come quello spagnolo, che tutela il bene ambiente tramite fattispecie delittuose sotto forma di reati di pericolo sin dal 1995.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40591
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato

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