ALLA PERIFERIA DEL PROGRESSO: IL PENSIERO POLITICO OTTOCENTESCO IN EÇA DE QUEIRÓS E LEOPOLDO ALAS “CLARÍN”

Abstract

In un secolo denso di innovazioni sul piano delle scienze e delle tecniche, quale fu il XIX, l’elaborazione delle idee filosofiche, politiche e religiose subì l’influsso di una diffusa e crescente fiducia nell’intelletto e nei diritti dell’essere umano; tale situazione si verificò nell’intera Europa occidentale, ma con proiezioni diverse che riflettevano le differenze politiche, economiche, sociali e culturali esistenti tra le nazioni. Con il presente lavoro, si vuole approfondire, dopo una panoramica sulle principali correnti politiche che si svilupparono in tale contesto, il modo in cui esse influenzarono il pensiero politico di due celebri scrittori iberici vissuti nella seconda metà dell’Ottocento, attraverso l’analisi della loro opera saggistico-giornalistica e letteraria: il portoghese José Maria Eça de Queirós (1845-1900) e lo spagnolo Leopoldo Alas “Clarín” (1852-1901). Acuti analisti dei costumi nazionali, Eça e Clarín, infatti, attraverso la critica giornalistica e letteraria, entrarono nel vivo del dibattito politico, sociale e culturale del loro tempo e, tramite le forme narrative, tentarono di dipingere un affresco della società coeva. Nelle conclusioni, si evidenzieranno i punti di convergenza e divergenza nel pensiero dei due autori, alla luce delle differenti influenze ricevute, della diversa formazione e delle coordinate storico-politiche dei due paesi in cui nacquero e vissero.