Adeegso tilmaantan si aad u carrabbaabdo ama ugu samayso link qoraalkan http://hdl.handle.net/2307/40400
Cinwaan: Irlanda del Nord, conflitto ed educazione
Qore: Renzi, Barbara Gabriella
Tifaftire: Pompeo, Francesco
Mattei, Francesco
Ereyga furaha: Belfast
Irlanda del Nord
Troubles
violenza
Taariikhda qoraalka: 19-May-2017
Tifaftire: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Il presente lavoro propone una tesi etnografica incentrata sull’Irlanda del Nord e la sua capitale, Belfast, oltre dieci anni dopo la fine (formale) dei Troubles. In via ufficiale, infatti, l’Accordo del Venerdì Santo del 1998 aveva messo fine alle ostilità, di carattere etnico, sociale e politico piuttosto che religioso. Tuttavia, in maniera a volte sottile ed altre volte eclatante, la violenza rimane radicata nella società nordirlandese come un lascito testamentario del conflitto. Questa tesi esamina le diverse facce della violenza che persiste nell’Irlanda del Nord contemporanea, ed i tentativi di riconciliazione attraverso alcuni approcci in campo educativo e religioso. Mentre nella società nordirlandese il divario storico tra cattolici e protestanti è stato di gran lunga superato da un divario comune fatto di povertà e differenze sociali, la violenza etnico-politico-religiosa non è stata sostituita dalla lotta di classe. Piuttosto, l’odio tra cittadini nati nella stessa città ma di religioni e persuasioni politiche diverse è ora riversato verso il (relativamente recente) influsso di stranieri, spingendo studiosi ed intellettuali ad interpretare il razzismo come la nuova frontiera del settarismo. Nel frattempo, nelle aree del sottoproletariato sia protestante che cattolico, bambini e minorenni sono i principali attori di situazioni violente a volte rituali, come quelle associate al Twelfth, l’evento più importante della simbologia e della ritualità protestante, che vede impegnate le diverse fazioni in una contesa per la legittimità: da una parte, la legittimità di marciare, basata sulla tradizione; dall’altra, la legittimità di protestare, di opporsi, di rifiutare quel che viene interpretato come bieco trionfalismo. Laddove la violenza non è direttamente presente, quel che rimane, come un’ombra allungata sotto il riflesso del sole al tramonto, è la paura di essa. Una paura innescata da simboli e che imprigiona i Belfastiani in uno spazio contrassegnato dal marchio del pericolo o della sicurezza. In ciò, l’identità religiosa (spesso una maschera per quella politica o semplicemente etnica) funge da chiave semantica e dà forma a geografie spaziali e temporali, contrassegnate dalla dicotomia sicurezza/pericolo. La soluzione alla permanenza della violenza fisica e psicologica nella vita quotidiana è rappresentata dall’educazione. L’educazione integrata, così come l’ecumenismo, favoriscono il contatto di gruppi altrimenti separati, e sono al momento considerati la soluzione alla segregazione sociale della regione. Il lavoro etnografico, coadiuvato da anni di residenza nella capitale dell’Irlanda del Nord, riporta le esperienze sia di informatori sia quelle raccolte in prima persona. Conversazioni, osservazioni, persino la partecipazione alle marce protestanti (dal punto di vista di una donna, straniera e cattolica) hanno reso possibile la stesura di questo lavoro e la riflessione sulla situazione odierna in una società che sta, seppure lentamente, emergendo da trent’anni di conflitto.
The present work presents an ethnographic thesis focused on Northern Ireland and its capital city, Belfast, over ten years after the formal end of the Troubles. In fact, the 1998 Good Friday Agreement had signified an official end to the conflict, characterized by hostilities of ethnic, social and political nature, rather than religious. However, in a way at times subtle and at times blatant, violence is still rooted in the Northern Irish society, almost like an inheritance from the conflict. This thesis examines the different facets of a violence that persists in contemporary Northern Ireland, and reconciliation attempts from the point of view of education and religion. The historical divide between the living conditions of the Catholic and the Protestant populations has now been overcome by a common divide, made of poverty and social disadvantage, affecting working-class Protestants and Catholics alike. This notwithstanding, ethnic, political and religious violence has not been replaced by class struggle. Rather, the hate between people born in the same city, but from different religious and political backgrounds is now directed towards the relatively new influx of foreigners, pushing scholars to interpret racism as the new frontier of sectarianism. In the meantime, in both Protestant and Catholic working-class areas, children and young people are the main actors of violent events, sometimes of a ritual nature, such as those associated with the Twelfth, the most important event in Protestant symbolism and rituals. The Twelfth sees both sides engaged in a battle for legitimacy: on the one side, the legitimacy to march based on tradition; on the other side, the legitimacy to protest against, to oppose, to refuse what is seen as plain and outdated triumphalism. Where violence is not directly present, the fear of it is. Triggered by symbols, fear imprisons many Belfast people into a space of places marked by either danger or safety. In this, religious identity works as a semantic key and shapes geographies of space and time, characterized by the danger/safety dichotomy. The solution to this persistence of physical and psychological violence is represented by education. Like ecumenism in religion, integrated education helps groups, otherwise separate, to interact. Both integrated education and ecumenism are considered the solution to social segregation in the region. This ethnographic work, facilitated by years of living in Belfast, reports the experiences both of informants and those collected first-hand. Conversations, observations, and even first-hand participation to Protestant marches (from the point of view of a foreign, Catholic woman) have made possible this work and the reflection on the contemporary situation in a society that is, slowly but surely, emerging from a thirty-year-long conflict.
URI : http://hdl.handle.net/2307/40400
Xuquuqda Gelitaanka: info:eu-repo/semantics/openAccess
Wuxuu ka dhex muuqdaa ururinnada:Dipartimento di Scienze della Formazione
T - Tesi di dottorato

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Barbara Renzi Tesi dott. Roma 3 5-marzo Bis (2).pdf7.81 MBAdobe PDFMuuji/fur
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