Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/3881
Titolo: Edizione delle cronache di Alessandro Streghi
Autori: Zevi, Andrea Tobia
Relatore: Dardano, Maurizio
Parole chiave: Alessandro Streghi
Lucca
Quattrocento
Data di pubblicazione: 26-apr-2012
Editore: Università degli studi Roma Tre
Abstract: L’edizione delle Cronache di Lucca di Alessandro Streghi (vissuto alla metà del sec. XV) ha comportato un lungo lavoro, data l’ampiezza dell’opera: circa 140.000 versi distribuiti in diciotto canti. L’introduzione si divide in cinque paragrafi: il primo è una premessa, il secondo è dedicato all’autore, il terzo all’opera, il quarto all’analisi dei codici e l’ultimo agli aspetti filologici ed editoriali. Seguono l’edizione del testo e il commento linguistico. Nel corso del lavoro ci si è dovuti confrontare con una serie di problemi filologici e linguistici di rilievo: ci si trova infatti di fronte a tre manoscritti (due quattrocenteschi e uno secentesco), che presentano sia porzioni di testo lacunose, mutili e interpolate, sia lezioni differenti da confrontare e selezionare. Il criterio usato è stato il seguente: in assenza di varianti testuali rilevanti il manoscritto A (Ms. 1661 Biblioteca statale di Lucca) è stato messo a testo; le varianti significative di B (Ms. 2629) sono state preferite o per ragioni di senso o per ragioni di metro. Solo molto raramente sono state messe a testo porzioni di testo di C (Ms. 942), il codice secentesco, e sempre in corpo minore per segnalarne l’alterità sul piano linguistico: si è quasi sempre trattato di alcuni passi ritenuti, dopo attento esame, filologicamente più attendibili (recentiores non deteriores). A ogni buon conto i primi due canti e metà del terzo, assenti in A e B, sono presentati in corpo minore. L’opera è stata analizzata sistematicamente. Nell’apparato compaiono non soltanto le varianti testuali, ma anche quelle puramente grafiche: sebbene non abbiano interesse filologico queste varianti possono testimoniare usi linguistici del tempo, come le oscillazioni tra il grado consonantico forte e medio-forte e le variazioni nel sistema desinenziale del verbo. Il testo delle Cronache non può essere considerato letterariamente significativo; se nella prima parte emerge comunque una maggiore sapienza compositiva bisogna però considerare che nel complesso l’opera appare in molte sue parti formulare e ripetitiva. Sul piano linguistico lo spoglio ha evidenziato in particolare le differenze che distinguono il fiorentino del XIV secolo e la lingua delle Cronache. In effetti tratti tipicamente toscano-occidentali permeano l’intero tessuto linguistico delle cronache, in particolare dal punto di vista fonetico e morfologico (anche se questi caratteri che erano più marcati nel Trecento appaiono alquanto illanguiditi nel secolo successivo). La lingua delle Cronache è stata messa a confronto con i testi occidentali coevi e in generale con gli esempi di lingua poetica quattrocentesca già studiati.
URI: http://hdl.handle.net/2307/3881
Diritti di Accesso: info:eu-repo/semantics/openAccess
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Italianistica
T - Tesi di dottorato

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