Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/673
Title: La pratica politica della European Women's Lobby
Authors: Forteschi, Alessandra Edonide
Advisor: Modugno, Roberta
Issue Date: 26-Mar-2010
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La tesi colma un vuoto storiografico presente in Italia come in Europa sul lavoro e le pratiche politiche di una coalizione, quella della Lobby Europea delle Donne (European Women’s Lobby – EWL), a tutt’oggi posta sempre in secondo piano dalla gran parte degli studiosi e delle studiose di politica e di sociologia. Si tratta, dunque, di un lavoro di riscoperta di una organizzazione che dal 1990 ad oggi ha saputo riunire e coordinare all’incirca 4000 organizzazioni femminili e femministe in tutta Europa. Uno studio che, partendo dai concetti di lobby e di lobbismo, analizza e descrive l’impegno politico di quella che ad oggi è una delle più grandi coalizioni europee. In questo senso manca anche, e soprattutto, un dibattito critico a riguardo; una lacuna che permette di avere solo una visione incompleta e frammentaria dell’argomento. In Italia, gli studi sociologici e storico-politici sembrano deliberatamente non tenere in considerazione questa istituzione: nei numerosi testi che affrontano il lobbismo e le lobbies raramente si fa menzione alla Lobby delle Donne, come ho potuto evincere dai numerosi autori e autrici cui ho fatto riferimento per il presente lavoro. La European Women Lobby si muove, naturalmente, secondo il significato anglosassone del termine: un’organizzazione pubblica (di solito nelle vesti di associazioni) che opera a tutela degli interessi di un gruppo, consentendone la rappresentanza politica. Il lobbismo è indiretto ed esercita pressioni in nome dell’interesse pubblico. La storia delle cooperative tra donne, dalle prime iniziative all’associazionismo contemporaneo più strutturato e organizzato, che avanzano proposte di una nuova qualità della vita, di una diversa organizzazione del lavoro e di una più attiva partecipazione alla vita politica, appare ricca di spunti e di riflessioni sociali. Due sono i dati inconfutabili di riflessione scientifica e politica insieme: la progressiva e incalzante presenza delle donne in tutti i settori e strutture produttive di un Paese; l’emersione di uno specifico dibattito storiografico sulla questione femminile. In che senso le donne sono, possono o debbono essere soggetti della politica? E quali problemi sono posti dalla soggettività politica delle donne? A queste domande, spiega la Gianformaggio, si deve rispondere diversamente a seconda che si faccia riferimento a due distinte dimensioni della politica. La dimensione che definisce orizzontale è quella della partecipazione (cittadinanza) e della rappresentanza. La dimensione verticale è invece legata all'idea di potere (e di stato). Nel primo senso la soggettività politica pertiene alle donne in quanto donne, nel secondo senso è invece una problematica di genere. Gianformaggio sostiene che essere cittadini significa avvertire l'esigenza di presentarsi sulla scena pubblica. Così, l'emergere di nuovi soggetti politici implica la richiesta di riconoscimento pubblico per una serie di bisogni, e la comparsa di nuove modalità di azione a tutela di tali bisogni e interessi. Le donne sono un soggetto nuovo in questo secondo senso, ovvero sono diverse e non semplicemente arrivate dopo. Gianformaggio conclude affermando che affinché le donne possano diventare soggetti è necessario che propongano il proprio sguardo sul mondo, e che possano poi dialogare con sguardi tra loro diversi e non semplicemente opporsi a quello omologante dell'uomo-massa. Maria Chiara Pietavolo rilancia sostenendo che per contrastare l'idea che i problemi degli uomini sono i problemi di tutti, mentre i problemi delle donne sono solo problemi da donne, non è sufficiente ripetere che i problemi delle donne sono i problemi delle donne, ma bisogna mostrare che i problemi delle donne sono i problemi di tutti. “Le donne non sono uguali. Non sono uguali fra di loro, non sono uguali agli uomini, e, anche dove hanno conquistato gli stessi diritti, non sono ugualmente presenti nella cultura, nella società e nella politica. E' facile pensare che l'uguaglianza di diritti - credere di avere dei diritti – sia un tradimento e un inganno. Ma dobbiamo anche domandarci se l'uguaglianza non sia qualcosa di più complesso e incisivo di quanto ci sia stato fatto credere. Che poter essere in modo uguale, essere uguali e credere, semplicemente, di essere uguali siano cose molto diverse fra loro. E, soprattutto, cose diversamente difficili”. Nonostante la crisi economica e le difficoltà che le donne incontrano quotidianamente, si può registrare un aumento continuo di donne che lavorano (nonostante la scarsità di servizi a sostegno della maternità soprattutto nei Paesi dell’area mediterranea), e più in generale una crescente necessità e urgenza delle donne di entrare in quei luoghi della società e della politica che fino a poco tempo fa erano destinati esclusivamente o quasi agli uomini, come dimostrano i dati recenti sull'istruzione e sull'accesso alle professioni e alle carriere politiche. In questo clima si colloca il lavoro della EWL, che si può definire come una organizzazione ombrello che raccoglie organizzazioni femminili di diversi Stati europei e svolge una funzione di promozione, controllo e diffusione delle azioni comunitarie destinate alle donne ai fini della promozione della parità tra donne e uomini. Una forma di associazionismo diversa dalle altre, perché basandosi sul principio e sulle tecniche del lobbying evidenzia come, per la prima volta, le organizzazioni femminili e le donne, nella loro partecipazione attiva alla vita pubblica, si considerino non più solo soggetti impegnati nella rivendicazione dei propri diritti, ma soggetti portatori di interessi da tutelare. Fulcro del lavoro è l’analisi della EWL (struttura e organizzazione) e delle aree politiche di interesse e di azione, e delle politiche paritarie sviluppate in Europa, in cui la EWL si inserisce e su cui trova fondamento per implementare le proprie iniziative. Per introdurre l’argomento ho dato una panoramica su cosa sia l’attività di lobbying nel suo senso anglosassone e di come essa venga praticata presso le strutture della Comunità Europea (cambiano infatti i luoghi e le modalità del lobbying).
URI: http://hdl.handle.net/2307/673
Appears in Collections:X_Dipartimento di Studi Internazionali
T - Tesi di dottorato

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