Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/6043
Title: I ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali tra imprese e tra imprese e Pubblica Amministrazione
Authors: Poccia, Erika
Advisor: Mazzanuto, Salvatore
Spoto, Giuseppe
Keywords: Ritardi pagamenti
Transazione commerciale
Issue Date: 15-Jun-2016
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Il lavoro svolto affronta il tema dei ritardi nei pagamenti commerciali tra le imprese e tra le imprese e la Pubblica Amministrazione. La prima parte della trattazione, dopo brevi osservazioni preliminari sull’attività di ricerca svolta, è dedicata all’inquadramento della tematica dei ritardi dei pagamenti nelle transazioni commerciali, con particolare riferimento ai risvolti che il problema delle lungaggini dei tempi di pagamento comporta per le piccole e medie imprese nel mercato unico, e alle soluzioni fornite dal legislatore italiano attraverso il recepimento delle Direttive europee 2000/35/CE e 2011/7/UE, al fine di assicurare protezione all’impresa creditrice, parte debole del rapporto contrattuale avente natura commerciale. Successivamente, sono inquadrati i rilievi problematici sorti a seguito del recepimento della seconda Direttiva europea, riguardanti la delimitazione dell’ambito di applicazione oggettivo e soggettivo della disciplina sui ritardi di pagamento. Particolare attenzione è rivolta al divieto di estensione della disciplina in esame alle procedure concorsuali e di ristrutturazione dei debiti, nonché al mancato coordinamento esistente tra le due normative. L’attività di ricerca si concentra nell’identificazione dei limiti al richiamato divieto: se, quindi, questo deve interpretarsi nel senso di escludere totalmente dall’ammissione al passivo fallimentare gli interessi dovuti ai sensi del Decreto legislativo di recepimento n. 231/2002, oppure se debba essere inteso nel senso di non ammettere al passivo i predetti interessi solo se maturati successivamente alla dichiarazione di fallimento. L’altra questione a cui si tenta di dare soluzione riguarda l’interazione tra il richiamato divieto e gli artt. 54 e 55 della legge fallimentare, che disciplinano la sorte degli interessi moratori assistiti da privilegio e maturati per ritardato pagamento in una transazione commerciale in caso di fallimento dell’impresa debitrice. Viene poi esaminata la differenza tra il concetto di impresa di derivazione europea – esteso, dalle Direttive sui ritardi dei pagamenti, ai liberi professionisti e ai lavoratori autonomi - e quello contenuto del nostro Codice civile. L’analisi della contrattazione commerciale tra imprese e pubblica amministrazione tiene conto delle ultime novità introdotte dal Decreto di recepimento della seconda Direttiva e dalla Legge 30 ottobre 2014 n. 16, recante norme di interpretazione autentica e modifiche del D.lgs. 9 ottobre 2002, n. 231, a seguito della quale l’ambito soggettivo di applicazione della disciplina sui ritardi dei pagamenti deve intendersi esteso anche ai contratti di appalto di opere pubbliche, prima oggetto di interpretazioni contrastanti della dottrina. La seconda parte della tesi è rivolta all’indagine della peculiare funzione degli interessi moratori della disciplina di derivazione comunitaria e dei limiti alla derogabilità dei termini di pagamento nelle transazioni tra imprese e tra imprese e pubblica amministrazione. Importante risalto è dato alle riflessioni svolte sui problemi di coordinamento tra tale funzione e la normativa “anti usura”. L’analisi prosegue con l’interpretazione delle disposizioni che regolano il regime di invalidità degli accordi sulle modalità di pagamento. Vengono, quindi, fornite alcune prospettive di indagine dell’art. 7 del D.lgs. n. 231/2002, come sostituito dal D.lgs. n. 192/2012, al fine di analizzare, fra le varie questioni, quella riguardante la natura della nullità di cui alla richiamata disposizione, e i limiti al potere di intervento del giudice sull’accordo in deroga “gravemente iniquo”. L’ultima parte del lavoro riguarda la tutela processuale nei pagamenti commerciali azionabile in caso di inadempimento ad un rapporto contrattuale costituente transazione commerciale. Sono commentate le disposizioni che prevedono il risarcimento dei costi di recupero e del maggior danno, e le norme del Codice di procedura civile che hanno riformato, con efficacia estesa anche ai rapporti non costituenti transazioni commerciali, il procedimento per ingiunzione di pagamento e la concessione della provvisoria esecuzione parziale del decreto ingiuntivo opposto. Infine, è analizzata la nuova disciplina sugli interessi di mora riguardanti i crediti litigiosi oggetto di un procedimento di cognizione e le negative ripercussioni processuali che il novellato art. 1284 cod. civ. produce sul “sistema giustizia”.
URI: http://hdl.handle.net/2307/6043
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato

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