Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/6013
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dc.contributor.advisorRuotolo, Marco-
dc.contributor.authorSeverini, Andrea-
dc.date.accessioned2018-07-12T13:08:25Z-
dc.date.available2018-07-12T13:08:25Z-
dc.date.issued2016-05-16-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/6013-
dc.description.abstractLa ricerca è finalizzata a tracciare un resoconto storico dell’evoluzione delle fonti legislative decreto-legge e legge di conversione, anche e soprattutto alla luce delle ultime sentenze della Corte costituzionale sul tema. Come noto, la formulazione dell’art. 77 Cost. e la mancata regolamentazione legislativa della legge di conversione hanno prestato il fianco a numerosi abusi da parte del Governo, specificamente in tema di elevata produzione e di reiterazione, nonostante i vari rimedi esperiti: l’art. 15 della legge n. 400/88, che enucleò limiti funzionali e contenutistici; l’art. 78 Reg. Sen., che ampliava il parametro della verifica preliminare della legittimità da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato facendo riferimento ai “limiti stabiliti dalla legislazione vigente” (rectius, a quanto disposto dalla L. n. 400/88); le numerose sentenze della Corte costituzionale sul tema. Nello specifico, il primo intervento di rilievo si registrò con la sentenza n. 360/1996, che decretò la illegittimità costituzionale della prassi della reiterazione del decreto-legge. Si devono altresì citare le sentenze nn. 171/2007 e, più recentemente, 32/2014, che segnano l’evoluzione di un lungo percorso giurisprudenziale finalizzate a dar vita allo statuto della legge di conversione. La Consulta ha infatti stabilito alcune linee guida del rapporto fra decreto-legge e legge di conversione, tracciando in particolar modo la fondamentale importanza della omogeneità fra le due fonti normative. Di grande interesse è altresì la sentenza n. 220/2013 con cui è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale del decreto-legge abolitivo delle Province. La pronuncia apre un nuovo fronte di dibattito intorno alla decretazione di urgenza poiché stabilisce che lo strumento del decreto-legge non è idoneo per addivenire a riforme organiche dell’ordinamento. In altre parole, non è possibile porre in essere interventi radicali di riforma e duraturi nel tempo con una fonte che è di per sé provvisoria e legata a situazioni circostanziali ed attuali. La ricerca ha quindi l’obiettivo di ricostruire questa evoluzione, soprattutto giurisprudenziale, e di dar conto dello “stato dell’arte” attuale, che si caratterizza per un forte restringimento degli ambiti di intervento del Governo con la decretazione di urgenza.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.subjectDecreto leggeit_IT
dc.subjectLegge conversioneit_IT
dc.subjectGiurisprudenza contemporaneait_IT
dc.subjectFonti dirittoit_IT
dc.subjectFonti legislativeit_IT
dc.titleDecreto-legge e legge di conversione alla luce della più recente elaborazione giurisprudenzialeit_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO COSTITUZIONALEit_IT
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Lawit_IT
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheit_IT
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
item.grantfulltextrestricted-
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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