Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/6012
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dc.contributor.advisorResta, Eligio-
dc.contributor.authorCasciello, Valeria-
dc.date.accessioned2018-07-12T12:46:04Z-
dc.date.available2018-07-12T12:46:04Z-
dc.date.issued2016-06-20-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/6012-
dc.description.abstractOggetto della ricerca che si è svolta è la violenza e il suo rapporto complesso, per certi aspetti complesso e contraddittorio, con il potere e con il diritto. L'analisi degli approcci teorici che di tale tema si sono occupati è strutturata intorno alla semantica della violenza, con l'intento di costruire quello che può definirsi un vero e proprio lessico della violenza, analizzando, quindi, in primo luogo l'ambito linguistico entro cui porre il problema della violenza. La violenza ci pone, infatti, innanzitutto di fronte ad un problema linguistico, di significati, per cui occorre chiedersi di cosa parliamo quando facciamo riferimento ad essa, sopratutto se analizzata nel suo rapporto con il potere e con il diritto. Il concetto di violenza è estremamente complesso e mutevole. In linea generale con esso si fa riferimento a qualsiasi atto o comportamento che faccia uso della forza fisica per recare danno ad altri o sulle cose. Ma tale definizione deve fare necessariamente i conti con la mutevolezza del contesto in cui la violenza si manifesta e con le motivazioni che la generano: oggi la tipologia degli eventi a cui viene riconosciuta la qualità di violenza non è limitata alle sole situazioni che implicano l'esercizio della forza fisica, ma comprende categorie molto più elusive e non materialistiche, è quello che potrebbe essere definito il “non apparire” della violenza, la sua sublimazione e il suo svolgersi in modo simbolico. Il campo semantico entro cui si analizzano gli approcci filosofici che si sono occupati della violenza è quello del bíos, ossia la vita intesa non in senso naturalistico, ma nel suo particolare significato di «forma o maniera di vivere propria di un singolo o di un gruppo». Se bíos è una esistenza qualificata, tra le qualificazioni della vita è ricompresa la violenza. In questo senso la violenza è una dimensione della vita. Come insegna Socrate, ritenuto tradizionalmente il primo filosofo del bíos, è possibile distinguere “la vita”, intesa come esistenza, dalle “vite,” a seconda delle molteplici qualità e virtù che alla vita stessa possono essere attribuite. E se il compito dell'uomo politico e, in generale della politica, è, come ci ricorda Aristotele, occuparsi del bíos, essa deve cercare di fare in modo che la vita degli uomini si svolga in armonia. La storia dell'uomo può essere allora letta come la storia della violenza, o meglio, quella delle strategie che gli uomini hanno messo in pratica contro la propria violenza per garantire la sopravvivenza della loro comunità. In tale ambito si osserva che la prevenzione e la cura della violenza è stata affidata a dispositivi di autoimmunizzazione, spesso inefficaci, che si caratterizzano per la loro ambivalenza in quanto tentano di neutralizzare e regolare la violenza incorporandola. Il diritto moderno, il rimedio più propriamente curativo della violenza, è l'emblema di questo misconoscimento della violenza e della sua metabolizzazione all'interno del bíos. Nello stato moderno, infatti, un soggetto terzo, il sovrano, ha monopolizzato l'esercizio della violenza e la ha amministrata attraverso le regole. Il diritto, dunque, non elimina la violenza tra le qualificazioni della vita degli uomini, ma la incorpora trasformandola in legittima, perché autorizzata, mettendo al bando quella del singolo che diventa illegittima. Su tali premesse si sono prese in rassegna le categorie di ordine, potere, identità e guerra. Concetti che implicano la violenza, ma al tempo stesso fanno parte di bíos in quanto luoghi in cui il problema della violenza è posto (nel senso di concepito, conceptus, appunto), talvolta superato, ma sopratutto, dove bíos (vita) e violenza si rapportano continuamente, tentando di differenziarsi.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.subjectDirittoit_IT
dc.subjectViolenzait_IT
dc.subjectFilosofia dirittoit_IT
dc.subjectPotereit_IT
dc.titleI nomi della violenzait_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::FILOSOFIA DEL DIRITTOit_IT
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Lawit_IT
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheit_IT
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
item.grantfulltextrestricted-
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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