Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/591
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dc.contributor.advisorConti Odorisio, Ginevra-
dc.contributor.authorMancino, Giuliana-
dc.date.accessioned2011-08-05T17:14:25Z-
dc.date.available2011-08-05T17:14:25Z-
dc.date.issued2010-03-26-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/591-
dc.description.abstractCome sostiene Conti Odorisio, nell’opera Ragione e Tradizione, nel femminismo contemporaneo il corpo ha assunto un’importanza centrale, come base materiale dell’identità, facendo sì che le problematiche riguardanti la sessualità e la maternità entrassero a far parte della discussione politica. Sul significato da assegnare alla diversità corporea uomo/donna si sono sviluppate due correnti all’interno del femminismo: quella egualitaria e quella differenzialista. Le fonti delle due diverse scuole si possono individuare da una parte ne Il secondo sesso di Simone de Beauvoir, dall’altra ne Le tre ghinee3 di Virginia Woolf, opere entrambe che vanno storicizzate. “Donna si diventa, non si nasce” sosteneva Simone de Beauvoir ne Il secondo sesso, intendendo dire che il ruolo delle donne nella società non era dovuto alla loro esistenza biologica ma determinato e imposto dal potere patriarcale dal quale derivavano la divisione dei ruoli. Per cambiare i rapporti di potere fra uomo e donna per De Beauvoir la donna avrebbe dovuto avere la possibilità di entrare nel mondo “maschile”, di parlare il linguaggio della razionalità, di gestire il potere. La corrente differenzialista deriva invece dall’opera di Virginia Woolf, la quale vive in un contesto molto diverso rispetto a Simone de Beauvoir. Se questa aveva conseguito una specializzazione in filosofia e frequentava intellettuali anche di sesso maschile, la Woolf pur essendo figlia di un intellettuale, aveva ricevuto un’ educazione differenziata riservata alle ragazze bene e non aveva accesso alle biblioteche. Ma di tale esclusione la scrittrice ne fa un punto di forza, proclamando la sua estraneità dalla cultura e quella di tutte le donne. Estraneità che si manifesta anche nei confronti di valori concepiti quali esclusivamente maschili, come patria e nazione. Lo scopo della tesi è in primo luogo quello di mostrare la diversità di approccio fra le due correnti del femminismo contemporaneo, quella egualitaria, orientata al genere (gender theory) e quella differenzialista, cui conseguono due diverse risposte politiche alla questione femminile. Secondo la corrente differenzialista le lotte politiche che sono state intraprese storicamente dalle donne per l’emancipazione, e le lotte attuali per la parità, devono essere criticate e accantonate poiché non sono altro che un tentativo di omologazione delle donne all’uomo; tale corrente utilizza la categoria di differenza sessuale, ontologica e irriducibile, al fine di costruire un mondo politico che tralasci categorie universali che si mostrerebbero come neutre (valide tanto per l’uomo quanto per la donna), ma che in realtà sarebbero soltanto maschili (Parlamento, Stato, leggi, individuo). Le teorie differenzialiste propugnano di marcare la realtà politica con il segno della differenza sessuale, (per esempio diritti sessuati diversi per l’uomo e per la donna) che significa costruire il politico su basi biologiche, e quindi rifiutare la distinzione fra sesso anatomico e genere. Secondo la gender theory la distinzione sex-gender è necessaria per storicizzare la differenza fra i sessi e a mostrare come la distinzione dei ruoli maschili e femminili in base alla quale si determinano le caratteristiche dell’individuo e l’assegnazione alla sfera pubblica o privata, sia ascrivibile non alla natura, ma alla società e alla politica, e che come tale possa e debba essere modificata al fine di riequilibrare l’allocazione del potere fra uomo e donna. La lettura di questa diversità di approccio ruota quindi intorno al sex-gender system, giacchè per la prima corrente, orientata al genere vi è una differenza fra sex e gender, -laddove in sintesi per sex si intende la diversità biologica fattuale, per gender la costruzione culturale, sociale e politica che ascrive ruoli, poteri, risorse differenti per uomo e donna basandole sul sex- per la seconda corrente quella differenzialista la distinzione fra sex e gender sarebbe epistemologicamente errata e politicamente fuorviante. L’esito politico della corrente differenzialista parte da una critica al concetto di uguaglianza fra uomo e donna, per arrivare a sostenere una libertà esclusivamente femminile. Per tale corrente la libertà è in antinomia rispetto all’eguaglianza. Al contrario per la gender theory, uguaglianza e libertà sono strettamente connesse. Così vediamo per esempio in Anne Phillips l’uguaglianza si ottiene attraverso una politica di quote sia nel mondo del lavoro sia nel mondo della politica che possano rimuovere gli svantaggi iniziali delle donne, e attraverso il vaglio dell’uguaglianza dei risultati. L’uguaglianza è uno strumento per aumentare le possibilità delle donne di affermarsi non più soltanto come madri, ma come lavoratrici e cittadine, e quindi di essere più libere come individui. Per Susan Moller Okin la mancata uguaglianza fra uomo e donna ha la sua origine nella storica assegnazione della donna al lavoro domestico e di cura, per cui diminuiscono le possibilità di affermazione nell’ambito lavorativo e politico. La corrente della gender theory non è l’unica critica nei confronti del femminismo differenzialista, ma vi sono anche la queer theory elaborata da vari autrici, fra cui De Laueretis e Butler e il cyborg-femminismo di Donna Haraway. Tuttavia tali correnti esulano dalla ricerca poichè ritengono desueta la distinzione sex - gender. La tesi si pone inoltre lo scopo di colmare un vuoto nella ricerca scientifica, in quanto vi è una carenza di opere di critica all’orientamento differenzialista che offrano una visione d’insieme, che mettano in relazione spunti critici esposti sinora soltanto in modo frammentario. Si pensi che non vi è un’opera che esponga in maniera sistematica le critiche alle teorie femministe della corrente differenzialista, quali la diversa moralità femminile proposta da Gilligan, o il pensiero materno di Ruddick o il femminismo sociale di Elsthain, ma solo articoli pubblicati in diverse riviste, fra cui Feminist studies, Signs, Poltical Theory, Ethics, Social Research, Reti. Oltrettutto in Italia di tutte le opere delle femministe della corrente della gender theory sono state tradotte soltanto quattro opere (una di Susan Moller Okin: Justice, gender and the family, Le donne e la giustizia; una di Martha Nussabaum: Women and human development. The capabilities approach, Diventare persone, donne e universalità dei diritti2, due di Badinter: L’un est l’autre, L’uno è l’altra; Fausse route, La strada degli errori). Non vi è alcuna traduzione delle opere e degli articoli di Anne Phillips, di Christine Delphy, dell’opera importantissima di Susan Moller Okin: Women in western political thought. Non così per le teoriche della differenza, infatti per esempio di Luce Irigaray e di Carol Gilligan sono disponibili tutti i testi nella traduzione italiana. Tale mancata traduzione delle opere della gender theory è così direzionata da far pensare ad un’implicita censura nel nostro paese, poiché corrente non gradita. Per quanto concerne la struttura dell’elaborato si è scelto un criterio sia cronologico sia geografico. Le prime teorie differenzialiste sono apparse negli anni Ottanta negli Stati Uniti e Gilligan è riconosciuta come la fondatrice del femminismo differenzialista. Si è scelto quindi di esporre, dopo un exursus sul significato del termine genere, il pensiero di tale autrice e le relative critiche, che sono sorte nei paesi di lingua anglosassone, quindi di dare rilievo al femminismo orientato al genere di autrici quali Anne Phillips, Susan Moller Okin e Martha Nussbaum. Per quanto concerne i capitoli successivi si è deciso di esporre prima il femminismo differenzialista francese e poi quello italiano e non poteva essere altrimenti dato che il pensiero della differenza italiano trae le sue idee portanti da quello francese. Le autrici orientate al genere del contesto francese seguono le differenzialiste dello stesso Paese di origine, dato che le critiche si concentrano sul differenzilismo francese. Infine si è dedicato un capitolo al femminismo italiano e alle critiche accademiche a tale pensiero. Si è pensato poi di riservare in Appendice un paragrafo sull’antropologia cattolica relativa alla differenza sessuale, visto che tanto nei Paesi anglosassoni quanto in Francia le autrici orientate alla gender theory, quali Susan Moller Okin e Elizabeth Badinter, trovano elementi di continuità fra il differenzilismo e la dottrina cattolica ortodossa.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.titleUn dibattito nelle teorie femministe contemporanee : gender e differenza sessualeit_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze politiche e sociali::STORIA DELLE DOTTRINE POLITICHEit_IT
dc.subject.miurScienze politiche e sociali-
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze politiche e sociali::Social Work & Social Policyit_IT
dc.subject.isicruiScienze politiche e sociali-
dc.subject.anagraferoma3Scienze politiche e socialiit_IT
local.testtest-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Studi Internazionali*
item.grantfulltextopen-
item.fulltextWith Fulltext-
item.languageiso639-1other-
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