Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/5918
Title: La tutela del consumatore nell'impiego di apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano
Authors: Ferretti, Emanuele
Advisor: Lucchetti, Maria Claudia
Keywords: Acqua potabile
Trattamento
Informazione
Consumatore
Issue Date: 30-May-2016
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: Il progetto di ricerca triennale di questo dottorato ha riguardato “La tutela del consumatore nell’impiego di apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano”. La ratio finale del progetto di dottorato è strettamente correlata alle necessità di rafforzare l’attività d’informazione al cittadino sulla qualità delle acque distribuite al consumo umano, raccomandate a più riprese anche in sede di Consiglio Superiore di Sanità. In particolare da numerosi anni a questa parte la diffusione di dispositivi di trattamento di acque destinate al consumo umano in Italia è rilevante sia per diversità di tecnologie impiegate e varietà di sistemi in commercio che per entità di apparecchiature commercializzate. Tali trattamenti non rivestono in alcun caso finalità di “potabilizzazione” delle acque essendo applicati ad acque idonee al consumo umano; né l’utilizzo delle apparecchiature assume valenza sanitaria poiché i requisiti di qualità vigenti per le acque distribuite per uso potabile ne assicurano l’idoneità al consumo umano1 per l’intero arco della vita delle diverse categorie di consumatori, considerando tutti gli impieghi in ambito domestico o per le preparazioni alimentari. I dispositivi di trattamento di acque idonee al consumo umano sono principalmente offerti ai consumatori per perseguire modifiche nelle caratteristiche organolettiche delle acque, e quindi aumentarne la gradevolezza al gusto, combinandosi in molti casi con sistemi di refrigerazione e gasatura per conferire all’acqua caratteristiche di effervescenza. L’ “affinamento” delle acque potabili, ottenuto mediante uno o più processi fisici e/o chimici realizzati all’interno dei sistemi di trattamento, si prefigge in molti casi di agire su caratteristiche chimiche, fisiche e microbiologiche, tenendo anche conto delle interazioni delle acque con le reti di distribuzione domestica. Il D.M. n. 25 del 7 febbraio 20122, emanato dal Ministero della Salute, recante “Disposizioni tecniche concernenti apparecchiature finalizzate al trattamento dell'acqua destinata al consumo umano” stabilisce le prescrizioni tecniche relative alle apparecchiature per il trattamento dell'acqua destinata al consumo umano, individuate dall'articolo 11, comma 1, lettera i) del decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 31 e s.m.i. 1, e distribuita sia in ambito domestico che non domestico. Il D.M. 25/2012 richiede espressamente che le istruzioni fornite con i dispositivi, ricoprano ogni aspetto concernente il montaggio, all’utilizzo e alla manutenzione affinché possano essere garantite le prestazioni dichiarate e prevenuti eventuali rischio per la salute o pericoli per la sicurezza dell’apparecchiatura. Richiamando il “Codice del consumo”, a norma dell'art. 7 L. 229/20033, si prescrive inoltre che i produttori ed i distributori immettano sul mercato solo prodotti sicuri, garantendo che le apparecchiature se utilizzate e mantenute secondo quanto previsto nel manuale d'uso e manutenzione assicurino, durante il periodo di utilizzo, le prestazioni dichiarate e la conformità dell’acqua trattata ai requisiti di legge. Specifici obblighi inclusi nel DM 25/2012 discendono dalle normative di riferimento tra cui il Codice del consumo per quanto attiene alcuni aspetti fondamentali dei processi dì acquisto e consumo volti ad assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti. Nel richiamare gli obblighi in materia di pubblicità del D.lgs. 206/2005, vengono anche fornite specifiche sulle modalità d’indicazione delle prestazioni delle apparecchiature contenute nei materiali informativi e nella manualistica a corredo dell’apparecchiatura; è richiesto, in particolare, che le indicazioni di prestazione si riferiscano esclusivamente a effetti relativi a sostanze e/o elementi e/o parametri biologici che siano stati testati sperimentalmente o adeguatamente documentati. Tenuto conto di tali necessità, il progetto di dottorato ha inizialmente valutato il rischio igienico-sanitario correlato al consumo umano di acque trattate mediante caraffe filtranti diffuse in commercio, anche in relazione alle differenti tipologie di acque in distribuzione nel territorio nazionale, al consumo di acque trattate nel lungo periodo e da parte di eventuali categorie a rischio. A tal fine è stata realizzata una serie di azioni articolate in due fasi principali. Nella prima fase sono stati definiti criteri e metodi per la valutazione delle specifiche tecniche e igienico-sanitarie delle caraffe filtranti comprendenti requisiti dei materiali a contatto con l’acqua trattata, modalità di studio sugli effetti prodotti dal trattamento su parametri chimico-fisici e chimici di potenziale impatto sulla salute, tenendo in particolare conto tutti gli elementi di criticità a oggi evidenziati; è stata inoltre definita la composizione dell’acqua tipo per le prove di filtrazione, la durata delle prove e pianificazione dei prelievi, sulla base delle istruzioni del produttore contemplando eventuali presumibili utilizzi impropri, e gli aspetti relativi ai metodi analitici. Nella seconda fase si è proceduto a una valutazione della sicurezza igienico-sanitaria di 10 tipologie rappresentative di caraffe filtranti diffuse in commercio sul territorio nazionale, anche in relazione alle differenti tipologie di acque in distribuzione, al consumo di acque trattate nel lungo periodo e da parte di eventuali categorie a rischio, mediante prove sperimentali condotte secondo i criteri e metodi prestabiliti su caraffe reperibili in commercio. Dalle risultanze ottenute nel corso dei primi due anni del dottorato di ricerca sono state osservate criticità piuttosto diffuse a livello di conformità delle certificazione e documentazioni a corredo rispetto ai requisiti del D.M. 25/2012. La documentazione fornita per alcune tipologie di caraffe è risultata, in diversi casi, sprovvista di indicazioni in merito alle caratteristiche chimiche e chimico-fisiche dell’acqua utilizzata dal produttore per la definizione delle condizioni di utilizzo e manutenzione del dispositivo. Al contempo, nel materiale informativo per il consumatore, risultano inadeguati i riferimenti al principio di funzionamento e alle caratteristiche di prestazione del dispositivo. Inoltre, nell’arco delle prove sperimentali finalizzate alla valutazione del rischio igienico-sanitario correlato al consumo umano di acque trattate mediante dispositivi diffusi in commercio, sono state evidenziate in alcuni casi, modifiche sulla facies chimica delle acque trattate di cui il consumatore non risulta attualmente essere adeguatamente informato. Pur non essendo state evidenziate al momento condizioni di rischio sanitario per la popolazione, resta saldo il principio di scelta consapevole del consumatore che dovrebbe essere adeguatamente informato in merito ai parametri chimico-fisici suscettibili di modifiche in seguito a trattamento dell’acqua e dei possibili effetti sulla salute riconducibili a difetti o eccessi di tali parametri nelle acque, potenzialmente ascrivibili ai diversi trattamenti. In tale contesto e sulla base delle risultanze delle prime due fasi del progetto di dottorato è emersa quindi la necessità di elaborare una linea guida nazionale, finalizzata a fornire e armonizzare criteri, procedure e metodi utili agli adempimenti del D.M. 25/2012; nel corso dell’ultimo anno di dottorato è stata pertanto elaborata la stesura finale della “Linea guida per l’informazione al consumatore sulle apparecchiature per il trattamentodell’acqua destinata al consumo umano” 4, prima attraverso il coordinamento delle attività del Gruppo di lavoro per l’Armonizzazione di criteri, procedure e metodi per l’attuazione del D.M. 25/2012 e successivamente finalizzando il documento presentato e discusso all’interno dei tavoli tecnici in Italia e in meeting internazionali. La linea guida individua 2 aree tematiche principali, tra loro strettamente connesse: – Area rivolta principalmente ai consumatori (Capitolo 3.2.2, Raccomandazioni per il consumatore); – Area più specificamente indirizzata ai settori produttivi e al commercio dei prodotti (Capitoli 3.2.3-3.2.5); in particolare il Capitolo 3.2.4 è dedicato ai problemi di installazione, gestione e manutenzione, mentre il Capitolo 3.2.5 affronta il duplice aspetto della pubblicità delle apparecchiature sia quella eventualmente ingannevole (in particolare se nutrizionale) sia, al contrario, quella che deve essere data al consumatore per aumentarne la conoscenza e consapevolezza. È stato quindi raggiunto l’obiettivo centrale di questa tesi di dottorato, quello di fornire un sostanziale contributo per garantire un’adeguata informazione ai consumatori sulla valutazione dell’eventuale adozione di apparecchiature di trattamento di acque destinate al consumo umano, supportando le scelte sulla base di evidenze tecnico-scientifiche aggiornate. I criteri e le procedure proposte intendono potenziare ed armonizzare la qualità dei contenuti informativi e pubblicitari in adempimento agli obblighi previsti dal DM 25/2012, o dalle parti del decreto applicabili alle diverse fattispecie di trattamenti delle acque commercializzati, in particolare rispetto ai dettami del Codice del Consumo. L’applicazione dei criteri raccomandati nel documento può consentire l’elaborazione da parte degli operatori del mercato di contenuti informativi obiettivi, esaustivi e fruibili e rafforzare ed armonizzare le azioni di sorveglianza, anche per isolare eventuali pratiche commerciali scorrette nel settore. La validità e consistenza delle linee guida elaborate nell’ambito di questo dottorato ha trovato di recente un importante riscontro, essendo state utilizzate come cardine da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato5, per irrogare alla società Arlis Hispania S.L. una sanzione amministrativa pecuniaria di 6.000 € (seimila/00 euro) (Allegato 2) in quanto “la pratica commerciale in esame risulta scorretta ai sensi degli articoli 20, comma 2, 21, comma 1, lettera b), e 23, lettera s), del Codice del Consumo, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea, mediante la diffusione di informazioni non veritiere in merito ai benefici conseguibili con l’uso dei prodotti del professionista, a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico del consumatore medio in relazione a tali prodotti.
URI: http://hdl.handle.net/2307/5918
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
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T - Tesi di dottorato

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