Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/536
Title: La pittura a L'Aquila : 1560-1630
Authors: Petraccia, Arianna
Advisor: Sapori, Giovanna
Issue Date: 10-May-2010
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La posizione strategica di confine e le sue peculiarità storiche sono le due condizioni che nel corso dei secoli hanno reso L’Aquila, oltre che capoluogo, vero snodo culturale per l’intera regione. Questa ricerca intende rendere onore ad una splendida città colpita dalla catastrofe dell’aprile 2009, cercando, nel proprio piccolo di testimoniare la ricchezza di un patrimonio culturale che si accinge a vivere una delicatissima fase di recupero e conservazione. La motivazione che mi aveva spinta all’inizio di questo percorso dottorale ad abbracciare un simile progetto di ricerca era stata proprio la curiosità per un bacino così ampio e ricco eppur così poco indagato: nel corso di questi anni la consapevolezza di questa lacuna si è diffusa, spingendo Sovrintendenze ed Università del territorio a tentare di porre rimedio con una serie di iniziative tese a scoprire e rivalutare aspetti dell’arte abruzzese e di suoi rapporti con aree egemoni, fuori dai precostituiti schemi del dominio spagnolo viceregnale (si pensi ai Convegni delle Università di Chieti e dell’Aquila, quest’ultimo previsto per il 22 maggio ed ora in data da destinarsi). La fase di fermento che sembra aver investito l’intera Regione in quest’ultimo prolungato periodo è stata si violentemente interrotta dalla tragedia del sisma, ma proprio il sisma è stato vissuto come uno stimolo ad aumentare se possibile gli sforzi di scoperta e sistematizzazione per restituire una città ed un comprensorio alla propria popolazione: la dimensione d’uomo dell’Aquila ha fatto si che nel corso dei secoli il rapporto di identificazione tra gli abitanti e l’emergenza monumentale e l’opera d’arte in esso contenuta sia divenuto strettissimo, come solo nei luoghi di antica tradizione storica può essere. Ecco che diviene ancor più urgente lavorare per aiutare a ricostruire un’identità. La redazione di singole schede per la costruzione del catalogo che costituisce il corpus a base della tesi, è stato un passo fondamentale per il riordino della poca letteratura esistente su episodi artistici aquilani e per di più estremamente frammentaria. Una delle maggiori difficoltà incontrate nel corso del lavoro, nella sua primissima fase di impostazione, è stata proprio la situazione di incompletezza e relativa fase di riordino che attraversavano gli archivi ed i cataloghi dei soggetti istituzionali preposti alla tutela (si pensi all’informatizzazione dei dati e loro versamento nel ICCDU in corso ancora al momento del sisma) e solo grazie al fortunoso compimento dell’informatizzazione è stato possibile includere nel catalogo opere censite su un’area vastissima e di cui non si hanno attualmente notizie. Lo svolgimento diacronico seguito ha dato ragione all’intuizione iniziale per cui, alla figura dominante di Pompeo Cesura nei decenni centrali del secolo, seguì in modo assolutamente naturale una predilezione per la pittura fiorentina e romana dai primissimi anni del Seicento permettendo di recidere definitivamente i legami culturali della città con Napoli ed il Viceregno, mostrando dinamiche assolutamente autonome che non potevano ormai più farsi rientrare in schemi precostituiti. Dott.sa Arianna Petraccia Scuola Dottorale in Culture della trasformazione della città e del territorio Sez. Storia e conservazione dell’oggetto d’arte e d’architettura(XXI ciclo)
URI: http://hdl.handle.net/2307/536
Appears in Collections:X_Dipartimento di Studi storico-artistici, archeologici e sulla conservazione
T - Tesi di dottorato

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