Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/455
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dc.contributor.advisorOrletti, Franca-
dc.contributor.authorSciubba, Maria Eleonora-
dc.date.accessioned2011-06-16T09:13:06Z-
dc.date.available2011-06-16T09:13:06Z-
dc.date.issued2009-04-21-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/455-
dc.description.abstractGli studi sul parlato spontaneo vantano ormai una tradizione notevole e prestigiosa per quanto riguarda la profondità d'analisi e d'interpretazione dei dati. Il presente lavoro intende collocarsi in quella zona di contatto che si sta creando fra gli studi sul parlato e la trattazione informatica della lingua. Ancora oggi la metodologia contemporanea dell'analisi conversazionale(AC) ha mantenuto l'interesse pionieristico di Harvey Sacks per i dettagli delle interazioni reali e il suo sforzo di prevenire il processo d'idealizzazione (Heritage, 1984:236). Dall'attenta osservazione del mondo possiamo trovare cose che non potremmo asserire che esistono se facessimo affidamento solo sull'uso dell'immaginazione (introspezione). Non sapremmo dire se sono "tipiche" (Sacks, 1992, Lecture 1, Fall 1971). Anzi, potremmo anche non accorgerci che, in effetti, esse accadono. (Sacks, 1984a:25). Quindi, il tipo di fenomeni che devono essere presi in considerazione sono sempre trascrizioni di occorrenze reali nella loro reale sequenza (ivi). E solo l'osservazione deve essere usata come base per formulare delle teorie. Si possono individuare tre dimensioni attraverso cui le interazioni vengono esperite dai partecipanti che vi prendono parte: la dimensione uditiva, la dimensione visiva e la dimensione tattile (quando ad es. si tocca qualcuno per attirare la sua attenzione). Alcuni di questi fenomeni non hanno uno statuto particolare nelle notazioni, ovvero non sono associati ad alcun simbolo. Essi, infatti, sono o dati per scontati nella formattazione della pagina (si pensi al turno di parola che viene generalmente delimitato dal cambio di parlante; come vedremo oltre, anche questa convenzione, tuttavia, non è risolutiva del carattere aleatorio della definizione di turno); oppure sono (interpretazioni delle) azioni compiute dai partecipanti, come ad esempio le riparazioni, ecc.. In altre parole, essi non sono fenomeni "fisici" - come i troncamenti di parola, le pause, ecc. - che possono essere resi tramite la trascrizione, ma sono azioni che emergono dall'interazione, grazie all'interpretazione di indizi quali, appunto, troncamenti o pause nell'individuazione delle riparazioni (ma la relazione non è così stringente né biunivoca). Il fatto che tali fenomeni non entrino di diritto nella trascrizione non implica che essi non possano essere, in ogni caso, annotati, e quindi essere resi disponibili ai lettori/ricercatori per qualsiasi uso essi ne vogliano fare.Il presente lavoro si occupa degli assunti basilari dell'AC e di tutti quei fenomeni vocali, verbali e non verbali, che sono di fondamentale importanza per la comprensione del parlato interazionale e che devono, perciò, comparire nei trascritti che saranno oggetto di analisi, pena la non analizzabilità degli stessi (Mondada, 2006b). La trattazione centrale, che riguarda il parlato, le sue categorie costitutive, la gestualità e le interazioni istituzionali che hanno come fulcro l'attività giudiziaria, è incastonata fra due capitoli che trattano della costruzione e della informatizzazione di corpora di parlato. Vengono problematizzati, inizialmente, aspetti del processo di raccolta e di trascrizione di dati spontanei. In particolare, si affrontano i quesiti che uno studioso che voglia affrontare l'analisi di dati spontanei deve prendere in considerazione prima di iniziare l'impresa. Questi quesiti riguardano, inizialmente, la scelta di registrare solo i dati audio o includere anche il video, che fornisce una prospettiva più ampia del contesto in cui avviene l'interazione. Questa ampiezza di ripresa può, tuttavia, ingannare il ricercatore inducendolo a credere che l'occhio della telecamera riprenda fedelmente la prospettiva degli interagenti. Come si vedrà nel corso del capitolo 1 e 3, ciò non è completamente vero, poiché la prospettiva del partecipante non potrà mai essere raggiunta dall'analista. I processi di trascrizione e di costruzione di un corpus, partendo da dati secondari come i trascritti, sono sottoposti ad attenta analisi, e si fornisce anche una panoramica sui sistemi di trascrizione più utilizzati nella comunità scientifica che si occupa di parlato. Si entra, quindi, nel dettaglio del paradigma noto come Analisi Conversazionale, nato in California negli anni Sessanta dello scorso secolo, grazie alla collaborazione di studiosi del calibro di Harvey Sacks, deceduto prematuramente, Emanuel Schegloff e Gail Jefferson. Scomparsa di recente, Jefferson si è sempre adoperata a scendere nel dettaglio dei dati per mezzo dei trascritti e del sistema notazionale da lei escogitato e continuamente adattato a gli scopi del momento. Viene offerta una panoramica dettagliata sugli studi sulla gestualità come elemento cognitivo e simbolico della comunicazione, per addentrarsi poi nell'analisi della gestualità come risorsa per la gestione dell'interazione, e nell'analisi dell'allineamento dei partecipanti verso le attività in corso durante l'interazione, nonché l'uso degli oggetti e del corpo come strumenti interazionali in senso proprio. I dati analizzati provengono principalmente da un corpus di parlato giudiziario composto di interazioni spontanee in aula di tribunale (registrate da programmi televisivi), e da colloqui tra avvocato e clienti. Le caratteristiche peculiari di tali interazioni sono delineate partendo da una definizione generale di interazioni istituzionali, scandaglia le particolarità delle interazioni giudiziarie, ovvero che hanno a che fare con i giudici e con gli avvocati. In questa parte del lavoro si sono riportati anche gli inconvenienti affrontati, dovuti principalmente all'iniziale inesperienza. Tali imprevisti, tuttavia, non devono essere considerati completamente svantaggiosi dal punto di vista dell'analisi, poiché aiutano a ridefinire gli obiettivi di studio. Infine, si affronta il trattamento automatico dei corpora annotati con il metalinguaggio XML (eXtensible Markup Language). Tale linguaggio è stato scelto per la sua grande flessibilità, e per la sua proprietà di essere un linguaggio "rappresentativo", descrittivo, non procedurale. Inoltre, può essere ampliato a piacimento, caratteristica essenziale per la trascrizione, annotazione e analisi di dati di parlato.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.titleLa costruzione di un corpus d'italiano giudiziario parlato : questioni teoriche e di metodo nel trattamento informatico di strutture conversazionaliit_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::GLOTTOLOGIA E LINGUISTICAit_IT
dc.subject.miurScienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche-
dc.subject.anagraferoma3Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artisticheit_IT
local.testtest-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Linguistica*
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
item.grantfulltextopen-
Appears in Collections:X_Dipartimento di Linguistica
T - Tesi di dottorato
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