Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40900
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dc.contributor.advisorD’Achille, Paolo-
dc.contributor.authorDe Vecchis, Kevin-
dc.date.accessioned2023-02-24T15:54:19Z-
dc.date.available2023-02-24T15:54:19Z-
dc.date.issued2021-05-20-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40900-
dc.description.abstractIl lavoro si concentra sul romanesco periferico parlato oggi nelle zone marginali della capitale con l’intento di investigare lo status del dialetto per ricercare gli elementi di riavvicinamento con le varietà mediane e meridionali d’Italia attraverso un’indagine sul campo. A tal proposito, è stata condotta un’inchiesta sul campo nella periferia romana intorno al Grande Raccordo Anulare: sono stati intervistati ottanta parlanti, sia maschi che femmine, nati e cresciuti nei quartieri periferici di Roma, figli o nipoti di migranti centromeridionali, d’età compresa tra i 18 e i 65 anni e differentemente connotati per grado d’istruzione. La tesi si struttura in tre capitoli, preceduti da un’introduzione e dai criteri utilizzati per trascrivere le interviste, e seguiti da una conclusione e un’appendice finale. Nel primo capitolo, intitolato «La posizione marginale della periferia romana nel quadro degli studi (socio)linguistici su Roma e sul romanesco», si offre una panoramica sulle iniziative (sia comunali che scientifiche) e sui lavori (progetti, pellicole cinematografiche, studi e ricerche) che hanno investito la periferia romana. In particolare, si discutono i problemi che si presentano a chi intende svolgere un’indagine sociolinguistica su Roma (la ricerca del parlante, l’individuazione del dialetto, l’influenza dell’immigrazione sul tessuto sociale e linguistico della capitale, la grandezza territoriale); si fornisce poi una sintesi storico-sociale della nascita delle borgate e si presentano gli attuali dati statistici riguardanti il territorio e la popolazione romana; infine si definisce, anche sul piano terminologico, la realtà dialettale di Roma all’interno del ben noto continuum lingua-dialetto che caratterizza la situazione passata e odierna. Il secondo capitolo, nominato «Indagine dialettale sul campo», si apre con una riflessione sul quadro teorico e metodologico di riferimento necessario per strutturare al meglio una ricerca dialettologica in una grande città. Si passa poi a illustrare l’inchiesta svolta sul campo: si chiariscono i criteri che sono alla base della preparazione delle modalità di elicitazione dei dati, della scelta dell’area d’investigazione e degli informatori; si presenta, poi, l’indagine concreta: i quartieri, i parlanti e le modalità d’esecuzione dell’intervista. Nel terzo più ampio capitolo, denominato «Analisi dei fenomeni linguistici scelti e la loro presenza nelle inchieste», si presentano i fenomeni oggetto di specifica indagine, relativi soprattutto alla fonetica (il grado di apertura dell’elemento tonico nel dittongo palatale: [jɛ], [je]; il comportamento vocalico della lex Porena negli articoli determinativi e nei pronomi clitici oggetto; la realizzazione del raddoppiamento fonosintattico in casi di differenze dalla norma toscana; la pronuncia intensa di alcuni foni in posizione iniziale; il comportamento di /s/ preconsonantica: [sː], [ts], [ʃ]; la spirantizzazione dell’affricata palatale sorda), ma anche in parte alla morfologia (l’uso di te soggetto; la preferenza nella scelta della formazione dei diminutivi) e alla sintassi (l’accusativo preposizionale; la sovraestensione di a in esclamative e in dipendenza da nomi di parentela; l’allocutivo inverso; l’uso di quanto o come in esclamazioni indicanti entità non numerabili). Per ognuno dei tratti selezionati si fornisce prima un inquadramento generale del fenomeno sulla base della bibliografia disponibile e successivamente si discutono i dati e i risultati ricavati dall’indagine, con l’obiettivo di rintracciare la vitalità di alcuni tratti dialettali ben noti e soprattutto d’individuare elementi innovativi che potrebbero essere ricondotti al sostrato dialettale degli informatori, la cui provenienza familiare è, in tutto o in parte, allotria. Il materiale raccolto, che, data l’ampiezza, offrirà ulteriori elementi di sviluppo e di approfondimento, consente infatti già in questa sede una prima ricognizione linguistica all’interno della mobilissima realtà della periferia romana. Nell’appendice finale sono riportate integralmente le trascrizioni degli ottanta informatori, suddivisi per quadrante geografico d’appartenenza.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectRomanescoen_US
dc.subjectDialettologiaen_US
dc.titleIl romanesco periferico : un'indagine sul campoen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::LINGUISTICA ITALIANAen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::Literatureen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artisticheen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Studi Umanistici*
item.grantfulltextrestricted-
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
Appears in Collections:Dipartimento di Studi Umanistici
T - Tesi di dottorato
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