Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40841
Title: PER UN’IDEA DI INTERCULTURA. IL MODELLO ASISTEMATICO DELLA SCUOLA ITALIANA
Authors: STILLO, LISA
Advisor: FIORUCCI, MASSIMILIANO
CATARCI, MARCO
Keywords: INTERCULTURA
FORMAZIONE
Issue Date: 31-Mar-2020
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La tesi di Dottorato si colloca all’interno dell’ambito della pedagogia interculturale e degli studi sulla formazione degli insegnanti, e nasce dalla riflessione sull’educazione interculturale come proposta educativa e risposta adeguata alla complessità odierna presente all’interno della scuola italiana. L’educazione interculturale, che da anni è inserita all’interno dei documenti ministeriali ed è ampiamente presente nel panorama scientifico di riferimento, continua a risultare una proposta disorganica e frammentaria all’interno della quotidianità scolastica. Alcuni studiosi hanno parlato di “modello fantasma” dell’educazione interculturale, intesa non come educazione speciale per minori stranieri, bensì come educazione rivolta a tutti, tesa a promuovere il dialogo, l’incontro e la valorizzazione delle diversità, nell’accezione più ampia del termine. Il presente lavoro si inserisce in questo contesto di studi e ricerche, in linea con gli sviluppi dell’educazione per la giustizia sociale e della pedagogia critica, nell’ottica di un’educazione pensata come strumento di trasformazione sociale e di valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, in contrasto con le disuguaglianze sociali, culturali ed economiche. Obiettivo della ricerca è di comprendere la natura del “modello asistematico” dell’educazione interculturale in Italia, provando a dare un personale contributo al dibattito scientifico sul tema e costruire un ponte tra buoni principi e pratiche scolastiche, prassi e teoria, scuola reale e scuola ideale. Per realizzare tale obiettivo di lavoro si è indagato su due questioni in particolare: la condivisione di una idea di intercultura tra i diversi attori impegnati nella formazione e nell’educazione (Istituzioni, scuola, accademia, terzo settore) e sulla natura della formazione interculturale di insegnanti e dirigenti in Italia, da sempre disorganica e frammentaria. Per sviluppare queste due ipotesi di lavoro si è scelto di adottare una metodologia quali-quantitativa, attraverso l’utilizzo di un questionario a risposta chiusa somministrato ad un campione di 712 insegnanti e dirigenti e attraverso dieci interviste in profondità a testimoni privilegiati e cinque focus-group a gruppi di insegnanti impegnati in diverse aree geografiche d’Italia. Attraverso questi diversi strumenti di indagine è stato possibile indagare le ipotesi di lavoro con uno sguardo composito e complesso, così come lo sono i processi che sottendono la formazione degli insegnanti e la costruzione di una identità interculturale condivisa. Volendo evidenziare alcuni dei principali risultati emersi è possibile affermare che l’intercultura sembra un concetto ed una pratica ancora fortemente ancorata alla presenza di studenti stranieri. Tale aspetto emerge in particolare dall’analisi dei questionari somministrati, attraverso cui è stato possibile effettuare una cluster analysis ed elaborare tre gruppi differenti in cui posizionare gli insegnanti, sulla base delle diverse concezioni interculturali, della conoscenza delle normative e linee guida, la realizzazione delle pratiche interculturali e la formazione. Volendo fare riferimento alle prima ipotesi di ricerca, essa sembra essere in parte confermata: rispetto all’idea di intercultura, laddove si registra una sostanziale condivisione dei valori del rispetto e dell’apertura all’alterità, nella piena dignità di tutti e di ciascuno, emergono alcune sfumature di senso che rimandano alle derive folkloristiche/culturaliste o compensatorio/linguistiche già inserite in letteratura e confermate dall’analisi del questionario. Oltre a ciò emerge dal confronto tra le interviste e i focus group alcune sostanziali differenze che pongono l’educazione interculturale in uno stato di “condivisione a metà”. Ciò che si è maggiormente sedimentato è una generica predisposizione all’apertura, al rispetto e alla valorizzazione della diversità; manca, invece, una condivisione più profonda sul ruolo politico e sociale dell’educazione interculturale oggi, citato da alcuni esperti intervistati. L’educazione interculturale sembra ancora molto legata ai temi dai quali ha preso vita, rischiando di rimanere costantemente confusa con un’educazione speciale per stranieri o una “buona pedagogia”. Accanto a tali considerazioni è possibile riflettere sulla seconda ipotesi, relativa alla formazione interculturale. Essa rappresenta un nodo cruciale per realizzare quell’effettivo incontro tra teoria e pratica, ideale e reale, ma sembra essere un aspetto di forte criticità nei percorsi professionali degli insegnanti. Dai questionari e i focus group emerge una generale assenza di condivisione dei percorsi formativi e di orizzonti progettuali nella scuola, tra colleghi, ma anche tra scuola e istituzioni. In generale è possibile affermare come la formazione risulta in qualche modo zoppicare rispetto alla promozione della proposta interculturale nella scuola, contribuendo a creare quel corto-circuito tra teorizzazioni e buoni principi e l’effettiva sistematicità di un modello che continua a poter essere definito fantasma.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40841
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
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T - Tesi di dottorato

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