Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40797
Title: MISURE DEL PIL POTENZIALE IN DIVERSI CONTESTI TEORICI
Authors: SALVATORI, CHIARA
Advisor: PALUMBO, ANTONELLA
Keywords: Prodotto potenziale
Legge di Okun
Disoccupazione
Crescita demand-led
Issue Date: 13-Jul-2020
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: La grande recessione del 2008-2009 ha comportato in quasi tutte le analisi empiriche del prodotto potenziale un notevole rallentamento della sua crescita. Si pone un duplice problema: le cause di questo rallentamento, difficili da spiegare per la teoria dominante, e l’attendibilità delle misure del PIL potenziale. Obiettivo della prima parte di questo lavoro, dopo aver ripercorso i fondamenti teorici della nozione di prodotto potenziale, è quello di fornire una rassegna dei diversi metodi di stima adottati per il calcolo di quest’ultimo, più ampia di quelle attualmente presenti in letteratura, tenendo conto di cornici teoriche diverse e metodi che non rientrano nelle teorie standard. Dopo aver effettuato un confronto tra le metodologie adottate dalle istituzioni internazionali, mettendone in luce le criticità e la scarsa affidabilità, nella restante parte del lavoro verranno proposti due calcoli alternativi, da una prospettiva di crescita demand-led: un prodotto potenziale è la legge Okun, basato su un aggiornamento del metodo originariamente proposto da Okun per la stima del potenziale che, a differenza dei metodi attualmente in uso, non dipende dal NAIRU, risultando immune dalle sue debolezze teoriche ed empiriche; e l’High Demand Potential Path. Gli esercizi empirici mostrano sia quanto lontana opera generalmente un’economia dalle sue possibilità produttive, sia quanto la crescita del prodotto potenziale è influenzata dalla crescita della domanda effettiva nel tempo. Gli ampi margini per l’espansione della crescita della produzione effettiva e potenziale implicano che una politica di espansione della domanda creerebbe, con il tempo, la capacità stessa che la giustifica. Una parte del lavoro volge lo sguardo alla fase che l’economia statunitense ha recentemente sperimentato, caratterizzata da bassi tassi di disoccupazione e quindi apparentemente da un ritorno al pieno impiego, ma un’analisi più attenta di altri indicatori del mercato del lavoro permette di mostrare come fossero ancora presenti ampi margini di sottoutilizzo e vi fosse quindi spazio per politiche di domanda capaci di espandere la produzione.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40797
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Economia
T - Tesi di dottorato

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