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http://hdl.handle.net/2307/40768
Title: | PROCESSI EMANCIPATIVI PER L'INDIPENDENZA ABITATIVA DELLE PERSONE CON IMPAIRMENT INTELLETTIVO IN ITALIA : VERSO UN MODELLO SOCIALE INCLUSIVO? | Authors: | GUERINI, INES | Advisor: | BOCCI, FABIO | Keywords: | INDIPENDENZA ABITATIVA CONVENZIONE ONU IMPAIRMENT INTELLETTIVO |
Issue Date: | 14-Apr-2019 | Publisher: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | L’argomentazione principale trattata all’interno del presente lavoro di tesi costituisce una questione ancora poco problematizzata nel panorama scientifico. Questa è una delle motivazioni per cui si è scelto di focalizzare l’attenzione sull’indipendenza abitativa delle persone che presentano un impairment intellettivo, alla luce della ratifica della convenzione ONU che sancisce, tra gli altri diritti, quello all’abitare autonomo per le persone disabili. Al fine di comprendere se e come l’Italia stesse agendo in maniera inclusiva nell’ottica della promozione dell’indipendenza abitativa delle persone con impairment intellettivo, è stato deciso di confrontare la situazione italiana con quella della Svizzera e della Germania. La scelta non è casuale; si tratta infatti di Paesi che, differentemente dall’Italia, non hanno vissuto un’esperienza quarantennale di pratiche integrative scolastiche. Tre gli obiettivi della ricerca: a) delineare un quadro della realtà esistente in Italia, in Svizzera e in Germania in riferimento alle strutture abitative per le persone con impairment intellettivo; b) rilevare buone prassi (anche in relazione a un possibile modello di abitazione inclusivo; c) dare avvio a forme di scambio di buone prassi tra i tre Paesi partecipanti alla ricerca. Inoltre è stata sondata la possibilità che anche in Italia – come avviene ad esempio in Germania con l’esperienza degli appartamenti inclusivi − si realizzino soluzioni abitative che vedono persone con impairment intellettivo e studenti universitari convivere. La metodologia che più è sembrata confacente a realizzare tale ricerca è stata quella quali quantitativa. L’approccio a cui si è fatto riferimento è lo studio di caso multiplo a carattere descrittivo esplicativo condotto, seguendo il disegno convergente parallelo, in ottica emancipativa e con finalità comparative. Gli strumenti utilizzati lungo la ricerca sono stati i seguenti: a) una griglia di osservazione per le strutture tipo italiane e per le eccellenze italiane, svizzere e tedesche; b) i diari di bordo delle strutture italiane, svizzere e tedesche osservate; c) le interviste semistrutturate agli esperti e ai testimoni privilegiati dei tre Paese partecipanti alla ricerca; d) due questionari appositamente realizzati: ABD (Autovalutazione del Benessere e dei Desideri; Guerini & Bocci, n.p.) e QUeSA (Questionario sulle Scelte Abitative; Guerini & Bocci, n.p.). Tali questionari hanno consentito di confrontare le scelte abitative compiute dalle persone con impairment intellettivo e dagli studenti universitari che hanno partecipato alla ricerca. Indispensabile alla conduzione dello studio, è stata la permanenza all’estero nel periodo novembre-dicembre 2017. Occasione attraverso cui è stato possibile osservare le eccellenze svizzere e tedesche e compiere le interviste agli esperti e ai testimoni privilegiati. Il lavoro di tesi si articola in due parti. La prima è relativa al quadro teorico di riferimento ed è costituita da quattro capitoli. La seconda parte si compone di tre capitoli e fa riferimento alla ricerca compiuta, tra il 2015 e il 2018, in 30 strutture residenziali dell’Italia, della Svizzera e della Germania. Per quel che concerne la sua strutturazione, la tesi è articolata in sette capitoli. Il primo capitolo è dedicato a un breve excursus storico relativo alle pratiche connesse alla disabilità, che lungo i secoli si sono susseguite; allo stigma e al pregiudizio ancora esistenti attorno alla disabilità; al tragico progetto nazista (denominato Aktion T4) che ha causato lo sterminio di trecentomila persone disabili; alla necessità di attuare una fase di re-deistituzionalizzazione (Bocci & Guerini, 2017) in Italia; ai processi di integrazione e di inclusione messi in atto nei tre Paesi coinvolti nella ricerca e infine alla ratifica da parte dei suddetti tre Paesi della Convenzione per i Diritti delle Persone con Disabilità (ONU, 2006). Nel secondo capitolo sono presentati i modelli interpretativi della disabilità. Si parla, quindi, del modello medico-individuale, di quello bio-psico-sociale e del capability approach, per giungere alla prospettiva inter-trans-multi-disciplinare dei Disability Studies, che ha costituito il quadro di riferimento della ricerca. Alcune questioni affrontate all’interno dei Disability Studies, quali, ad esempio, i costrutti di normalità e normalizzazione (Medeghini, 2013) e la retorica discorsiva (Vadalà, 2013) costituiscono l’oggetto dell’argomentazione del terzo capitolo. All’interno dello stesso capitolo si discute anche della necessità di disambiguare il termine inclusione (Bocci, 2016) e sono presentati l’Index for Inclusion (Booth & Ainscow, 2000) e l’ACISD (Autovalutazione della Capacità Inclusiva dei Servizi per la Disabilità; Medeghini & Vadalà, 2013), due importanti strumenti per la valutazione dell’inclusività dei contesti socio-educativi, ai quali ci si è ispirati nella costruzione del questionario ABD. Nel quarto capitolo l’attenzione è rivolta ad alcune questioni rilevanti nell’ottica del perseguimento di una vita indipendente, quali, ad esempio, la necessità che i familiari e i servizi inizino sin dall’infanzia a costruire un progetto di vita effettivamente rispondente alle caratteristiche e ai desideri della persona con impairment, piuttosto che occuparsi in tarda età del cosiddetto Dopo di noi. La metodologia della ricerca è oggetto di argomentazione del quinto capitolo, in cui ampio spazio è anche dato alla descrizione degli strumenti utilizzati e del campione partecipante allo studio. Nel sesto capitolo sono riportate l’analisi del contenuto – condotta sulle interviste, sui diari di bordo e sulle griglie di osservazione – e l’analisi descrittiva delle frequenze compiuta sull’ABD e sul QueSA, la cui comparazione dei dati emersi ha permesso di riflettere sulla possibilità che si costituiscano in Italia nuovi scenari abitativi per le persone con impairment intellettivo. Infine, nel settimo capitolo sono discussi i risultati raggiunti attraverso la ricerca, tra questi alcune richieste di modifiche alle prassi che alcuni partecipanti allo studio hanno avanzato. I risultati a cui la ricerca è giunta, mostrano che la questione abitativa di chi presenta un impairment intellettivo necessita di essere maggiormente discussa con le persone direttamente interessate, per far sì che sviluppino un proprio processo decisionale. A tal proposito, si aprono nuove piste di ricerca, attraverso cui cercare di contrastare il perseverare in politiche discriminatorie ed escludenti. Queste ultime, seppure agite “per il bene delle persone coinvolte”, di fatto hanno come conseguenza il giudicarle come bisognose di cura e degli eterni bambini. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/40768 | Access Rights: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Appears in Collections: | Dipartimento di Scienze della Formazione T - Tesi di dottorato |
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