Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40721
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dc.contributor.advisorDESIDERI, PAOLO-
dc.contributor.advisorSEGARRA LAGUNES, MARIA MARGARITA-
dc.contributor.authorCASABURI, TIZIANA-
dc.date.accessioned2022-04-20T10:34:07Z-
dc.date.available2022-04-20T10:34:07Z-
dc.date.issued2019-09-23-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40721-
dc.description.abstractLa ricerca si inquadra nell’ambito della valorizzazione del paesaggio archeologico in contesti urbani e analizza il caso dell'area archeologica di Roma. L’obiettivo è comprendere come sia cambiato il concetto di fruizione dei Beni Culturali, che, da ricchezza appannaggio di un'élite, divengono una risorsa per il turismo su vasta scala. Ma come si può operare per rendere più accessibile la lettura dei reperti archeologici, senza abbassare la qualità scientifica dell'offerta culturale? L'uso della Augmented Reality come guida in situ è stato sperimentato in varie forme nell’Area Archeologica di Roma ed ha generato un aumento delle visite anche fra i cittadini. Dall’analisi dell’offerta culturale odierna e dalla comparazione con altre realtà internazionali, sono state definite alcune possibili linee guida che dovrebbero accomunare questo tipo di rappresentazioni, per garantire un equilibrio fra il mondo reale e quello virtuale. Dalle indagini è emerso, tuttavia, che l’uso della AR quale strumento narrativo delle vicende che hanno interessato le antiche vestigia sembra spingere il cittadino a indossare le vesti del turista nella propria città, piuttosto che portare la realtà urbana all’interno del contesto archeologico. Nel caso di Roma, infatti, il contesto urbano sta assumendo un carattere vocato allo sfruttamento turistico. Le botteghe artigiane, molto frequentate dai cittadini in passato e che caratterizzavano la zona circostante l’area archeologica, sono state sostituite da impersonali negozi di souvenirs e scadenti ristoranti. Per rendere l’archeologia urbana non più un luogo lontano dalla vita quotidiana, ma uno spazio della citta , quello che andrebbe recuperato per valorizzare i Beni Culturali non è solo l’immagine degli elementi che costituivano il panorama archeologico nella fase di vita originale. Per salvaguardare l’identità culturale del patrimonio andrebbe salvaguardato anche il contesto in cui si inserisce, nel rispetto dell'autenticità dei luoghi, per non incorrere nella mera (per quanto didattica) spettacolarizzazione dei Beni Culturali.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectRestauro virtualeen_US
dc.subjectRealtà aumentataen_US
dc.subjectRealtà Virtualeen_US
dc.subjectArcheologiaen_US
dc.subjectArea Archeologica Centrale di Romaen_US
dc.subjectBeni Culturalien_US
dc.titleL’AREA ARCHEOLOGICA DI ROMA NELL’ERA MULTIMEDIALE : TRA RESTAURO VIRTUALE E SALVAGUARDIA DELL’IDENTITÀ CULTURALEen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Ingegneria civile e Architettura::COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANAen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Ingegneria civile e Architettura::RESTAUROen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Ingegneria civile e Architettura::Art & Architectureen_US
dc.subject.anagraferoma3Ingegneria civile e Architetturaen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Architettura*
item.grantfulltextrestricted-
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
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T - Tesi di dottorato
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