Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/40597
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dc.contributor.advisorCaggiano, Giandonato-
dc.contributor.authorMontefusco, Cristina-
dc.date.accessioned2022-02-22T10:47:04Z-
dc.date.available2022-02-22T10:47:04Z-
dc.date.issued2017-06-13-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40597-
dc.description.abstractMolti dei circa dieci milioni di rom che vivono in Europa sono vittima di pregiudizi, intolleranza, discriminazione ed esclusione sociale. L’integrazione sociale ed economica dei rom è pertanto uno degli obiettivi dichiarati dell’Unione europea. Il presente lavoro analizza la condizione giuridica dei rom concentrando l’attenzione sui meccanismi giurisdizionali di tutela e sul case law degli organi giurisdizionali europei che maggiormente hanno contribuito a migliorare il trattamento della più ampia minoranza d’Europa. In particolare, si esaminano la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e le decisioni del Comitato europeo per i diritti sociali dalle quali spicca il concetto di “azioni positive” ove la mera enunciazione del mancato rispetto del principio di pari trattamento non è sufficiente a garantire la protezione contro la discriminazione delle persone di origine rom ma sussiste un obbligo positivo delle autorità statali di verificare le motivazioni alla base delle differenze di trattamento e, ove queste non siano sufficienti a soddisfare la sussistenza di un’eccezione al principio di eguaglianza, adottare misure concrete per rimuovere gli ostacoli che ne impediscono l’applicazione. Ancorché raggruppabili in principi e orientamenti, le decisioni della Corte hanno sempre un'impronta casistica nella valutazione delle circostanze di fatto e della disponibilità delle prove. La scelta dell'approccio interpretativo dipende così in parte dall'evoluzione della tutela dei diritti fondamentali ma anche da una serie di fattori quali il contesto nazionale, la priorità del settore d’intervento e la presenza di standard europei comuni nella prassi applicativa. Sebbene nell’Unione, i rom “europei” godano degli stessi diritti di libera circolazione e di residenza, di accesso al lavoro, di assistenza sanitaria e sociale rispetto alla popolazione generale, sono riscontrabili in alcuni Stati membri sistematiche espulsioni di rom da alcuni Paesi verso altri, ripetuti atti di violenza e di discriminazione nonché varie forme di segregazione. Passi in avanti sono stati fatti per garantire una loro maggiore protezione e pari dignità nell’Unione grazie alla codificazione del principio di eguaglianza e non discriminazione tra i principi fondamentali della persona, al rafforzamento della componente sociale all’interno dell’ordinamento comunitario a partire dal trattato di Lisbona, al diritto antidiscriminatorio, alla Strategia europea per l’inclusione dei rom e, non da ultimo, alla lobby costruttiva delle organizzazioni non governative. Tuttavia lo strumento che maggiormente assicura la parità di trattamento dei rom è la direttiva antidiscriminazione razziale, recepita in tutti gli ordinamenti giuridici degli Stati membri, che prevede chiari meccanismi sanzionatori applicabili sia nei confronti di soggetti privati sia di soggetti pubblici ma ancora non sufficientemente applicata. La Corte di giustizia ha chiarito in alcune importanti sentenze la portata delle principali disposizioni delle direttive antidiscriminazione e nel 2015, grazie alla sentenza Chez, affronta per la prima volta un caso di discriminazione razziale verso la minoranza rom. Analizzando le molteplici sentenze di condanna per discriminazione razziale di soggetti privati e pubblici emerge come, negli ultimi anni, il giudice interno abbia acquisito una maggiore conoscenza e sensibilità rispetto alla tematica. Dallo studio emerge, infine, come la tutela dell’identità delle minoranze appare limitata, in particolare nell’Unione, ove la “questione Rom” si colloca in un quadro di contrasto all'esclusione sociale ed inclusione, diritti umani e discriminazione, piuttosto che in quello della tutela della loro identità culturale.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectROMen_US
dc.subjectUNIONE EUROPEAen_US
dc.subjectCEDUen_US
dc.subjectCARTA SOCIALE EUROPEAen_US
dc.subjectDISCRIMINAZIONEen_US
dc.titleIL TRATTAMENTO GIURIDICO DEI ROM E SINTI TRA DIRITTO DELL'UNIONE, CEDU E CARTA SOCIALE EUROPEAen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO DELL'UNIONE EUROPEAen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.fulltextWith Fulltext-
item.languageiso639-1other-
item.grantfulltextrestricted-
È visualizzato nelle collezioni:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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