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http://hdl.handle.net/2307/40595
Title: | L'ACCORDO DI COESISTENZA QUALE STRUMENTO CIVILISTICO DI PREVENZIONE E RISOLUZIONE DELLE CONTROVERSIE | Authors: | Eramo Puoti, Gabriele | Advisor: | Vardi, Noah | Keywords: | COESISTENZA TRANSAZIONE MARCHIO CONFUSIONE |
Issue Date: | 9-Feb-2018 | Publisher: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | La disciplina del marchio commerciale rappresenta un settore del diritto in continua evoluzione, poiché in continua evoluzione sono sia i prodotti in commercio che le tecniche per comunicarne le qualità al consumatore; tuttavia, con la sempre più rapida espansione dei traffici commerciali, dovuta ad una crescente facilità nella distribuzione e reclamizzazione dei propri prodotti, i mercati nazionali ed internazionali cominciano a mostrare una certa difficoltà nell’accogliere gli imprenditori (o meglio, le merci) in seno ad essi, garantendo, al contempo, una efficace tutela giuridica. Si parla più precisamente della difficoltà odierna nell’assicurare al marchio di poter godere degli effetti di quel carattere di originalità e di certa indicazione di provenienza connessi ad esso, e ciò non solo in riferimento ai comportamenti illeciti nella concorrenza (che rappresentano una fattispecie a valle, sul prodursi della quale il Legislatore può solo intervenire nel comminare sanzioni, senza avere chiaramente la possibilità di impedirne il verificarsi) ma anche in merito ai comportamenti leciti ed in buona fede: la diffusione globale del commercio ha già prodotto come effetto la comparsa simultanea, in un determinato mercato, di più prodotti, proveniente da soggetti giuridicamente indipendenti, recanti un marchio simile od identico. Il che è perfettamente giustificabile in quanto, sebbene si possano considerare quasi infinite le possibili combinazioni di suoni, immagini, colori ed altri elementi tipici a distinguere il proprio marchio commerciale da altri, così non si può considerare impossibile l’eventualità che due soggetti, distanti tra loro nello spazio, giungano contemporaneamente ad una medesima soluzione in tema di originalità, applicandola al proprio prodotto e realizzino solo in un secondo momento (generalmente in caso di espansione commerciale) che altri hanno avuto la medesima idea. Ed è qui che l’interprete del diritto è chiamato ad intervenire, affinché si assicuri la tutela degli interessi dei consociati; egli ha due strade, entrambe perfettamente percorribili, per giungere a questo risultato: creare nuovi istituti che assolvano a questa funzione ovvero modificare gli strumenti dei quali è già in possesso. L’oggetto della presente tesi, ossia l’accordo di coesistenza, rientra nella prima categoria: esso è un nuovo strumento, creato dalla prassi commerciale, al quale è deputato l’arduo compito di garantire un difficile risultato: permettere la lecita coesistenza sul mercato di prodotti recanti un marchio simile od identico in una situazione non causata da un volontario atto di concorrenza sleale. Lo scopo del lavoro consiste nel provare a dare dimostrazione della veridicità di tre differenti assunti: 1) l’accordo di coesistenza è un istituto direttamente applicabile negli ordinamenti italiano, tedesco e canadese, nonché compatibile con le normative dell’Unione Europea; 2) l’accordo di coesistenza è un istituto originale, non equivalente ad altri istituti che svolgono simili funzioni; 3) l’accordo di coesistenza rappresenta un utile strumento non solo di risoluzione di conflitti ma anche di prevenzione degli stessi. Al fine di dare risposta positiva al primo assunto, dopo una breve introduzione a carattere generale sulla disciplina del marchio, si analizzerà nel primo capitolo l’attuale stato delle normative degli ordinamenti prescelti in materia di tutela del marchio, con l’intento di dimostrare che il concetto di coesistenza pacifica tra marchi commerciali simili o identici è possibile e non ostativo alla validità del negozio giuridico del quale è oggetto. Al secondo capitolo è deputato il compito di attribuire all’accordo di coesistenza la dignità di istituto giuridico autonomo da altre fattispecie contrattuali che vertono, sebbene in modo differente, alla tutela del medesimo bene; l’analisi sarà condotta operando un ragionamento ex contrariis, ossia con l’intento di dimostrare che l’accordo di coesistenza è un istituto autonomo in quanto non coincide con altre figure contrattuali né in esse è contenuta, integralmente o parzialmente, la disciplina del nostro. Il terzo capitolo ha una duplice natura, poiché esso da un lato è volto all’analisi dei tre elementi essenziali dell’istituto oggetto dell’indagine (più precisamente, i soggetti, l’oggetto ed il concetto di coesistenza); dall’altro, mira ad illustrare al lettore gli orientamenti in materia delle principali Corti, così da permettere un immediato riscontro tra la plausibilità della teoria e l’indirizzo della prassi giurisprudenziale. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/40595 | Access Rights: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Appears in Collections: | Dipartimento di Giurisprudenza T - Tesi di dottorato |
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