Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40567
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dc.contributor.advisorTrapani, Mario-
dc.contributor.authorStampacchia, Elisabetta-
dc.date.accessioned2022-01-26T15:50:41Z-
dc.date.available2022-01-26T15:50:41Z-
dc.date.issued2017-05-29-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40567-
dc.description.abstractL’elaborato tratta il tema dell’abuso del diritto, ripercorrendo, all’interno del primo capitolo, le ragioni che hanno determinato il tardivo ingresso della categoria all’interno dell’ordinamento italiano. Dopo aver tratteggiato l’evoluzione dell’istituto nell’ambito del diritto civile e comunitario, e dopo una dettagliata analisi della giurisprudenza formatasi in ambito tributario con riferimento all’articolo 37bis del D.P.R.600/73, recentemente abrogato, la trattazione si dirige verso il nucleo di interesse, quello penale, apparentemente più refrattario a possibili incursioni del principio in questione. In questi termini, pertanto, l’indagine non si ferma al solo esame della questione della rilevanza penale dell’elusione fiscale, secondo l’indirizzo inaugurato dalla Cassazione nel 2012 e definitivamente emarginato dal legislatore con il comma 13 dell’articolo 10 bis dello Statuto del contribuente, ma è di ben più ampia portata, riguardando diverse fattispecie delle quali si cerca di verificare la resistenza rispetto ai principi di tassatività e determinatezza. All’esito, il tema centrale della rilevanza penale dell’abuso del diritto in ambito tributario è trattato in una prospettiva peculiare, volta a verificarne non solo la compatibilità con i ridetti e noti corollari della legalità penale, ma altresì a constatare la stessa necessità della sua affermazione rispetto agli scopi di politica criminale ad esso sottesi. Sono quindi passate in rassegna alcune decisioni della Suprema Corte in materia, così tracciandosi quella che è definita espressamente “la parabola giurisprudenziale dell’elusione fiscale”. L’esito di questo studio permette di giungere alla conclusione che l’enunciazione del principio, oltre che dannosa, sarebbe stata a tratti inutile, sulla base della considerazione che lo stesso sarebbe stato affermato anche rispetto a fattispecie concrete penalmente sanzionabili semplicemente in quanto tipiche, ovvero sussumibili in una delle fattispecie penali tributarie. Tale conclusione non consente toglie tuttavia valore alle novità introdotte dal decreto legislativo n.128 del 2015, di cui il terzo capitolo contiene una precipua analisi, alla quale è riconosciuto il merito di avere sbarrato la strada ad orientamenti giurisprudenziali comunque assai pericolosi e concettualmente erronei, e di averlo fatto combattendo il principio avversato su più fronti.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectABUSO NEL DIRITTO PENALEen_US
dc.titleL'ABUSO DEL DIRITTO NEL DIRITTO PENALEen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO PENALEen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridicheen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.languageiso639-1other-
item.grantfulltextrestricted-
item.fulltextWith Fulltext-
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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