INDAGINE SULLE RAGIONI DELLA FORMA URBANA DI PALERMO: IL SUOLO, SUE TRASFORMAZIONI, EFFETTI SULLA CITTA'

Abstract

A partire dal XVI secolo la città di Palermo ha subito, come numerosi altri centri in Europa, operazioni di rettifica dei tessuti antichi. Nell’arco di un secolo si produce un riassetto sistemico che porterà alla produzione della “croce di strade” costituita da corso Vittorio Emanuele (già via Marmorea e via del Toledo) e via Maqueda (già ruga Nuova), la cui ortogonalità trova il suo fulcro in piazza Vigliena, ovvero nei Quattro Canti di Città. Sebbene la “macchina scenografica” da cui scaturisce l’immagine della città della Palermo barocca è oramai consolidata nella memoria collettiva, poco nota è la natura costruttiva e progettuale di tale operazione. L’intervento di rettifica è stato prodotto, prima che dalla demolizione dell’esistente, dalle operazioni di scavo e sbanco del “piede fenicio”, ovvero del tavolato calcarenitico su cui fondavano i tessuti più antichi; tali sbancamenti portarono i nuovi rettifili in trincea rispetto alle quote preesistenti; le cortine dei nuovi edifici avrebbero dovuto quindi assolvere al duplice compito di coniugare le nuove giaciture con quelle preesistente e, al contempo, di mettere a registro le nuove quote d’ingresso ai fronti con quelle antiche situate a monte. La ricerca indaga le logiche della modificazione, da sempre all’origine dei processi di formazione urbana, costituitesi a seguito del rigoverno dell’altimetria, provando a ricondurre la “variazione dell’identità” degli edifici a una idea di città di ampio respiro.