Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40456
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dc.contributor.advisorSiclari, Massimo-
dc.contributor.authorCitino, Ylenia Maria-
dc.date.accessioned2021-11-24T09:46:59Z-
dc.date.available2021-11-24T09:46:59Z-
dc.date.issued2018-04-16-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40456-
dc.description.abstractIl presente studio intende ricostruire le vicende legate all’evoluzione silenziosa della forma di governo attraverso l’incessante influenza dei fatti normativi, con particolare riferimento all’esperienza italiana. Trattandosi di un argomento che si dipana in svariate direzioni, si è adottata una metodologia che combina indagini teoriche a riscontri empirici, finalizzata a ricomprendere e sintetizzare gli apporti di discipline affini, pur mantenendo un’ineliminabile impostazione di diritto costituzionale. Chiarita la nozione di fatto normativo e raffrontate le molteplici concezioni della dottrina, lo studio illustra i fondamentali impianti teorici legati alle figure delle “consuetudini” e delle “convenzioni” a livello costituzionale, mettendo in rapporto la loro attitudine a dare origine a norme variamente cogenti, con la natura rigida ed elastica della Costituzione. Si è potuta rimarcare l’inconsistenza degli sforzi di delimitazione dei due fenomeni, per concludere che un simile intento, se appare funzionale ad un esame teorico, non fornisce risultati inoppugnabili sul piano pratico. La preferenza per la nozione più ampia di “fatto normativo” consente, invece, di ricomprendere all’interno tutta una fenomenologia che conduce alla formazione di regole non scritte, caratterizzate dall’essere obbligatorie fra le medesime istituzioni che hanno contribuito a crearle. Si è, dunque, passati ad una selezione di quelle pronunce della Corte costituzionale che si avvalgono di consuetudini, convenzioni e prassi costituzionali come parametro o sussidio interpretativo in un giudizio. La diversa occorrenza delle tre figure è spiegabile col fatto che la Corte, in genere, preferisce non specificare la natura della regola limitandosi a considerarla ad ogni effetto una “prassi”. La qualificazione di una data condotta come “consuetudinaria” è, da un punto di vista probatorio, più impegnativo: da qui la ritrosia della Corte nello stabilizzarne l’esistenza mediante una pronuncia. Infine, si è ricostruita l’evoluzione storica della forma di governo italiana sin dagli albori dell’epoca statutaria, prendendo in considerazione le prassi e le consuetudini più rilevanti sorte nell’ambito dei rapporti fra il potere esecutivo e legislativo. Si sono studiati gli effetti del cambiamento di regime sul sistema delle norme non scritte, osservando il fascismo e il periodo transitorio. In epoca repubblicana, inoltre, si è potuto constatare come, pur essendo invariate le norme costituzionali sull’assetto dei poteri, l’assetto costituzionale si sia in realtà profondamente modificato in relazione ad una serie di fattori, secondo un processo che ha visto l’affermazione progressiva dell’esecutivo, e in esso del Presidente del Consiglio. I meccanismi di silenzioso adeguamento attraverso i fatti normativi, tuttavia, si sono talvolta scontrati con i limiti prescrittivi della Costituzione, circostanza che ha determinato una graduale presa di coscienza, nel Capo dello Stato, della possibilità di potenziare lo spettro dei propri poteri di garanzia e di salvaguardia del sistema. Il loro esercizio, vario e mutevole nel tempo, possibile grazie al respiro interpretativo di certe parti della Costituzione, non è stato esente da critiche. Tutti questi riassestamenti progressivi degli equilibri si sono potuti verificare grazie all’elasticità e all’espansività delle norme costituzionali. Lo studio di queste zone grigie e del loro rapporto con le norme scritte si è dimostrato essere di vitale importanza per la comprensione dello stato di salute del sistema e per l’individuazione di potenziali situazioni di tensione, oltre le quali la forza del fatto rischierebbe di vincere la tenuta del diritto.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectFATTI NORMATIVIen_US
dc.subjectPRASSIen_US
dc.subjectCONVENZIONIen_US
dc.subjectCONSUETUDINIen_US
dc.subjectFORMA DI GOVERNOen_US
dc.titleL'indefettibile dinamicità della forma di governo attraverso i fatti normativien_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO COSTITUZIONALEen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridiche::Lawen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze politiche e socialien_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Scienze Politiche*
item.grantfulltextrestricted-
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
Appears in Collections:Dipartimento di Scienze Politiche
T - Tesi di dottorato
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