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http://hdl.handle.net/2307/40444
Title: | IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA IN ITALIA ALLA LUCE DEI CAMBIAMENTI NORMATIVI INTERVENUTI DOPO LA CRISI DEL 2007-2010: UN CASO DI STUDIO DI UN'AZIENDA CHE OPERA NEL SETTORE INFRASTRUTTURALE | Authors: | Paoloni, Niccolò | Advisor: | Demartini, Paola | Keywords: | BANCA IMPRESA INFRASTRUTTURALE LEGISLAZIONE |
Issue Date: | 21-Jun-2017 | Publisher: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | Banca e impresa hanno destini incrociati per loro natura e caratteristiche. La fase di crisi e di turbolenza che ha attraversato il sistema economico finanziario a partire dal 2007 e l’onda lunga della recessione e della stagnazione del sistema economico ci portano a meditare sull’offerta e sulla domanda di risorse finanziarie, tenendo presente che il legame è indissolubile. La presenza del sistema finanziario permette agli operatori che vi agiscono di disporre di un’infrastruttura funzionale all’esercizio delle scelte economiche fondamentali di investimento reale e di gestione del risparmio. Si può quindi affermare che il sistema finanziario è complementare ed al contempo indispensabile al sistema reale per l’organizzazione delle attività economiche. Da quanto sopra emerge l’esistenza di un rapporto di reciproca dipendenza tra economia reale ed economia finanziaria: ogni sistema finanziario trae le proprie peculiarità dalle scelte e dagli atteggiamenti degli operatori economici del sistema di riferimento e, viceversa, l’economia reale risulta influenzata nelle prospettive, capacità e individuazione degli investimenti, dal sistema finanziario stesso. Durante questo periodo di crisi il sistema finanziario ha avuto un’evoluzione, con conseguente ristrutturazione, che ha portato ad un progressivo cambiamento nel rapporto tra banche e imprese. Le turbolente vicende societarie che hanno coinvolto grandi realtà imprenditoriali e finanziarie hanno contribuito ad accelerare il processo di ristrutturazione con particolare attenzione al sistema dei controlli, al fine di garantire la massima stabilità del sistema finanziario. A seguito di una serie di cambiamenti normativi, introdotti dal Comitato di Basilea, il sistema bancario italiano sta attraversando una fase di passaggio da locale o domestico a integrato nel sistema europeo, con regole e sistemi di controllo comunitari che dovrebbero portare il sistema italiano ad essere sempre più simile a quello dei principali Paesi europei. Il principale punto interrogativo che ci siamo posti nel nostro lavoro riguarda la capacità del suddetto sistema di portare miglioramenti, benefici e nuove opportunità per il riassetto e la ripresa del sistema imprenditoriale nazionale. Lasciandoci alle spalle un sistema finanziario che presentava forti elementi di fragilità, adottando regole più ferree, effettuando controlli più stringenti sulle operazioni bancarie e sul finanziamento alle imprese si arriva ad una riduzione dei rischi per entrambe le parti. Allo stesso tempo il sistema bancario ha il dovere di guardare alle imprese senza pregiudizi, analizzando con attenzione e in tutti gli aspetti ogni nuovo progetto che necessiti di essere sostenuto finanziariamente. Spesso, però, le banche, anche in conseguenza di recenti esperienze negative, hanno mostrato e continuano a mostrare troppa prudenza nel finanziare nuovi progetti industriali, se non a fronte di consistenti prospettive evolutive ed economiche. A subire i maggiori danni da eccesso di prudenza ed elevato costo del credito sono soprattutto quelle piccole e medie aziende con limitati piani di crescita e di sviluppo, di natura provinciale, regionale o al massimo nazionale che si sono viste costrette a limitare le proprie ambizioni di crescita dopo aver interpellato numerosi istituti di credito. L’economia italiana si sta lentamente avviando al punto di svolta di una lunga crisi. Dall’estate 2014 diversi sono gli indicatori che sembrano confermare l’arresto del calo della produzione e delle esportazioni. Il nostro Paese sembra avviarsi verso una fase di ripresa che però passa attraverso gli investimenti imprenditoriali privati e pubblici e che, con un sistema di regolamentazione cosi stringente e mirato all’osservazione dei meri dati economico finanziari ed all’individuazione di alti rendimenti in termini di ritorno degli investimenti da parte degli operatori finanziari, sarà difficile riportare ai livelli pre crisi. Cruciale è la conoscenza di imprese e territorio con il supporto di algoritmi e rating nell’attività di risk management. Che cosa succede con le nuove regole? Quali effetti hanno le nuove regolamentazioni sul modo di “fare banca” in Italia, soprattutto nei confronti di un tessuto imprenditoriale costituito prevalentemente da PMI? Quali le conseguenze per un’economia come quella italiana, nella quale la centralità del ruolo del credito bancario come fonte di finanziamento di impresa risulta rilevante come per nessun altro Paese della UE? Nelle pagine del nostro lavoro di ricerca abbiamo cercato di trovare delle risposte alle domande suesposte partendo da una panoramica sul sistema economico finanziario italiano e sulla sua regolamentazione, passando per lo “stato dell’arte” della letteratura nazionale ed internazionale sul tema ed analizzando un caso di studio relativo ad un’impresa che opera nel settore infrastrutturale, al fine di meglio esplicitare il nostro pensiero in merito. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/40444 | Access Rights: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Appears in Collections: | X_Dipartimento di Studi Aziendali T - Tesi di dottorato |
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