Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: http://hdl.handle.net/2307/40437
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dc.contributor.advisorDEMARTINI, PAOLA-
dc.contributor.authorCARLINI, FRANCESCA-
dc.date.accessioned2021-11-22T10:06:50Z-
dc.date.available2021-11-22T10:06:50Z-
dc.date.issued2017-06-21-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40437-
dc.description.abstractL’attuale contesto economico e sociale di riferimento individua nella piccola e media impresa l’entità economica da attenzionare in questo periodo di crisi. Infatti, le ridotte dimensioni da sempre ne hanno definito pregi e difetti che le condizionano nell’evolversi degli eventi e nelle relative difficoltà di adeguamento ai cambiamenti repentini della società, dei suoi bisogni e dei suoi interlocutori. Dunque, se è vero che tempus fugit capita anche che spesso queste imprese più che rincorrere il mercato si lasciano aggredire dallo stesso poiché incapaci di reagire nei tempi e nei modi che impone. Tuttavia, al fine di preservarne l’identità si fa interessante capire come può farsi largo l’intervento di un deus ex machina che, in presenza di interessanti requisiti (in particolare di innovazione), conceda alle PMI delle possibilità che la libera concorrenza avrebbe ostacolato ex ante. In tempi complicati come quelli odierni, infatti, trovare un finanziatore come lo Stato che aiuta in modo non invasivo (non si insinua nella compagine societaria con partecipazioni e non chiede nulla in cambio in termini economici) è una risposta importante. In particolare diventa interessante come questo intervento possa implementarsi senza falsare indebitamente la concorrenza. Infatti, c’è sempre la Commissione europea che veglia sulla natura degli aiuti concessi dagli Stati membri e al tempo stesso sulla concorrenza affinché non monopolizzi l’economia a discapito dei piccoli imprenditori. Dunque il mood di un’Europa che, attraverso gli stati membri e loro eventualmente attraverso Regioni, Province e comuni, attua politiche di incentivazione per promuovere ed implementare progetti di PMI innovative è il focus proposto. Il sentiero in parte è stato tracciato e per altri versi ancora si sta tracciando anche attraverso politiche di better regulation che delineano i tratti di misure di intervento attraverso le quali lo stato può porsi come risolutore senza intaccare gli equilibri concorrenziali. Qualche primo traguardo si sta raggiungendo e qualche best practice già si annovera.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.titleINCENTIVI PUBBLICI ALLE PMI: TEORIA E PRASSIen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze economiche e statistiche::ECONOMIA AZIENDALEen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze economiche e statistiche::Managementen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze economiche e statisticheen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Studi Aziendali*
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
item.grantfulltextrestricted-
È visualizzato nelle collezioni:X_Dipartimento di Studi Aziendali
T - Tesi di dottorato
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