SOCIETA' DI GESTIONE COLLETTIVA DEL RISPARMIO E FONDI COMUNI DI INVESTIMENTO AL VAGLIO DELLE CATEGORIE DI DIRITTO PRIVATO

Abstract

L’indagine condotta muove dall'ambizione di voler comprendere (o, quanto meno, tentar di comprendere) se ed in quale misura possa assegnarsi, ancora oggi, “validità applicativa trasversale” alle categorie di diritto privato, di talché anche quei fenomeni (eclettici ed estremamente complessi) promananti dai mercati finanziari si prestano ad essere adeguatamente investigati ed inquadrati nell’ambito dei modelli dogmatici della tradizione giuridica continentale. In questa prospettiva, il lavoro di tesi si propone di ricostruire il fenomeno gestorio e, in particolare, il quadro relazionale che lega società di gestione del risparmio, fondi comuni di investimento ed investitori, in modo quanto più possibile aderente alla realtà, nell’auspicato intento di cogliere l’intima essenza di un fenomeno economico in crescente espansione, le cui implicazioni giuridiche sono rimaste per troppo tempo terreno inesplorato. A tal fine, l’approccio metodologico vincente si rivela quello in grado di interpretare in chiave dinamica i dogmi della tradizione, riconoscendo ad essi un valore storico nell’ambito di un rinnovato ragionamento giuridico che, traendo ispirazione dalle logiche proprie dei mercati finanziari, vede i suoi momenti essenziali nei criteri della funzione e dello scopo di investimento. Nell’ottica dichiarata, quindi, la prima parte dell’indagine è dedicata all’esame critico dell’impianto normativo nazionale e sovranazionale che regola la gestione collettiva del risparmio e gli operatori del settore - le società di gestione del risparmio – con l’obiettivo di marcarne la ratio e, conseguentemente, le specificità della funzione gestoria. Nella seconda parte, l’analisi si focalizza, quindi, sull’oggetto della gestione in monte, tenuto conto della struttura e della funzione che l’istituto assolve nel settore del risparmio gestito. Prendendo le mosse dal dato normativo di riferimento, lo studio ricostruisce la natura giuridica del fondo comune di investimento, a valle di un’analisi che, ripudiando ogni forma di “accanimento dogmatico”, raffronta l’istituto con le altre vicine fattispecie di “patrimoni segmentati” allo scopo di evidenziarne affinità e singolarità, sulla scorta delle principali teoriche dottrinarie, degli arresti giurisprudenziali e dell’evoluzione normativa sul tema. Una volta delineati i protagonisti del fenomeno gestorio, l’indagine si dirige, quindi, verso la ricostruzione sistematica dell’assetto dei rapporti che legano (i) la società di gestione al fondo; (ii) la società di gestione ai partecipanti e, infine, (iii) i partecipanti al fondo. Anche con riferimento al profilo relazionale, l’indagine viene condotta allo scopo di verificare l’applicabilità degli schemi privatistici del mandato al fenomeno gestorio. Nell’ultima tappa dell’itinerario di indagine tracciato, l’analisi si concentra sulla valutazione dell’incidenza delle tesi sostenute sul regime di responsabilità dei gestori e degli amministratori per mala gestio. In particolare, lo studio prende in esame, dapprima, la fattispecie della responsabilità della società di gestione nei confronti sia dei terzi, sia degli investitori; per poi vagliare l’ammissibilità di un’autonoma ipotesi di responsabilità diretta degli amministratori delle società di gestione del risparmio nei confronti dei partecipanti ai fondi e, da ultimo, la configurabilità di una peculiare fattispecie di “responsabilità inversa” dei partecipanti ai fondi chiusi nei confronti del gestore.