Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40407
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dc.contributor.advisorMAZZAMUTO, SALVATORE-
dc.contributor.authorDI NEPI, ILARIA-
dc.date.accessioned2021-11-15T15:09:39Z-
dc.date.available2021-11-15T15:09:39Z-
dc.date.issued2018-04-23-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/40407-
dc.description.abstractA più di dieci anni dalla sua introduzione con la legge 9 gennaio 2004 n. 6, l’istituto dell’amministrazione di sostegno è ancora al centro del dibattito della dottrina e della giurisprudenza, nonché dell’interesse del legislatore, sollecitato in tal senso, oltre che dalle istanze di riforma degli interpreti, anche dalle numerose indicazioni della comunità internazionale ed europea, che intravede nella compiuta regolamentazione della disciplina dei c.d. soggetti deboli un’evoluzione necessaria della cultura sociale e giuridica dei nostri tempi. In questa prospettiva l’amministrazione di sostegno ha infatti rappresentato e rappresenta tutt’oggi un istituto connotato da una spiccata dicotomia: da un lato l’attualità, caratterizzata da incisive istanze di riforma delle misure tradizionali di tutela delle persone prive di autonomia, e dall’altro le prospettive, che suggeriscono un’interpretazione sempre più protesa verso fattispecie differenti. L’estensione ipertrofica della disciplina, sedimentatasi anche grazie alla costante opera della giurisprudenza e della dottrina, ha condotto alla sostanziale marginalizzazione dell’interdizione e dell’inabilitazione – oggi limitate a funzioni ancillari, con particolare riguardo a fattispecie non riconducibili nell’alveo dell’art. 404 c.c. – aprendosi al contempo a scenari inediti con riferimento ad alcune ipotesi applicative. L’esame della misura di protezione segue dunque queste due, fondamentali, direttrici: spartiacque di un’interpretazione e di un’applicazione non solo formale ma anche e soprattutto sostanziale. L’approfondimento, che trae origine dalla preliminare analisi della ratio sottesa alla riforma del 2004 e dunque alla sempre più percepita inadeguatezza delle misure tradizionali a soddisfare le esigenze di tutela del soggetto debole, si sviluppa attraverso l’esame dell’evoluzione dell’istituto. Un istituto inizialmente proteso alla custodia dell’interessato e successivamente sempre più connotato dalla valorizzazione dello stesso, dalla sua partecipazione al complesso evolversi dei rapporti di cui è oggetto e soggetto. Proprio tale rinnovato interesse verso la sfera più intima e personale dell’amministrato ha caratterizzato il lento ma graduale passaggio dall’attualità dell’istituto alle sue più recenti prospettive. Tra queste, in particolare, il ricorso all’amministrazione di sostegno quale strumento per veicolare le direttive anticipate di trattamento, soluzione non avallata da coloro i quali ritengono che la misura in commento, pur connotata dall’elasticità e dalla flessibilità che le è propria ab origine, non sia tuttavia idonea a colmare le lacune di tutela e gli interrogativi taciuti dal legislatore.en_US
dc.language.isoiten_US
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treen_US
dc.subjectAMMINISTRAZIONEen_US
dc.subjectSOSTEGNOen_US
dc.titleL'AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO: ATTUALITA' E PROSPETTIVEen_US
dc.typeDoctoral Thesisen_US
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze giuridiche::DIRITTO PRIVATOen_US
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze giuridicheen_US
dc.subject.anagraferoma3Scienze giuridicheen_US
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Giurisprudenza*
item.grantfulltextrestricted-
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
Appears in Collections:Dipartimento di Giurisprudenza
T - Tesi di dottorato
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