Please use this identifier to cite or link to this item:
http://hdl.handle.net/2307/40328
Title: | IL SALDO DI BILANCIO CORRETTO PER IL CICLO ECONOMICO: UN'ANALISI EMPIRICA DEL CASO ITALIANO | Authors: | Carnazza, Giovanni | Advisor: | Liberati, Paolo | Keywords: | CICLO ECONOMICO POLITICA FISCALE SALDO DI BILANCIO |
Issue Date: | 11-May-2018 | Publisher: | Università degli studi Roma Tre | Abstract: | L’obiettivo principale del presente lavoro risiede nello stimare il saldo di bilancio corretto per il ciclo (o saldo strutturale) in Italia nel corso del nuovo Millennio al fine di valutare correttamente l’impostazione di politica fiscale susseguitasi nel corso del periodo considerato. Prendendo inizialmente in considerazione il saldo primario di bilancio, è possibile qualificare la politica fiscale come anticiclica: la correlazione tra il saldo primario di bilancio espresso in percentuale del trend Hodrick-Prescott del Pil reale e la componente ciclica del Pil espressa nella stessa base è pari a 0,27. Ciò significa che il bilancio primario è migliorato nelle fasi espansive del ciclo e peggiorato in quelle recessive, assolvendo il compito di stabilizzatore del ciclo economico da un punto di vista keynesiano. Al contrario, nel momento in cui si corregge per il ciclo il saldo primario di bilancio, l’atteggiamento di politica fiscale dei decisori pubblici cambia sensibilmente: l’andamento di tale saldo risulta non correlato con il ciclo economico stesso. Depurato, dunque, il saldo di bilancio per gli effetti automatici derivanti dalle oscillazioni del ciclo economico, la discrezionalità del Governo si è di fatto esplicata nel depotenziare l’originaria anticiclicità della politica fiscale. Ripetendo l’analisi in due diversi sotto periodi aventi come spartiacque la crisi del 2008, è emerso come l’intervento discrezionale di depotenziamento da parte degli operatori pubblici dell’originaria prociclicità del saldo di bilancio si sia concentrato maggiormente nel periodo successivo lo scoppio della crisi: se, in tale fase, il saldo primario di bilancio è caratterizzato da una netta prociclicità (0,48), una volta effettuata la correzione per il ciclo economico, il saldo strutturale perde la sua correlazione con il ciclo (0,04), il che mette in luce come la politica fiscale discrezionale abbia fatto mancare il suo apporto espansivo nei momenti più difficili della crisi. Il presente lavoro ha altresì esaminato l’andamento dei principali indicatori di finanza pubblica dal divorzio tra Banca d’Italia e Tesoro ad oggi, il che ha rappresentato la premessa di una più approfondita analisi del conto economico delle Amministrazioni Pubbliche tra il 1999 e il 2015. Tale approfondimento ha confermato, da una parte, la forte interazione intercorrente tra ciclo economico ed entrate e, dall’altra, la sostanziale aciclicità della spesa pubblica italiana. In questo quadro, particolare importanza ha rivestito l’analisi della spesa per interessi, la quale, in rapporto al Pil, ha rappresentato la voce di bilancio che ha subito la più rilevante trasformazione a partire dalla metà degli anni Novanta, cioè dal momento in cui stava prendendo forma il progetto di unificazione monetaria. A tal proposito, si mostrerà che la progressiva riduzione di tale voce, che è stata definita come il dividendo di partecipazione all’area valutaria unica, non è stata accompagnata da un appropriato cambiamento nella conduzione della politica di bilancio. Al contrario, le significative maggiori spese non sono mai state accompagnate da adeguati aumenti delle entrate e il contenimento più significativo alla riduzione del disavanzo è imputabile ai minori interessi stanziati (in venti anni, circa 3.000 miliardi di euro rispetto ad un caso base fittizio in cui la situazione di finanza pubblica del 1996, anno in cui viene sancita ufficialmente l’ammissione dell’Italia all’Unione Monetaria Europea, viene estesa anche agli anni successivi). Gli utilizzi empirici del saldo di bilancio corretto per il ciclo economico si sono basati, infine, su una preliminare disamina teorica di tale indicatore. In particolare, si sono ripercorse le sue origini, nella veste di saldo di bilancio di pieno impiego, dal lavoro seminale di Brown del 1956. In particolare, tale ricerca ha sottolineato l’importanza, da un lato, di distinguere tra componenti automatiche e discrezionali nel valutare correttamente l’evoluzione fiscale di un paese e, dall’altro, di prendere come riferimento un determinato livello di reddito al fine di ottenere una base invariante rispetto al ciclo economico per valutare correttamente il contributo della politica fiscale alla domanda aggregata. Una volta approfonditi le origini e gli sviluppi, e affrontati i diversi utilizzi che tale indicatore può rivestire, si è analizzata la metodologia adottata dalla Commissione Europea per il calcolo del saldo strutturale e le non irrilevanti problematiche connesse. | URI: | http://hdl.handle.net/2307/40328 | Access Rights: | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Appears in Collections: | Dipartimento di Economia T - Tesi di dottorato |
Files in This Item:
File | Description | Size | Format | |
---|---|---|---|---|
Tesi dottorato_Carnazza.pdf | 3.2 MB | Adobe PDF | View/Open |
Page view(s)
240
checked on Nov 21, 2024
Download(s)
837
checked on Nov 21, 2024
Google ScholarTM
Check
Items in DSpace are protected by copyright, with all rights reserved, unless otherwise indicated.