Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/40326
Title: EIDOS AND DYNAMIS: THE INTERTWINEMENT OF BEING AND LOGOS IN PLATO'S THOUGHT
Authors: Giovannetti, Lorenzo
Keywords: LOGOS
TRUTH
LANGUAGE
ONTOLOGY
PLATO
Issue Date: 21-Mar-2018
Publisher: Università degli studi Roma Tre
Abstract: L’obiettivo del lavoro di tesi consiste nella comprensione della nozione di eidos nella filosofia platonica con speciale riguardo alla dimensione linguistica. Per questo motivo esso si concentra principalmente su alcune parti di estremo rilievo del Cratilo, della Repubblica, del Teeteto e del Sofista. Il punto di avvio fondamentale è il lavoro di Guido Calogero, che interpreta il pensiero pre-platonico attraverso le lenti di una coalescenza originaria di realtà, pensiero e linguaggio. La tesi parte dal presupposto che Platone si trovi a tematizzare in maniera inedita tanto la distinzione del dominio del reale da quello linguistico quanto la loro connessione. In questi termini il lavoro si propone essenzialmente come una riflessione sull’ontologia platonica nel senso specifico di come linguaggio ed essere siano effettivamente collegati. Un altro modo di porre la questione è chiedersi qual è secondo Platone il potere della parola. Il punto di arrivo dell’analisi è la definizione dell’essere stesso come dynamis. La tesi si sviluppa su quattro capitoli e un excursus. Il primo, dall’aspetto programmatico, presenta il retroterra calogeriano della ricerca e precisa l’interpretazione della funzione dell’eidos e della sua struttura. In entrambi i casi, funzionale e strutturale, appare come l’eidos sia un concetto complesso che sovrintende a una pluralità di funzioni e che ha diverse caratteristiche strutturali. Infine si chiarisce che la presente interpretazione non può essere ricondotta alle classiche posizioni che vedono la Forma platonica o come una proprietà o come un caso paradigmatico (né, ovviamente, la congiunzione dei due). Il secondo capitolo, rintraccia i concetti ontologici fondamentali veicolati, secondo Platone, dall’attività tecnica. L’attività tecnica risulta ontologicamente cruciale nella misura in cui esprime una normatività fondamentale sia dal punto di vista operativo che cognitivo. Il terzo capitolo si concentra sulla prima definizione di conoscenza discussa nel Teeteto percorrendo la sequenza argomentativa che parte dalla definizione di conoscenza come aisthesis e arriva al collasso del linguaggio. Il senso di questo capitolo risiede nel mostrare come, per Platone, il linguaggio sia uno strumento che di per sé richiede una qualche forma di connessione con un piano ontologico che non coincide con il dominio delle cose particolari esperite. Il terzo capitolo è seguito da un breve excursus più generale nei contenuti, ma espressamente derivante da esso. Questo excursus tratta due tematiche principali: una riflessione sullo statuto delle cose empiriche e una proposta per interpretare in che modo la distinzione tra cose e Forme si riverbera sugli usi linguistici. Il quarto e ultimo capitolo analizza dei densi passaggi del Sofista mettendo in comunicazione l’esposizione della struttura del logos discussa nel dialogo con la comunicazione dei generi e la definizione di essere come dynamis. Il nucleo principale della tesi, che ritengo innovativo, è il considerare la questione del parlare sensatamente e con verità del mondo come chiave di lettura principale delle necessità metafisiche del pensiero platonico. La cornice generale del lavoro è il tentativo di delineare una genealogia platonica del realismo filosofico, inteso nel suo senso più generale: quella visione del mondo che considera l’identità del reale come assolutamente indipendente da qualunque atto o strumento attraverso cui si ha accesso ad essa. In questi termini la filosofia platonica sembra porre l’indipendenza del reale come criterio fondamentale e al contempo lo coniuga con un duplice aspetto pragmatico. In primo luogo la realtà è qualcosa che esprime la sua necessità inarrestabilmente, e il modo migliore per fare i conti con essa è prenderne coscienza. In secondo luogo l’effettivo contatto cognitivo con detta necessità è così importante da avere un ruolo centrale in tutto l’impianto ontologico del filosofo. Per questo motivo la razionalità e la determinabilità assurgono a criteri ontologici figurando come secondo aspetto generalissimo del realismo filosofico: tutto ciò che è, è tanto indipendente dalla cognizione quanto quest’ultima è lo strumento eletto per entrare in contatto con esso perfettamente. Il lavoro quindi si articola su due livelli: il primo è un’interpretazione di diversi luoghi del corpus nel tentativo di individuare delle nuove connessioni; il secondo è una riflessione teorica e storica su come Platone abbia assunto un orizzonte problematico essenzialmente realista e abbia fornito una soluzione con particolare riguardo alla dimensione linguistica.
URI: http://hdl.handle.net/2307/40326
Access Rights: info:eu-repo/semantics/openAccess
Appears in Collections:Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo
T - Tesi di dottorato

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