Please use this identifier to cite or link to this item: http://hdl.handle.net/2307/3769
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dc.contributor.advisorPolverini, Leandro-
dc.contributor.advisorFunke, Peter-
dc.contributor.authorTerrinoni, Alessia-
dc.date.accessioned2015-03-05T09:49:53Z-
dc.date.available2015-03-05T09:49:53Z-
dc.date.issued2012-04-05-
dc.identifier.urihttp://hdl.handle.net/2307/3769-
dc.description.abstractL’opera di Ammiano Marcellino, per quanto negli ultimi vent’anni sia stata ampiamente studiata e sia diventata oggetto di ricerche sia di carattere generale, sia di carattere specifico, rimane ad oggi un terreno di indagine molto fruttuoso e imprescindibile per chi voglia confrontarsi con la storia di Roma del IV secolo. La scelta compiuta in questo lavoro di isolare nelle Res Gestae il nucleo narrativo sugli Alemanni, ha avuto l’obbiettivo di ricostruire quale fosse per Ammiano e indirettamente per i suoi contemporanei la percezione dell’identità e delle caratteristiche di questo popolo. Si è partiti dalla valutazione del concetto di “germanicità” nel IV secolo, allo scopo di comprendere come l’autore inserisse e collocasse la stirpe degli Alemanni all’interno del contesto di un mondo germanico già descritto in tante opere della storiografia latina precedente. Per fare ciò si è esaminata la ricorrenza dei termini Germania e Germani in Ammiano e negli autori contemporanei o successivi, allo scopo di identificare cosa i parlanti intendessero con tali parole. L’indagine ha messo in rilievo come a partire dal III secolo d.C. le attestazioni di questi termini diventino sporadiche. Scompare quasi del tutto il termine Germania inteso come territorio transrenano e compaiono le prime attestazioni dei toponimi Francia e Alemannia. D’altra parte, in concomitanza con la rinuncia da parte di Roma agli Agri Decumates, tutta la produzione scritta latina, letteraria e non, dimostra un abbandono quasi sistematico del termine Germania per identificare le regioni renane e le due province che ebbero questo nome a partire dal I secolo d.C. Solo a livello istituzionale le dizioni Germania I e II dimostrano una certa continuità d’uso nelle liste e negli elenchi di carattere documentario (liste di province) o militare (liste dei reparti dell’esercito). Le fonti letterarie, al contrario, iniziano a utilizzare regolarmente il nome della diocesi, Gallia, quando debbano descrivere i territori cisrenani. A fronte dell’abbandono del termine Germania nella produzione letteraria latina di IV secolo e successiva, l’utilizzo della dizione Germani rimane estremamente presente nelle fonti. Anche questo termine, tuttavia, subisce degli slittamenti semantici rispetto al passato. Con Germani, non si intende più tutto l’insieme delle popolazioni di etnia germanica, insediate ad est del Reno, fino all’Elba e alla Scizia. Prestissimo si perde la consapevolezza dell’origine germanica dei Goti. Il termine Germani, diviene per Ammiano in particolare, un sinonimo di Alemanni. Si assiste con Ammiano allo sviluppo della percezione della sinonimicità delle dizioni Alemanni e Germani, il cui esito estremo è ancora visibile nel modo nel quale in molte lingue moderne la Germania e i Germani vengano definiti con la radice latina *alemann (fr. Alemagne; sp. Alemannia). La seconda sezione del lavoro ha preso in considerazione i passi ammianei riguardanti i rapporti tra Roma e gli Alemanni e ha tentato di ricostruire un quadro complessivo delle conoscenze possedute da Ammiano su tale popolazione e delle fonti alle quali l’autore poté attingere. In particolare è stato possibile distinguere con chiarezza i passi tratti dai resoconti ufficiali delle campagne militari condotte da Giuliano e da Valentianiano. La narrazione relativa ad alcuni episodi bellici di questi anni è, infatti, particolarmente dettagliata, a prescindere dall’effettiva importanza e dall’esito degli scontri militari ai quali l’autore si riferisce. Assistiamo, al contrario, ad intervalli cronologici, anche estesi, per i quali Ammiano a causa della mancanza di una documentazione adeguata, ha dedicato pochissimo spazio narrativo. In particolare si è notato come le sezioni relative al regno di Giuliano siano caratterizzate da una maggiore cura per il dettaglio. Questo si può addurre in primo luogo alla scelta dell’autore del “personaggio Giuliano” quale figura centrale e portante delle Res Gestae e in secondo luogo alla maggiore disponibilità di materiale consultabile per Ammiano. La presenza di Ursicino in Gallia, infatti, doveva aver consentito ad Ammiano, che faceva parte del suo seguito, di disporre di una documentazione estremamente dettagliata. L’analisi delle sezioni dedicate da Ammiano agli Alemanni ha messo in evidenza come l’autore dovesse avere una conoscenza approfondita relativamente agli usi, ai costumi degli Alemanni ed inoltre alla loro effettiva disposizione sul territorio. Si è ipotizzata a questo proposito la possibilità che nella sezione perduta delle Res Gestae fosse contenuto un excursus esplicativo sulle origini e sui costumi degli Alemanni. Questa ipotesi poggia sulla constatazione del fatto che all’inizio del V secolo, quando Ammiano scrisse la sua opera, doveva essersi formata una certa tradizione storiografica riguardante gli Alemanni, della quale Ammiano poteva disporre. Ciò si evince da alcune sporadiche fonti di III secolo, come la testimonianza di Asinio Quadrato sull’etimologia del termine Alemanni, tramandata nell’opera di Agazia. La presenza di un excursus sugli Alemanni, inoltre, si giustifica bene nella struttura letteraria dell’opera di Ammiano, che prevede sistematicamente che l’inizio di nuove sezioni narrative venga preceduto da digressioni di carattere letterario ed esplicativo. L’autore fa continui riferimenti all’organizzazione sociale delle diverse tribù e suggerisce una quadripartizione della gerarchia propria della società di questo popolo (reges, regales, principes, optimates). Un’analisi dei passi relativi ad alcuni personaggi alemanni nominati frequentemente nell’opera di Ammiano, ha permesso di delineare alcune ipotesi di lavoro sui rapporti reciproci esistenti sia all’interno delle singole tribù tra gli esponenti di spicco della gens sia tra i rispettivi capi dei pagi alemanni. Lo studio delle sezioni ammianee sugli Alemanni ha messo in luce l’esistenza di un complesso intreccio di relazioni sia all’interno delle diverse tribù alemanne, sia tra le singole tribù e Roma. Ammiano delinea uno scenario fatto di gentes riunite complessivamente sotto il nome di Alemanni, ma caratterizzate da diversi gradi di romanizzazione, a seconda della loro effettiva distanza geografica dal Reno. Questa situazione spiega lo stato di perenne conflitto tra Roma e gli Alemanni, per il periodo 354-378 d.C., che Ammiano prende in considerazione. Grandi scontri, come la battaglia di Strasburgo (357d.C.), non riuscirono a regolamentare univocamente e definitivamente le complesse relazioni con tribù fortemente indipendenti tra loro e dislocate su un territorio molto esteso (longitudinalmente da Magonza al lago di Costanza). Si percepiscono nel testo problemi di natura diplomatica nella gestione della situazione sul confine renano. Ammiano rileva in più di una circostanza la difficoltà decisionale di Roma nella gestione delle attività sul Reno. Al fine di stabilizzare definitivamente tutta la linea di confine tra Roma e gli Alemanni sarebbe stato necessario portare guerra a tribù non immediatamente confinanti con Roma. Tutto questo non era tuttavia possibile senza inficiare le relazioni con i popoli alemanni al confine con Roma, già legati ad essa da foedera, ma altrettanto legati da vincoli di amicizia, alleanza e spesso parentela con quelle tribù a cui Roma avrebbe portato guerra. A conclusione di questa seconda sezione del lavoro si è ricostruita la sequenza degli avvenimenti narrati da Ammiano, nel tentativo di mettere in risalto come la narrazione sia piuttosto discontinua a seconda dell’interesse di Ammiano per gli eventi sul confine renano e a seconda della reperibilità delle fonti dalle quali egli poteva trarre informazioni. Questo quadro spiega chiaramente come discontinua e frammentaria sia anche la nostra conoscenza sulla storia degli Alemanni nel IV secolo. Nell’ultima sezione del lavoro si sono voluti approfondire alcuni aspetti specifici dei passi ammianei sugli Alemanni, considerando i brani ad uno ad uno e analizzando nel dettaglio sorpattutto questioni di tipo cronologico. I risultati di questo specifico tipo di ricerca sono difficilmente sintetizzabili nel complesso, ma possono forse portare qualche chiarezza in più su questioni di dettaglio, altrimenti sfuggite nei commenti di carattere generale.it_IT
dc.language.isoitit_IT
dc.publisherUniversità degli studi Roma Treit_IT
dc.subjectAlemanniit_IT
dc.subjectAmmiano Marcellinoit_IT
dc.subjectstoriografiait_IT
dc.titleGli Alemanni nell’opera di Ammiano Marcellinoit_IT
dc.typeDoctoral Thesisit_IT
dc.subject.miurSettori Disciplinari MIUR::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::STORIA ROMANAit_IT
dc.subject.isicruiCategorie ISI-CRUI::Scienze dell'antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche::Classical Studiesit_IT
dc.subject.anagraferoma3Scienze dell'antichita', filologico-letterarie e storico-artisticheit_IT
dc.rights.accessrightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess-
dc.description.romatrecurrentDipartimento di Studi sul mondo antico*
item.languageiso639-1other-
item.fulltextWith Fulltext-
item.grantfulltextrestricted-
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T - Tesi di dottorato
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